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PRATO, MONS. SIMONI: CREARE ALTERNATIVE SERIE ALLA CHIUSURA DEL TESSILE

“E’ proprio vero che non ci saranno alternative serie (o che ci saranno solo quelle cinesi) alla chiusura e alla delocalizzazione del tessile oltre che all’impiego di capitali pratesi nell’edilizia, e in imprese economico-finanziarie fuori di Prato?”. A porsi provocatoriamente la domanda è mons. Gastone Simoni, vescovo di Prato, che lancia un appello ad investire in “nuovi tipi di produzione e di lavoro”, a partire dalla “creatività” dei pratesi. “Un problema decisivo per Prato è notoriamente quello del lavoro”, ricorda il presule, al quale “sono collegati quello della famiglia, della casa, dell’integrazione degli immigrati, della stessa sicurezza”. “Mi pare che tra la gente – osserva mons. Simoni –prevalga l’incertezza su ciò che avverrà nel campo dell’occupazione”, oltre ad un “notevole pessimismo sul domani”. Altra “impressione” del vescovo è che “anche tra le persone che contano di più sul piano economico-sociale-finanziario e su quello politico circoli assai un’aria di non speranza, quasi di rassegnazione paralizzante a una crisi considerata inarrestabile”. Di qui la necessità di chiedersi “se la crisi non dipenda anche dall’insufficienza della creatività, della progettualità, dell’inventiva, della condivisione”, cercando ad esempio “nuove forme di iniziativa imprenditoriale e convincenti strategie generali per un futuro prossimi più roseo”.Sir