Toscana

Quanto ci costano Giunta e consiglio regionale

di Simone Pitossi

La democrazia costa. Sì. Ma quanto? Quanto costa al cittadino il funzionamento di Giunta e Consiglio regionale? Quanto costa e quanto guadagna un consigliere regionale? Qual è l’indennità del Presidente del Giunta e del Presidente del Consiglio? Quanto costano le segreterie dei gruppi consiliari e del presidente? Tante le domande. Difficile, talvolta, trovare le risposte. Ma, spulciando in rete qua e là, un po’ di numeri sono emersi.

CONSIGLIO+GIUNTA. E allora cominciamo da quanto costano. Quasi 85 milioni di euro – i vecchi 170 miliardi di lire (lo so, non si deve fare questo conto, altrimenti vengono cattivi pensieri) – sono le spese di funzionamento di Giunta e Consiglio regionale della Toscana nell’anno 2010. L’anno precedente, il 2009, la cifra era di molto inferiore: poco più di 77 milioni di euro. L’aumento è stato del 10%. I dati sono frutto di un’elaborazione della Uil sui dati dei Bilanci di previsione.

IL CONSIGLIO. Quanto costa il Consiglio? In base a dati forniti dal Consiglio stesso a fine 2010, siamo sui 30 milioni di euro. Una cifra che si mantiene stabile dal 2005. In precedenza – dal 2000 al 2005 – le risorse a disposizione del Consiglio erano inferiori, molto inferiori: intorno ai 25 milioni. Le quattro grandi aree di spesa riguardano gli organi, il personale, il funzionamento degli uffici, le istituzioni. Dal 2005 gli importi impegnati per le spese dei componenti di Giunta e Consiglio (indennità, rimborsi spese, missioni, indennità di fine mandato, assegni vitalizi) si attestano al di sotto dei 17 milioni di euro.

QUOTA 40. I consiglieri regionali sono – ovviamente – la voce che pesa di più nel bilancio (dati forniti dal presidente Monaci durante la conferenza stampa di fine anno): 8.388.791 nel 2010, cifra diminuita nel 2011 arrivando a 7.836.944 (-6,6%) in gran parte dovuta al taglio di dieci consiglieri. Il risparmio, una volta a regime, dovrebbe attestarti a 1 milione 300 mila euro in meno all’anno. Ricordiamo infatti che nel 2005 furono eletti 65 consiglieri, contro i 50 delle legislature precedenti. Poi, nel 2010, il Consiglio si rese conto del gravissimo errore commesso. Ma non si tornò alla situazione precedente: infatti i consiglieri eletti furono 55. Ora è stato annunciato che – entro questa legislatura, 2015 – si provvederà ad un ulteriore taglio scendendo a 40 consiglieri. La riduzione di consiglieri (e anche di assessori) dovrebbe portare un risparmio di 6 milioni perché dovrebbe diminuire anche l’apparato tecnico e amministrativo e si registrerà un calo delle spese di gestione (uffici, luce, telefoni e così via). Vedremo.

LE SEGRETERIE. Le spese sostenute per le segreterie dei gruppi consiliari sono state nel 2010 poco più di 3 milioni di euro, nel 2011 sono lievitate a 3.615.562. Le spese sostenute per le segreterie del presidente e dei componenti dell’ufficio di presidenza sono rimaste stabili dal 2010 toccando poco più di 1 milione 800 mila euro. Una voce che nel 2011 è stata toccata in modo pesante sono le spese di rappresentanza: nel 2010 erano poco più di 1 milione per scendere, l’anno scorso, a 587 mila euro (-43%, ben fatto!).

I CONSIGLIERI. E ora, dai costi, veniamo a quantificare quanto guadagnano i consiglieri. Questo dato è stato un po’ più complicato da trovare. Ma non ci siamo persi d’animo. E finalmente, sul sito www.parlamentiregionali.it, un po’ nascoste nei vari sottomenù abbiamo trovato una tabella aggiornata al febbraio 2012. Qui si riesce a farsi un’idea dell’ammontare mensile degli emolumenti dei 55 consiglieri regionali toscani nominati nel 2010. Nominati sì e non eletti a causa della legge elettorale votata – da Pd e Pdl con voto «bipartisan» – nella precedente legislatura che ha eliminato il voto di preferenza. E ha ispirato il «Porcellum» nazionale.

Ma qui il discorso si farebbe troppo lungo. Dunque, tornando alle cifre, ogni consigliere guadagnerà per 5 anni un netto mensile di 3.123 euro. A questi si devono però sommare i rimborsi che vanno da un minimo di 2.272 ad un massimo di 4.462 euro. Il totale, dunque, va da un minimo netto di oltre 5.400 euro, ad un massimo di oltre 7.600. E qui si parla del consigliere «base». Perché quelli che, fra i 55 (e sono molti), hanno assunto ruoli come quello di capigruppo, presidente di commissione, consigliere segretario o altri incarichi fino alla presidenza del Consiglio avranno emolumenti superiori. Per fare qualche esempio: un presidente di commissione prende 3.775 euro, più da un minimo di 2.457 a un massimo di 4.647.

Quindi andiamo dai 6.200 agli 8.300 euro. E poi c’è il vicepresidente del Consiglio che parte da una base di 4.096 euro per arrivare con i rimborsi (al massimo) a circa 9 mila euro. Il presidente parte dalla stessa base ma ha un rimborso massimo inferiore(solo 2.800 euro) – come anche il presidente della Giunta e gli assessori – perché viene sottratto il beneficio di avere una vettura di servizio – assegnata stabilmente – che viene quantificata poco più di 2.500 euro al mese.

FINE MANDATO. Non solo. A fine mandato i consiglieri avranno poi diritto ad una indennità, pari ad una mensilità per ogni anno in cui sono stati in carica. Alcune regioni si limitano a calcolare il Tfr dei consiglieri sulla base dell’indennità di carica, dunque sullo stipendio base. È il caso dell’Emilia Romagna dove il Tfr è uguale per tutti. Ma la Toscana, come la Campania, considera nel computo anche le altre indennità, come quella di funzione. E la liquidazione, di riflesso, risulta più sostanziosa.IL VITALIZIO. Dopodiché, in Toscana, dai 60 anni in avanti, un vitalizio attende i consiglieri regionali. Già con una sola legislatura si ha diritto all’assegno (in base agli anni si va dal 20 al 50%). Facendo un rapido calcolo anche a chi ha fatto solo cinque anni in Consiglio spettano circa 1.000 euro netti al mese. Ad ogni consigliere ogni mese viene detratto il 17% dell’indennità (cioé dello stipendio). Chi è stato consigliere per cinque anni (una legislatura) prende ad esempio il 20% dell’indennità. Fino ad arrivare a coloro che con 15 anni di Consiglio regionale alle spalle ogni mese percepiscono il 50%. La notizia positiva è che dal 2015 il vitalizio diventerà contributivo e scatterà non più a 60 anni ma alla stessa età prevista per tutti i lavoratori.

IL CONFRONTO. Sono cifre importanti. Tutte. Sia i costi, sia gli emolumenti. Si può certo affermare che ci sono rappresentanti di altre regioni che guadagnano di più. In Puglia, Sicilia, Molise – solo per citarne alcuni – si raggiungono i 10 mila euro di indennità mensile. Un’enormità. Ma se si guardano i costi per Giunta e Consiglio (dati Uil) la Toscana (circa 85 milioni nel 2010) si piazza al sesto posto in Italia solo dopo Sicilia (158 milioni!), Lazio, Sardegna , Campania e Calabria. Comunque, se qualche dato non risultasse corretto, siamo pronti ad essere smentiti. Certo se i dati fossero presenti e ben visibili sui siti della Regione non ci sarebbe il rischio di commettere errori. E il cittadino sarebbe più informato.

LA LETTERA DEL PRESIDENTE MONACI: HO DIFESO LA DEMOCRAZIAEgregio Direttore, la tradizionale apertura al confronto di Toscana Oggi non verrà certo meno, negando ospitalità a questo mio breve – prometto – intervento, doveroso e necessario dopo quanto scritto da Ennio Cicali nel numero di domenica 26 febbraio. Legittimo intervento il suo, legittima – mi sia consentita – la replica del presidente del Consiglio regionale. Una replica «ad adiuvandum», rispetto a quanto, pubblicamente, detto nel corso di quella seduta contestata dallo stesso Cicali, seduta peraltro che non è costata un euro al contribuente (o meglio, un euro in più rispetto al costo dell’istituzione Regione).

Se difendere la necessità di un’istituzione democraticamente eletta dalla stragrande maggioranza dei toscani, organo legislativo – perché così lo ha voluto la Costituzione – e di rappresentanza della comunità toscana, è vizio da deprecabile «Prima Repubblica» (vizio al pari delle preferenze, che personalmente prediligo, o no?), confesso pubblicamente il peccato e accetto la gogna. Se invece difendere tale istituzione, anche nelle sue funzioni di indirizzo e controllo – contrappeso necessario per una democrazia compiuta – degli organi di governo, maturati per scelte parlamentari al rango quasi di «uomo forte al comando», è elemento di fastidio per una politica che si vuole meno condivisa, in nome di un’efficienza riconosciuta nella sola delega ai pochi, allora mi ribello. Nessuno salva gli sprechi. Della politica come di qualunque altra umana attività. Ma perseverare nell’acritico assioma «politica = spreco», è, mi sia permesso l’ardito paragone, non voler separare il «grano dal loglio».

Abbiamo, benché non «bocconiani» (che sia un male, oggi, in Italia, non esserlo?) ridotto i costi del Consiglio del 27 per cento su base annua, al netto delle riduzioni obbligate dall’intervenuta consistente riduzione dei consiglieri. Nel 2012 ridurremo almeno di un altro 6%. Abbiamo già modificato la legge elettorale portando i consiglieri a 40. Abbiamo abolito il vitalizio. Affronteremo nelle prossime settimane la formalità – si, perché tale è – dell’adeguamento statutario ad una decisione irreversibile e già, nei fatti, efficace. I consiglieri regionali guadagnano troppo per il lavoro che fanno? Le porte sono aperte: chiunque può venire, vedere e chiedere conto di ogni euro speso. I singoli cittadini come Toscana Oggi.

Valga, ovviamente, questo come invito per il signor Cicali.

Cordialità

Alberto Monacipresidente del Consiglio regionale della Toscana

Carissimo Presidente, non solo non le neghiamo l’ospitalità, ma siamo ben felici di pubblicare un suo intervento, come del resto è successo anche in un passato piuttosto recente. La ringrazio perché ci riconosce aperti al confronto. Ed è proprio quello che animava la nostra critica al Consiglio regionale straordinario sui costi della politica. Le garantisco anche che l’«acritico assioma politica=spreco» non fa parte della nostra cultura. Noi abbiamo un concetto alto della politica e come tale ci piacerebbe che fossero sempre alte le questioni che affronta. Francamente, come si diceva nel titolo dell’articolo a cui Lei fa riferimento, quel Consiglio straordinario ci è sembrato «troppo straordinario», ovvero pensavamo (e pensiamo) che ci siano cose più urgenti, anche perché, come si diceva nell’articolo, nessun mette in dubbio l’importanza del Consiglio regionale e della Regione nel suo insieme.

Per questo il nostro Simone Pitossi ha fatto la «ricerca» che pubblichiamo in questa pagina. Non certo per spirito polemico o per avere l’ultima parola, bensì per fare chiarezza e favorire la trasparenza. Nessuno ce l’ha con i consiglieri regionali. Con alcuni di loro c’è addirittura un ottimo rapporto di collaborazione e direi anche di amicizia (per fortuna trasversale agli schieramenti). Le dico solo che anche qui si lavora (e anche le nostre porte sono aperte), ma i nostri stipendi hanno ben poco a che vedere con quelli dei consiglieri regionali. Eppure anche noi, a partire dal sottoscritto, qualche responsabilità ce la prendiamo.

Con immutata stima per Lei e per l’importante istituzione che rappresenta.

Andrea Fagioli