Toscana

OLIMPIADI: AMNESTY INTERNATIONAL, LE MANCATE PROMESSE DELLA CINA

“Continuando a perseguitare” chi “parla in favore dei diritti umani, le autorità cinesi hanno perso di vista le promesse fatte sette anni fa, al momento dell’assegnazione dei Giochi. Il governo di Pechino sta gettando un’ombra sull’eredità delle Olimpiadi. Chiediamo la liberazione di tutti gli attivisti in carcere, piena libertà d’informazione per la stampa estera e nazionale e ulteriori progressi verso l’eliminazione della pena di morte”. Così Roseanne Rife, vicedirettrice del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International, commentando il rapporto diffuso a Hong Kong a dieci giorni dall’inizio delle Olimpiadi di Pechino 2008 che, intitolato “Conto alla rovescia verso le Olimpiadi: le promesse mancate”, valuta il comportamento delle autorità cinesi in quattro aree strettamente collegate ai valori fondamentali dell’Olimpismo: la persecuzione degli attivisti per i diritti umani, la detenzione senza processo, la censura e la pena di morte. Secondo Amnesty, “nel periodo che ha preceduto i Giochi, le autorità cinesi hanno imprigionato, posto agli arresti domiciliari o allontanato a forza chi avrebbe potuto minacciare l’immagine di ‘stabilità’ e ‘armonia’ che intendono presentare al mondo” e “gli attivisti e i giornalisti locali che si occupano di diritti umani rischieranno in modo particolare di subire persecuzioni durante lo svolgimento dei Giochi”.Mentre l’attivista e scrittore Hu Jia continua a scontare una condanna per “incitamento alla sovversione”, per aver scritto articoli e rilasciato interviste alla stampa estera sui diritti umani, Amnesty chiede al Comitato olimpico internazionale di esprimersi “quando le autorità cinesi violano i principi olimpici nel loro complesso”. “I leader mondiali che assisteranno ai Giochi dovranno prendere pubblicamente posizione in favore dei diritti umani in Cina e appoggiare l’azione degli attivisti – prosegue l’associazione -. Se non lo faranno, manderanno al mondo il messaggio che è accettabile che un governo ospiti i Giochi olimpici in un’atmosfera di repressione e persecuzione”. “Molti difensori dei diritti umani – si legge nel rapporto – continuano a languire nelle carceri cinesi”. Le autorità hanno esteso l’uso di forme punitive di detenzione amministrativa, tra cui la “rieducazione attraverso il lavoro” e la “riabilitazione forzata dalla droga”, per “ripulire” Pechino prima dell’inizio delle Olimpiadi; “le norme provvisorie che avrebbero dovuto garantire più ampia libertà d’informazione per la stampa estera, non sono state del tutto applicate” e “continua a essere impedito di scrivere su argomenti giudicati sensibili dal governo”. La pena di morte resta prevista per 68 reati, compresi crimini di natura economica o connessi alla droga.Sir