Italia

NUCLEARE: SEMINARIO ACLI ANALIZZA PRO E CONTRO DEL DILEMMA ENERGETICO

No alle centrali nucleari a scopi civili, sì al nucleare. Dopo la tragedia di Fukushima in Giappone le due posizioni contrapposte si sono confrontate oggi a Roma durante il seminario di riflessione organizzato dalle Acli (Associazione cristiane lavoratori italiani) in vista del referendum del 12 e 13 giugno. Alfiero Grandi, del Comitato nazionale “Vota sì per fermare il nucleare”, pensa “che la moratoria non serva a nulla. Il governo dovrebbe invece abrogare subito la legge 23 luglio 2009, n. 99, così non ci sarebbe più bisogna di andare al referendum. Basterebbe un decreto legislativo da sottoporre al Parlamento per risolvere il problema e far ripartire la discussione in maniera serena”. Grandi ha ricordato che il rischio di incidenti nelle centrali nucleari “avviene sulla base di un calcolo delle probabilità e non su ragioni scientifiche fondate. Ci sono tantissimi incidenti meno gravi di Fukushima, anche in Europa, che vengono costantemente sottaciuti alla popolazione”. Altra “menzogna”, secondo Grandi, riguarda i costi di costruzione, manutenzione e distruzione delle centrali. “Non è vero che potremo avere energia elettrica a costi inferiori – ha detto -. Dovremmo comprare all’estero la tecnologia e la materia prima per costruirle, c’è il problema dello smaltimento delle scorie e poi la distruzione della centrale, che costa più del doppio della costruzione”.Giuseppe Zollino, docente di ingegneria elettrica dell’Università di Padova, ha invece sostenuto che “l’Italia, senza il nucleare, si preclude la possibilità di giocare un ruolo a livello europeo”: “La questione che non ci si fida del ‘controllore’, ossia dell’Italia, perché non è in grado di gestire nemmeno la spazzatura di Napoli, non si risolve vietando il nucleare ma con un dibattito parlamentare che garantisca la presenza di una Autorità di sicurezza italiana forte come quella francese. Altrimenti, con una autorità europea in materia”. Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, l’unica strada è investire sulle energie rinnovabili, come sta facendo la Germania e come prevede anche il piano europeo.Sir