Lettere in redazione

Politica, qualcosa si muove

Caro Direttore, seguendo i congressi dei giorni scorsi che, fra lacrime e commozione, hanno dato vita al «partito democratico», mi sono posto diversi interrogativi ai quali non so dare risposta e nemmeno riesco a prevedere quali scenari politici ne deriveranno. Mi sembra che si miri al solo successo elettorale, alla costruzione di «comitati» ad esso finalizzati, a scapito del «partito» in seno al quale si conservano i valori e la memoria storica, si rafforza l’identità, si elaborano idee e si costruiscono progetti. Inoltre vedo annullare realtà politiche numericamente minori, ma utili coscienze critiche per il buon governo del Paese e nello stesso tempo scorgo un latente, ma reale consolidamento di due poli, che limiteranno lo spazio di scelta del cittadino elettore, secondo le logiche (speculari!) della sinistra e della destra. Come vede non verso lacrime di gioiosa commozione, anzi nutro molte perplessità. Gradirei per questo la sua opinione e… il suo conforto. Ettore Del Bello Grosseto

I recenti Congressi dell’Udc, dei socialisti dello Sdi, dei Ds e della Margherita hanno messo in moto delle dinamiche che potrebbero – il condizionale è d’obbligo – portare a scenari politici nuovi, anche se è difficile prevederne gli esiti e i tempi. Del resto l’attuale quadro politico, che si caratterizza per un bipolarismo ingessato, ha bisogno – ormai lo riconoscono in molti – di un processo di scomposizione-ricomposizione che dia a ciascuno dei due schieramenti quella omogeneità politico ideale che finora è mancata perché troppe e diverse sono le forze politiche che li compongono. In Italia più che di bipolarismo possiamo parlare, come lei dice, caro Del Bello, di «comitati elettorali» che si formano per vincere le elezioni ma che poi – come l’esperienza passata e presente – insegna incontrano grossi difficoltà al momento di governare.

Per questo tutto ciò che può mettere in moto processi innovativi va visto con favore, se tende a semplificare il quadro politico e soprattutto ad aggregare intorno a progetti e programmi chiari e condivisi. E qualcosa possiamo ipotizzare: sono comunque opinioni e non so….se confortano! La decisione di Ds e Margherita di unirsi e dar vita ad un nuovo soggetto politico marcatamente riformista ha già determinato – e questo rende il nuovo partito oggettivamente più omogeneo – la scissione della sinistra Ds che non nasconde l’intendo di perseguire l’unità di tutte le forze politiche che si collocano alla sinistra del neonato Partito democratico.

Nel centro destra sembra rafforzarsi il progetto almeno di una federazione tra Forza Italia e An, mentre l’Udc, pur dichiarando di restare nel centro destra, sembra puntare sempre più ad una riaggregazione di quelle forze moderate – Udeur e alcune componenti della Margherita – che vogliono porsi come Centro autonomo, che si caratterizzi per un riferimento forte ad alcuni valori. Questa semplificazione del quadro politico – che a mio parere è auspicabile – è però legata al tipo di legge elettorale, che è lo snodo che può far evolvere la situazione politica in un senso o nell’altro.

Credo comunque che, anche come cattolici, sia importante seguire con intelligente partecipazione quanto si muove nella politica italiana e potrebbero essere indicativi anche i risultati delle prossime consultazioni elettorali.