Vita Chiesa

PERÙ: MISSIONARI ITALIANI SOLIDALI CON P.BARTOLINI, IL CUM AUSPICA ASSOLUZIONE

Solidarietà dei missionari italiani a padre Mario Bartolini, della Congregazione dei padri passionisti, da 35 anni in Perù a San Martin-Barranquita, nella foresta amazzonica. Il missionario è accusato di “istigazione alla ribellione contro l’ordine pubblico” nell’ambito della maxi-mobilitazione indigena del maggio-giugno 2009, culminata nei sanguinosi scontri di Bagua tra manifestanti e polizia nazionale. Il motivo principale è aver difeso i popoli indigeni e i contadini, che non sempre posseggono i titoli legali, dall’avanzata della multinazionale dell’agrobusiness “Romero”, che vuole sottrarre alla popolazione terre e foreste per destinarle alla produzione di biodiesel. Padre Bartolini, insieme ad altre tre persone, rischia 12 anni di carcere e l’espulsione dal Perù. Domani, 26 ottobre, dovrebbe essere emessa la sentenza di un secondo processo – il primo si concluse con un’assoluzione -, ma potrebbe essere anche rinviata a dicembre per via di uno sciopero della giustizia peruviana. Un appello a suo favore è stato diffuso in questi giorni dal vicariato di Yurimaguas, dove padre Bartolini vive e opera, e dalla sua congregazione, con il sostegno di tutti i missionari italiani in Perù e di tutta la popolazione del territorio di San Martin-Barranquita.Solidale con padre Bartolini è don Alberto Brignoli, incaricato per l’America Latina del Cum (Centro di animazione missionario) di Verona: “Stiamo seguendo da vicino la situazione e cercando di sensibilizzare anche l’opinione pubblica italiana – spiega al SIR don Brignoli -. Padre Bartolini può aver sbagliato nel tirare in causa direttamente il presidente del Perù Alan Garcìa, accusandolo di indifferenza rispetto a questo problema, ma la causa per cui sta lottando è giusta”. Don Brignoli auspica perciò che “la sentenza di domani si concluda con una assoluzione” oppure che “venga posticipata, così il tempo può giocare a suo favore”. Altrimenti, precisa, “si rischia di creare un precedente pericoloso, e tutti i missionari che difendono i diritti delle popolazioni indigene e dei poveri potrebbero trovarsi esposti alle stesse accuse”. Padre Bartolini ha cominciato nel 2006 a denunciare i soprusi dell’impresa agricola Caynarchi, di proprietà del gruppo finanziario Romero, tramite le radio diocesane Radio Caynarachi e Radio Oriente.Le due radio sono state fatte chiudere lo scorso anno ma ora trasmettono di nuovo grazie alle proteste e alla pressione della popolazione. Da allora il gruppo Romero, con la complicità di alcuni giornalisti e media locali, ha lanciato una campagna diffamatoria contro il missionario italiano, con numerose denunce e processi penali a suo carico. “Questo processo – si legge nell’appello che circola in Perù tra i missionari e nelle Chiese locali – rispecchia un’alleanza tra gli interessi economici e politici a discapito dei più poveri. Qualche mese fa la solidarietà di tantissime persone ha impedito che il religioso inglese Paul McAuley venisse espulso dal Perù. Ora dobbiamo fare lo stesso con padre Mario Bartolini”. Anche la rivista del Pime “Mondo e Missione” presenterà nel prossimo numero un ampio reportage su questi fatti, con una intervista a padre Bartolini. Secondo la rivista “si tratta di un processo di natura chiaramente politica, voluto da alcuni esponenti della maggioranza di governo per rompere l’unità del movimento indigeno e rimuovere gli ostacoli allo sfruttamento arbitario della foresta”.Sir