Lucca

Occorre diffondere di più la conoscenza del vescovo Enrico Bartoletti

Bartoletti a destra con Paolo VI a sinistra

Il 5 marzo 1976 – a 60 anni non ancora compiuti – presso il Policlinico Gemelli in Roma, moriva il vescovo Enrico Bartoletti. Ciò segnava una perdita enorme sia per la Chiesa che è in Italia, che per la nostra diocesi di Lucca, nella quale esercitò il suo ministero episcopale dal 1958 al 1972, prima di essere chiamato da Paolo VI alla guida della segreteria della Conferenza episcopale italiana.Gli anni successivi alla morte, hanno visto crescere un notevole interesse attorno alla figura e all’opera di monsignor Bartoletti, al valore dell’insegnamento e del dialogo che ci ha lasciato, alla ricchezza della sua testimonianza, alla stima della quale fu sempre circondato non solo a Firenze e a Lucca, ma anche in tutta la Chiesa italiana.Era il periodo tanto complesso, ma anche tanto fecondo quale quello del Concilio e del post-Concilio.Da subito fu avviato il lavoro di raccogliere il suo insegnamento e di segnalare anche «le tracce profonde della testimonianza della sapienza di Dio» che Mons. Bartoletti aveva lasciato nelle persone, nella comunità e nel territorio.Si giunge così all’8 dicembre 1998 – chiusura del Sinodo Diocesano – quando, da parte di tutta l’assemblea sinodale, viene ufficializzata e accolta la proposta di iniziare il processo diocesano per la Causa di beatificazione di Mons. Enrico Bartoletti.Così, l’11 novembre 2007, con la celebrazione dei vespri presieduti dall’arcivescovo Italo Castellani nella Cattedrale di San Martino – dove riposano le spoglie del vescovo Enrico – prese avvio ufficiale la causa di beatificazione, alla presenza del fratello, della sorella e nipoti del Servo di Dio e di tanta parte della comunità diocesana.Successivamente il lavoro è consistito nel raccogliere, da parte del Tribunale – presieduto da mons. Mauro Viani – le tante testimonianze verbali e scritte, necessitando trasferte presso i vari testimoni e tanto tempo per le audizioni nella nostra Curia e per la trascrizione di quanto testimoniato. Un lavoro perciò puntuale, paziente e condotto con estrema precisione e segretezza e attualmente giunto alle battute finali.La Commissione Storica – presieduta da mons. Bernacchioni – ha il compito di raccogliere tutti gli scritti e i documenti relativi a Mons. Bartoletti, per ricostruire la vita e il lavoro pastorale del Servo di Dio. Anche questo non secondario aspetto della Causa, richiede tanto tempo per varie trasferte per analizzare l’abbondante documentazione sia del periodo trascorso a Firenze, che a Lucca e a Roma.C’è ancora molto da fare in questo settore, ma non manca la buona volontà di concludere.Un impegno unico e necessario è quello di promuovere e di diffondere tra la gente una più vasta e capillare conoscenza della figura del vescovo Bartoletti. A questo scopo la Vicepostulazione ha editato la prima biografia dal titolo: «Il vescovo Enrico» presso le edizioni Paoline, scritta dal giornalista Valerio Lessi. Successivamente ha visto la luce il Dvd – opera di Roberto Giovannini – dove si ripercorre i luoghi e la vita del vescovo e sono riportate significative testimonianze con le quali si sottolinea il primato di Dio nella sua vita e il suo amore per la Chiesa.Questi sussidi sono reperibili sia presso la Vicepostulazione che presso la Cooperativa del Clero.Inoltre, prossimamente, a cura di don Marcello Brunini, verrà pubblicato il «Diario spirituale e pastorale» del vescovo Enrico, con la prefazione del prof. Agostino Giovagnoli, docente alla Cattolica di Milano.Occorre però preoccuparci di far conoscere il vescovo Enrico presso le nostre comunità parrocchiali, zone pastorali e associazioni, puntando alla «fama di santità» col riconoscere in Lui il grado alto delle virtù evangeliche.Questo è il compito che l’arcivescovo Italo, nella riunione con i componenti incaricati per la Causa di Beatificazione del vescovo Enrico – il 14 gennaio scorso – ci ha consegnato, mentre abbiamo fatto il punto dei vari aspetti della situazione.