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Opera La Pira, Campo internazionale 2009: il Documento finale

Pubblichiamo il testo integrale (sia in italiano che in inglese) del Documento conclusivo del Campo Internazionale 2009, tenutosi al Villaggio La Vela di Castiglion della Pescaia dal 10 al 19 agosto 2009. Il Campo, promosso dall’Opera per la Gioventù “Giorgio La Pira”, con la collaborazione di altre associazioni e realtà sia italiane che estere, ha visto la partecipazione di circa 130 giovani provenienti oltre che dall’Italia, anche dalla Russia, da Israele, dalla Palestina e da altri paesi del mondo.

2009 International Camp – Final Document

We come from different countries: Albania, Congo, Israel, Italy, Palestine, Russia, Senegal, Yemen. And we met in the Villaggio La Vela from 10 to 19 August to attend the 2009 International Camp organized by the association “Opera per la Gioventù Giorgio La Pira”.

No matter what we do or what career we play, we were strongly motivated to participate in the camp. The La Vela International Summer Camp gave a unique opportunity to enlarge personal contacts and to deepen communication skills in multicultural environment. It also enabled us to share our points of view with our peers from different parts of the world.

In communicating together we manage to understand that although we are culturally different we can share common values. This experience will have a profound impact on our future, our vision and perception of the world.

The topic of the International Camp was “Freedom and Participation: the Path of Justice”. We have spoken about freedom. We realize there’s a sort of common desire for liberty, but we agree that freedom is limited in many ways and each person in the universe defines it and live it in a different way. Anyway we share the idea that freedom is to be responsible of our choices. We prefer such a responsibility than living in a cage.

Beyond inner personal freedom there’s the issue of political freedom. In our countries we see that freedom is, in different ways, challenged. This move us in undertaking responsibility towards our communities, thinking that the situation of the contest in which we live depends also, not only, on us.

This reflection took us to the idea of participation, that is how we can contribute to the community we are belonging to. We are aware about difficulties. Many of us are even skeptical about the possibility of changing the mind of top level decision makers and changing common mentality, that are forming our communities. Nevertheless we think we have to undertake our responsibility. To participate we need a sense of humanity, emotions, caring, and we need to start changing ourselves before blaming others. This can contribute in changing the world. Just challenging our own mental thoughts is making the first step to better world.

A first way for participation is social involvement. We have different opportunity to give our contribution. A special and important form of participation is education, not only school education, but all actions that improve the level of humanization of society.

Another form is participation in the political dimension. Democracy has different limits in our countries and we can participate directly. Someone can undertake responsibility playing role in parties and institutions. Everybody can participate voting or, in particular situations, even boycotting elections in the sake of influencing this way the political process. Anyway, political dimension is strategic in the life of our countries.

Participation is acting in a responsible way. Responsible lifestyles are a way to contribute to a better world, for instance, using water and other limited resources without wasting them, purchasing goods that are not the result of human exploitation (child labour, underpaid workers, pollution technologies…), promoting fair trade.

Participation is based on information. To participate you have to be informed about your community (town, country, world…). We have to overtake the limits of information coming from mass media, developing a critical capacity and networking, using new form of electronic communication (internet, social networks…).

We reflected on the idea of justice. During the camp the idea of justice has been often linked to the idea of reconciliation. We share the feeling that is difficult finding solution to conflicts. It’s difficult to influence decision makers and there’s an ideological danger: we don’t want to think that our own solution has to be “the solution” for everybody. With this perspective more than define solutions we should promote dialogue.

Justice is difficult to be defined anyway we share the idea that justice is strongly committed with mercy. Real justice can only come from mercy that promotes the humanization of society.

In this framework reconciliation is a relevant political perspective for conflicts solution.

Someone of us comes from the Holy Land. We had an opportunity to meet each other sharing time, discussions, amusement. We are Israelis, Palestinians, Arabs, Jewish, Muslims, Christians… together mixing our nationalities and cultures. It was strange and interesting having the chance to meet here, when usually is almost impossible at home. We would have liked to use this opportunity to exchange among us even more than what we already did.

We want to see together how to continue in communicating and exchanging, feeding a permanent link among us. We want to connect with the people who participated in the International Camps last years and who already met in Jerusalem last November.

We all want to express the gratitude to who made possible this International Camp. We all enjoy being here and this pleasure comes not only from the exciting culture and wonderful nature of Tuscany region. The main reasons were many unexpected acquaintances and conversation with other participants of the camp.

We share the idea that our life has to be a contribute to improve our societies. Changing is possible also in extremely difficult situations. Changing is possible if there’s passion, if we have the will, if we feel responsible for others.

Campo Internazionale 2009 – Documento Finale

Veniamo da paesi diversi: Albania, Congo, Israele, Italia, Palestina, Russia, Senegal e Yemen. E ci siamo incontrati al Villaggio La Vela dal 10 al 19 agosto per partecipare al Campo Internazionale 2009 organizzato dalla associazione Opera per la Gioventù Giorgio La Pira.

Tutti abbiamo partecipato al campo in modo motivato, indipendentemente da ciò che facciamo e dai nostri ruoli professionali. Il Campo Internazionale alla Vela ci ha offerto un’opportunità unica per allargare i nostri contatti personali e per darci maggiori capacità di comunicare in un contesto multiculturale. Il Campo ci ha anche permesso di condividere i nostri punti di vista con altre persone come noi provenienti da parti del mondo differenti.

Comunicando insieme siamo riusciti a capire che anche se abbiamo culture diverse possiamo condividere valori comuni. Questa esperienza avrà un impatto profondo sul nostro futuro, sulla nostra visione e percezione del mondo.

Il tema del Campo Internazionale era “Libertà e Partecipazione: il sentiero della Giustizia”. Abbiamo parlato di libertà. Ci rendiamo conto che esiste un comune desiderio di libertà, ma anche che questa è limitata in molti modi e che ogni persona ne dà una definizione la vive in modo diverso. Condividiamo però fra noi l’idea che libertà sia l’essere responsabili delle nostre scelte. Preferiamo questo tipo di libertà al vivere in gabbia.

Al di là della libertà personale e interiore esiste la questione della libertà politica. Ci rendiamo conto che nei nostri paesi la libertà è messa alla prova in diversi modi. Questo ci spinge ad assumere responsabilità verso le nostre comunità, pensando che i caratteri del contesto in cui viviamo dipendono anche, sia pure non solo, da noi.

Questa riflessione ci ha condotto all’idea di partecipazione, cioè di come possiamo contribuire alla comunità a cui apparteniamo. Siamo consapevoli delle difficoltà. Diversi fra noi sono addirittura scettici sulla possibilità di cambiare la mentalità di chi ha responsabilità e il modo di pensare comune che formano le nostre comunità. Nonostante questo pensiamo di dover assumere la nostra responsabilità. Per partecipare abbiamo bisogno di un senso di umanità, di emozioni, di farci carico degli altri e di cambiare noi stessi prima di accusare gli altri. Questo può contribuire a cambiare il mondo. Sfidare la nostra mentalità è già il primo passo per un mondo migliore.

Una prima forma di partecipazione è l’impegno sociale. Abbiamo diverse opportunità di dare il nostro contributo. Una forma particolare e importante di partecipazione è l’educazione, non solo quella scolastica, ma tutto ciò che “umanizza” la società.

Un’altra forma di partecipazione è nella dimensione politica. La democrazia ha diversi limiti nei nostri paesi e noi possiamo partecipare direttamente. Alcuni possono assumere responsabilità nei partiti e nelle istituzioni. Tutti possono partecipare votando o, in situazioni particolari, persino boicottando le elezioni quando questo è fatto per influenzare il processo politico. In ogni caso la dimensione politica è strategica nella vita dei nostri paesi.

Partecipare è agire in modo responsabile. Stili di vita responsabili sono un modo di contribuire ad un mondo migliore, ad esempio non sprecando acqua e risorse preziose, acquistando prodotti che non sono il risultato dello sfruttamento umano (lavoro minorile, lavoratori sottopagati, tecnologie inquinanti…), promuovendo il commercio equo.

La partecipazione è basata sull’informazione. Per partecipare occorre essere informati sulla propria comunità (città, paese, mondo…). Dobbiamo superare i limiti dell’informazione che arriva dai mass media, sviluppando una capacità critica e alimentando reti, usando anche le nuove forme di comunicazione elettronica (internet, social networks…).

Abbiamo riflettuto intorno all’idea di giustizia. Durante il campo l’idea di giustizia è stata spesso legata all’idea della riconciliazione. Ci rendiamo conto della difficoltà di trovare soluzione ai conflitti. È difficile influenzare le decisioni di chi ha responsabilità ed esiste un pericolo ideologico: non vogliamo pensare che le nostre soluzioni siano “la soluzione” per tutti. In questa prospettiva più che definire soluzioni dobbiamo promuovere il dialogo.

La giustizia è difficile da definire, ma condividiamo comunque l’idea che sia strettamente legata con la misericordia. La giustizia può solo venire dalla misericordia che promuove l’umanizzazione della società.

In questo quadro la riconciliazione è una prospettiva politica rilevante per la soluzione dei conflitti.

Qualcuno fra noi viene dalla Terra Santa. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrarci e condividere tempo, discussioni e divertimento. Siamo israeliani, palestinesi, arabi, ebrei, musulmani, cristiani… e abbiamo mescolato le nostre nazionalità e culture. È stato strano e interessante avere la possibilità di incontrarci qui, quando normalmente è quasi impossibile farlo a casa. Ci sarebbe piaciuto usare questa opportunità di scambio fra noi anche più di quanto non abbiamo comunque fatto.

Vogliamo trovare insieme il modo per continuare a comunicare fra noi, alimentando un legame permanente. Vogliamo metterci in contatto con le persone che hanno partecipato al Campo Internazionale negli anni passati e che si sono incontrate a Gerusalemme nello scorso novembre.

Tutti vogliamo esprimere la nostra gratitudine a chi ha reso possibile questo Campo Internazionale. Tutti abbiamo gradito essere qui e questo ci viene non solo dalla interessantissima cultura e meravigliosa natura della Toscana. Le ragioni più importanti sono state le conversazioni e i doni inattesi dagli altri partecipanti al Campo.

Condividiamo l’idea che la nostra vita debba essere un contributo per migliorare le nostre società. Cambiare è possibile anche in situazioni di estrema difficoltà. Cambiare è possibile se c’è passione, se abbiamo volontà, se ci sentiamo responsabili per gli altri.