Arte & Mostre

Nuovo Lezionario: c’è la firma di quattro artisti toscani

di Gianni Rossi

Sono quattro gli artisti toscani che hanno lavorato per il nuovo lezionario domenicale e festivo, in uso dalla prima domenica di Avvento. Al progetto, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, hanno partecipato il fiorentino Sandro Chia, considerato uno degli artisti più importanti della scena artistica contemporanea non solo italiana, i pistoiesi Umberto Buscioni e Enrico Savelli, e la pratese Chiara Pasquetti.

Chia, che ormai da anni si divide tra New York e la sua tenuta di Montalcino, ha realizzato un originale «Buon Pastore» per la IV domenica di Pasqua (anno liturgico B) e il Cristo delle «Tentazioni» per la I domenica di Quaresima (anno C); Buscioni «Il Sogno di Giuseppe» per la quarta di Avvento (anno A); Enrico Savelli l’Agnello della III domenica di Pasqua (anno A); infine Chiara Pasquetti la Visitazione della Madonna per la IV di Avvento (anno C) e, per la I e la II di Quaresima (anno B), il Sacrificio di Isacco e l’alleanza di Noè.

Ed un sacerdote toscano, don Giuseppe Billi, pievano di Figline di Prato, presidente del Centro Culturale Cattolico della Diocesi di Prato, nonché noto critico d’arte (scrive anche per il nostro settimanale), è stato uno dei quattro registi dell’intera operazione: con lui, nel progetto e coordinamento dei nuovi lezionari, hanno lavorato il gesuita padre Andrea Dall’Asta, del Centro San Fedele di Milano, il critico Mariano Apa, e il noto teologo liturgista mons. Crispino Valenziano.

Significativa, dunque, la presenza degli artisti della nostra regione: le loro 7 opere, sulle 90 complessive, decorano i tre volumi del Lezionario, che hanno mantenuto il tradizionale colore verde della copertina. Ma, a ben vedere, il verbo decorare non esprime compiutamente il senso dei segni artistici nei libri liturgici. Lo aveva già chiarito, durante la presentazione, don Mimmo Falco, direttore dell’Ufficio liturgico nazionale: agli oltre 30 artisti coinvolti «è stato affidato il compito di “scrivere” secondo il loro stile personale (dal figurativo all’astratto), alcune pagine particolari del testo biblico. Sarà quindi, un Lezionario che, con le numerose immagini dei primi tre volumi – ha precisato don Falco – non solo susciterà l’ascolto della Parola di Dio, ma permetterà di rendere visibile la stessa Parola in alcune feste e domeniche particolari».

Spiega don Giuseppe Billi: «Gli artisti non sono stati scelti soltanto per illustrare i particolari brani della Parola di Dio proposti dalla Liturgia, ma per quel loro carattere che io vorrei definire esegetico. Le loro opere, infatti – continua don Billi – ci danno una interpretazione del messaggio. L’arte, insomma, ci aiuta a conoscere meglio».

Per il secolare rapporto tra Chiesa e arte, che i tempi moderni avevano reso complesso e talvolta difficile, si tratta di un nuovo, significativo, capitolo. Don Giuseppe Billi parla esplicitamente di «una nuova committenza». Il convegno ecclesiale nazionale di Verona, tenutosi nell’ottobre 2006, con le sue installazioni d’arte e le mostre collegate, aveva già impresso un segno importante. Forse una svolta, come sottolinea ancora don Billi.

Non tutti gli artisti prescelti sono credenti, ma tutti hanno voluto mettersi in gioco di fronte alla Parola di Dio. «In fondo – sottolinea Sandro Chia – ogni arte, quando è vera, è in qualche modo sacra».

Accanto a Chia, Savelli, Buscioni e alla Pasquetti, da segnalare anche William Serra, nato a Firenze nel 1937, ma piacentino d’adozione. Molte le grandi firme dell’arte italiana e internazionale: oltre al già citato fiorentino Sandro Chia, spiccano Mimmo Palladino, Bruno Ceccobelli, Marco Tirelli, Arnaldo Pomodoro. «Abbiamo voluto però – sottolinea don Billi – che accanto ai “mostri sacri” ci fossero anche artisti meno noti eppure molto validi, segno di una committenza attenta al valore dei linguaggi, che non è detto debba coincidere necessariamente con la grande notorietà».

Il progetto dei nuovi lezionari sarà completato entro il 2008 e prevede la pubblicazione di altri sei volumi, tre dei quali dedicati al ciclo feriale; i restanti riguarderanno invece le letture per le celebrazioni delle feste e delle memorie dei santi, quelle per le messe rituali e per le messe ad diversa.

Quando saranno completati i nove volumi, le opere artistiche saranno circa 200. «Al termine del progetto – ha affermato il segretario della Cei mons. Giuseppe Betori – si avrà anche una significativa pinacoteca d’arte sacra contemporanea legata alla Sacra Scrittura».

IL TESTO

E «Mammona» tornò ad essere ricchezzaDare «un’aderenza alle lingue originali», «rendere il testo di buona lingua italiana», «eliminare sviste e proporre una traduzione più fedele e, al tempo stesso, di più facile ascolto». Sono questi alcuni «principi» che hanno guidato il lavoro compiuto attorno al nuovo Lezionario liturgico. È quanto ha affermato mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, presentando la nuova edizione del Lezionario liturgico della Chiesa italiana. Un testo in tre volumi – pubblicato dalla Cei – per il ciclo domenicale e festivo delle letture, per l’anno A, B, C. «Il nuovo Lezionario – ha spiegato mons. Betori – ha inteso coniugare una maggiore aderenza al tono e allo stile delle lingue originali con una maggiore comprensibilità e comunicativa». Sono state eliminate «forme arcaiche del lessico e della sintassi» e si è cercato di ricostruire «un ritmo delle frasi adatto alla proclamazione liturgica ed eventualmente al canto».Sono diverse decine di migliaia i cambiamenti apportati. «Forse più di 100mila», ha detto Betori. Ad esempio, la parola «mammona» è sostituita da «ricchezza»; il termine «consolatore» (riferito allo Spirito Santo, ndr) sarà sostituito da «paraclito».

GLI ARTISTI

Sandro Chia – Nato a Firenze nel 1946, vive e lavora a New York soggiornando spesso in Italia a Montalcino, dove produce vino nella sua tenuta agricola. È uno degli artisti italiani più quotati al mondo, già esponente della Transavanguardia. Per il Lezionario domenicale e festivo ha realizzato un acquerello (tecnica mista su carta) che raffigura un originale Buon Pastore per la IV domenica di Pasqua, dell’anno liturgico B, e un colorato Cristo tentato dal Diavolo (tempera e matita su carta, nella foto grande in alto), per la I domenica di Quaresima (anno C). «Ho voluto realizzare un Buon pastore lontano dalla solita iconografia, colto nel preciso istante in cui sta meditando di lasciare il gregge per andare a cercare la pecorella smarrita».

Enrico Savelli – Nato a Pistoia nel 1955, vive e lavora a Casore del Monte, nei dintorni di Pistoia. Scultore particolarissimo, ha vissuto un tormentato cammino interiore, «per svelare quello che era nascosto» come ci racconta. L’emblema di questo percorso è il segno dell’agnello sacrificale, di chiara reminiscenza biblica. «Sono credente e questa immagine è per me il simbolo del mio cammino di ricerca». E proprio l’agnello, realizzato con tecnica mista e foglia d’oro su cartoncino nella III domenica di Pasqua dell’anno A, è il contributo di Savelli al nuovo Lezionario. Savelli è soprattutto scultore. Utilizza materiali diversi – il marmo in particolare – che gli consentono di liberare la sua energia creatrice, fatta di passione e di luce.

Chiara Pasquetti – Anche Chiara Pasquetti è una scultrice che, per i lezionari, ha deciso di prendere la matita in mano; ha realizzato tre opere per due dei tre volumi del Lezionario domenicale e festivo: la Visitazione della Madonna per la IV di Avvento (anno C) e, per la I e la II di Quaresima (anno B), il Sacrificio di Isacco e l’alleanza di Noè. Pratese, 54 anni, Pasquetti vive e lavora a due passi dalla cattedrale di S. Stefano. È docente di anatomia artistica all’Accademia di Belle arti di Firenze. «Mi sento un’artista figurativa, nel solco della tradizione. Può essere un limite, io però sono così», spiega al nostro settimanale. A Prato, proprio in questo periodo, sta realizzando un imponente monumento dedicato a padre Pio da Pietrelcina. «Nel Lezionario ho cercato di esprimere quello che io stessa vivo nel mio cammino di fede».

Umberto Buscioni – Nato a Bonelle (Pistoia) il 13 luglio 1931, è il fondatore della cosiddetta «Scuola di Pistoia”»; ha reinterpretato originalmente la Pop Art americana. Negli anni ’80 Buscioni si indirizza al recupero della tradizione manierista con chiari riferimenti all’arte del Pontormo. «Il mio è il tentativo di rielaborare la tradizione senza cadere nel naturalismo formale dell’800», spiega al nostro settimanale.Negli ultimi tempi sono state numerose le committenze sacre: dalle vetrate per la chiesa di San Paolo a Pistoia a quelle per la cappella del cimitero comunale di Chiesanuova a Prato. Per il volume del lezionario dell’anno liturgico A, Buscioni ha realizzato con pastelli e gessi su carta «Il Sogno di Giuseppe», relativo alla quarta domenica di Avvento. Attualmente l’artista vive e lavora a Serravalle pistoiese.