Toscana

Regionali, vince Rossi con il 59,7%

MARTINI IN CARICA PER ALTRI 15 GIORNI. Enrico Rossi è il nuovo presidente della Toscana, il settimo dal 1970. Ma per almeno 10-15 giorni il presidente rimarrà Claudio Martini, come in carica rimarrà l’attuale giunta e l’attuale consiglio regionale. Come accade per ogni elezione, prima della proclamazione ufficiale del nuovo presidente la Corte d’Appello di Firenze dovrà infatti verificare i verbali di tutti e 3.966 le sezioni elettorali della Toscana.  A quel punto, se il controllo avrà esito positivo, proclamerà nuovo presidente Enrico Rossi e nuovi consiglieri regionali i 53 eletti, a cui si aggiunge il presidente della giunta e la candidata della coalizione arrivata seconda, Monica Faenzi.  Una volta proclamato Rossi nuovo presidente, la vecchia giunta decadrà e fino alla nomina della nuova, che sarà composta al massimo da dieci assessori, il neo presidente manterrà presso di sé tutte le deleghe. Seggi: era già tutto previsto.

CHI PERDE E CHI GUADAGNA. Il Pdl tiene sostanzialmente i voti di cinque anni fa, almeno guardando le percentuali. Nel 2005 Forza italia e An conquistarono il 28,07%. La Lega Nord moltiplica per cinque i voti che aveva: nel 2005 aveva riscosso l’1,27%. Guadagna qualcosa anche l’Udc (dal 3,66 al 4,8), che nel 2005 aveva corso insieme Forza italia e An sostenendo Antichi. La Federazione della Sinistra e i Verdi mantengono solo un voto su tre: nel 2005 Rifondazione Comunista, che correva da sola, e il Partito dei Comunisti Italiani e i Verdi aveva raccolto il 15,25% dei consensi. L’Italia dei Valori vola dallo 0,88 al 9,4%, Alle Europee del 2009 aveva riscosso il 6,78%. Sinistra Ecologia e Libertà si ferma al 3,8, poco sopra il 3,53% conquistato sempre l’anno scorso per le Europee. Nel 2005 non esisteva. Il Pd-Riformisti toscani (42,77%) perdono il 6,5 per cento rispetto al 2005, quando ottennero il 48,77%, ma riconquistano qualche consenso in più rispetto alle Europee dell’anno scorso quando si fermarono al 38,7%. Forza Nuova mantiene i voti delle Europee dell’anno corso. La lista Bonino-Pannella invece li perde (dal 2,6% del 2009 allo 0,6%). VOTO AI PRESIDENTI. Ci sono elettori che hanno votato solo il candidato presidente e nessun partito che lo sosteneva. Qualcuno magari ha votato il presidente di una coalizione e il partito di un altro. Enrico Rossi ha preso così 133 mila voti in più rispetto alla coalizione “Toscana Democratica”. In questo caso il confronto va fatto sui numeri assoluti e non tanto sulle percentuali: i voti per le liste sono stati infatti quasi 250 mila in meno rispetto a quelli per i presidente. Così Toscana Democratica, che pure ha avuto meno voti rispetto a Enrico Rossi, conquista il 60,7%. Anche Monica Faenzi raccoglie più consensi della sua coalizione: 608.368 voti contro 510.396. Il divario, percentualmente, cresce con Alfonso De Virgiliis (13.882 voti contro 8.398) e Ilario Palmisani (7.974 contro 5.586). Bianche e nulle sono state 55 mila (circa il 2,7%). COSI’ I SEGGI. Questa la ripartizione dei seggi secondo una simulazione della Regione (sui dati definitivi). Come avevamo previsto, alla coalizione che ha sostenuto Enrico Rossi andranno 32 seggi: 33 con il presidente della giunta, che siede di diritto in Consiglio. Ventuno saranno i seggi per le minoranze, 22 con il seggio per Monica Faenzi. Il Partito Democratico e Riformisti Toscani saranno rappresentati da 24 consiglieri: i cinque candidati del listino regionale (Andrea Manciulli, Caterina Bini, Pieraldo Ciucchi, Daniela Lastri, Alberto Monaci) e poi ancora 2 consiglieri a Arezzo (Vincenzo Ceccarelli, Enzo Brogi), 5 a Firenze (Vittorio Bugli, Gianluca Parrini, Alessia Ballini, Paolo Bambagioni, Nicola Danti), 1 a Grosseto (Anna Rita Bramerini), 2 a Livorno (Matteo Tortolini, Marco Ruggeri), 2 a Lucca (Marco Remaschi, Ardelio Pellegrinotti), 1 a Massa-Carrara (Loris Rossetti), 2 a Pisa (Ivan Ferrucci, Pier Paolo Tognocchi), 1 a Pistoia (Gianfranco Venturi), 1 a Prato (Fabrizio Mattei) e 2 a Siena (Marco Spinelli, Rosanna Pugnalini). L’Italia dei Valori porta in Consiglio i cinque candidati del listino regionale (Fabrio Evangelisti, Francesco detto Pancho Pardi, Sonia Alfano, Giuliano Fedeli, Marco Manneschi). In caso di rinuncia di uno o più candidati passerebbero, nell’ordine, il primo candidato nella lista provinciale di Firenze (Cristina Scaletti), di Pisa (Maria Luisa Chincarini), di Livorno (Marta Gazzarri), di Lucca (Renato Baldi) e di Arezzo (Franca Corradini). La Federazione della Sinistra e i Verdi saranno rappresentanti da Monica Sgherri, Paolo Marini, Mauro Romanelli, candidati anche loro nel listino regionale. In caso qualcuno rinunci, passerebbero nell’ordine Carlo Bartoloni (Firenze), Maurizio Bini (Pisa) e Alessandro Trotta (Livorno). L’Udc porta in consiglio il candidato presidente (Francesco Bosi) e l’unico nome del listino regionale (Nedo Lorenzo Poli). I primi non eletti, in caso qualcuno dei due rinunci, sono Marco Carraresi (Firenze), Giuseppe Del Carlo (Lucca), Luca Paolo Titoni (Pisa) e Lorenzo Zirri (Arezzo).Nella Lega Nord entrano in Consiglio regionale il candidato del listino (Antonio Gambetta Vannia), il primo tra i candidati di Firenze (Claudio Morganti) e di Lucca (Marina Staccioli). Se Morganti, eurodeputato, si dimettesse, subentrerebbe il primo dei non eletti a Firenze ovvero Gian Luca Lazzeri. Nel Pdl, oltre a Monica Faenzi, entrano Alessandro Antichi, Stefania Fuscagni, Salvadore Bartolomei, Marco Taradash e Stefano Mugnai (candidati nel listino regionale), 2 consiglieri a Firenze (Nicola Nascosti e Stefania Fuscagni, che se opterà per il listino regionale sarà sostituita da Paolo Marcheschi), un consigliere ad Arezzo (che se Stefano Mugnai sceglierà il listino regionale sarà sostituito da Paolo Enrico Ammirati) e sempre un consigliere per ciascuna delle altre otto province ovvero Andrea Agresti (Grosseto), Maurizio Zingoni a Livorno (se Taradash opterà per il listino), Santini (Lucca), Jacopo Ferri (Massa-Carrara), Giovanni Donzelli (Pisa), Roberto Benedetti (Pistoia), Claudio Marignani (Siena). Se un consigliere si dimetteI meccanismi previsti dalla legge elettorale per la surroga dei consiglieri eletti che rinunciano all’incarico – o che si dimettono perché magari nominati assessori – sono semplici. Per i candidati presiden ti eletti come consiglieri subentra il candidato della circoscrizione provinciale che ha il miglior resto non ancora utilizzato. In caso di coalizioni, si considera il miglior quoziente di tutte le liste che compongono quella coalizione: è il caso di Monica Faenzi, parlamentare, che se si dimettesse lascerebbe il posto ad un quarto consigliere della Lega Nord, ovvero Dario Locci (Arezzo). Lo stesso meccanismo di surroga vale per i candidati del listino regionale. Per i consiglieri eletti nelle liste circoscrizionali subentra il primo dei non eletti di quella determinata circoscrizione.

 

Candidato

Tot

Listino

AR

FI

GR

LI

LU

MS

PI

PT

PO

SI

Fed. della Sinistra – Verdi

3

3

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Italia dei Valori

5

5

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Sinistra Eco. e Liberta’

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

PD – Riformisti Toscani

24

5

2

5

1

2

2

1

2

1

1

2

Toscana Democratica

32

13

2

5

1

2

2

1

2

1

1

2

Il Popolo della Libertà

16

5

1

2

1

1

1

1

1

1

1

1

Lega Nord

3

1

0

1

0

0

1

0

0

0

0

0

Per La Toscana

19

6

1

3

1

1

2

1

1

1

1

1

Unione di Centro

2

1

0

0

0

0

1

0

0

0

0

0

Lista Bonino Pannella

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Forza Nuova

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

COMUNALI: PIETRASANTA AL BALLOTTAGGIO. In Toscana si votava anche per una manciata di comuni, appena 8 di cui alcuni molto piccoli. Il più grande, l’unico sopra i 15 mila abitanti, è Pietrasanta, da dieci anni in mano al centrodestra, ma che dovrebbe andare al ballottaggio, con il candidato del centrosinistra in netto vantaggio per le divisioni sul dopo-Mallegni. Degli altri comuni, sette sono del centrosinistra (Scarperia, Montieri, Coreglia Antelminelli, Villafranca in Lunigiana, Uzzano e Castellina Marittima) e uno, il più piccolo, Orciano Pisano, di una lista civica. (leggi servizio

I COMMENTI. «La Toscana riparte dalle sue radici, dai valori di giustizia sociale e di solidarietà, riprende a correre e a trovare nuove strade per lo sviluppo». Emozionato e quasi travolto da fotografi e ospiti della Sala Pegaso, il neo presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha sintetizzato così il significato di questa straordinaria giornata di voto. «Il risultato è netto – ha proseguito dopo aver indossato (senza però annodarla) la cravatta che gli aveva appena consegnato il presidente uscente Claudio Martini – e fa spiccare la Toscana nel panorama nazionale. Il primo a concorrervi è stato proprio Claudio Martini per tante ragioni e passioni. Con stile ed eleganza ha saputo preparare la sua successione e questo in politica conta molto. E’ stato anche un lavoro collettivo, che ha visto protagoniste tutte le forze della coalizi one e i colleghi della giunta in prima persona. Girando per la Toscana mi sono accorto che la giunta uscente è rispettata in tutto, in sanità ma anche, ad esempio, per le politiche del lavoro e di sostegno in un momento di crisi economica. Si torna a vincere dovunque e dentro questa vittoria netta c’è la “perla” di Prato». Per il neo presidente il fenomeno dell’astensione è un dato nazionale «importante»: «A forza di evocarla, l’antipolitica si è materializzata – ha detto –. Ma – ha proseguito – potrebbe essere contrastata anche con misure semplici, ad esempio il riallineamento delle elezioni regionali con quelle amministrative e garantendo il diritto di voto ai lavoratori e agli studenti fuori sede. Enrico Rossi è quindi tornato su un tema a lui caro quello della «buona politica»: «Questa campagna elettorale – ha detto – è stata faticosa ma p er me utilissima. La Toscana ora non me la racconta nessuno. Mi sono accorto che siamo rispettati dai cittadini. Sono contro agli show e ai giuramenti in piazza, la politica deve avere una sua dignità, la politica ha bisogno di proposte serie.Per concludere una dedica affettuosa della vittoria («A mio figlio, perché crede in me»), una battuta forte sul governo («Questi signori devono sapere che sono molto arrabbiato per come stanno gestendo il fondo sanitario, un invito alla diretta antagonista Monica Faenzi («Venga a fare l’opposizione in consiglio») e i primi atti che compirà da presidente: «Porterò come promesso ai carcerati i materassi che abbiamo acquistato. E’ un fatto di civiltà. Poi convocherò gli stati generali della scuola dell’obbligo, che sta subendo un grave attacco, e infine mi metterò al lavoro immediatamente per agevolare l’accesso al credito alle imprese toscane.» “Le forti radicalizzazioni che hanno contraddistinto questa campagna elettorale, – ha dichiarato Francesco Bosi – hanno finito per premiare i partiti più estremi cioè Di Pietro e la Lega. Oggi sarà difficile governare la crisi del Paese e della nostra Regione. L’Udc ha rivolto un messaggio in questo senso richiamando al senso di responsabilità perchè la politica è una cosa seria e richiede di impegnarci per la soluzione dei problemi della gente. Non è stato facile farsi largo in mezzo a provocazioni astratte e talvolta assurde. Comunque in Toscana il nostro risultato premia un lavoro serio e responsabile. Faremo tesoro dei voti ricevuti per continuare il nostro impegno nelle istituzioni e nella società richiamando tutti ad una nuova politica incentrata sulla partecipazione e sul servizio alla collettività”. AFFLUENZA AI MINIMI STORICI: 60,92%. Si sono chiusi i seggi, 3.966 in tutta la regione, e i toscani che si sono recati a votare per eleggere il nuovo presidente della giunta regionale e il nuovo consiglio regionale 1.844.706, il 61,29%, il 10,11 %o in meno rispetto a cinque anni fa. Non hanno votato quasi quattro toscani su dieci. E’ il dato più basso dal 1970. Alle Europee del 2009 aveva votato il 72,9%: alle politiche del 2008 si era recato alle urne l’88,03%, ma allora nelle liste elettorali dei comuni non c’erano i toscani residenti all’estero e il falso effetto ottico fu quello di un’affluenza superiore alla realtà, non confrontabile con quello delle elezioni precedenti né con le attuali regionali. La provincia con la maggiore affluenza è stata Siena (65,1%), seguita da Firenze (64,5%), Arezzo (62,1%), Pisa (61,7%), Prato (61,5%), Pi stoia (60,2%), Grosseto (60,2%), Lucca (59,4%), Livorno (57,1%) e Massa-Carrara (53,4%).Nel 2005, chiusi i seggi, aveva votato il 71,35% dei toscani, ovvero 2.156.460 elettori. La provincia con la maggiore affluenza fu anche allora Siena (76,21%), seguita da Firenze (74,10%), Arezzo (73,77%), Grosseto (72,41%), Pisa (72,37%), Pistoia (70,85%) e Prato (70,63%). Agli ultimi tre posti nel 2005 erano le province di Livorno (69,73%), Massa-Carrara (64,35%) e Lucca (64,15%). PER LA FORTE ASTENSIONE SKY RINUNCIA AGLI EXIT POLL. L’astensione è stata così forte che  Sky Tg24 ha deciso di non render note le intention poll (intenzioni di voto) raccolte da Digis relative alle 13 regioni chiamate al voto, attese per le 15 di oggi, alla chiusura dei seggi. “E’ una scelta di responsabilità giornalistica – spiegano dai microfoni della pay tv – La direzione di Sky Tg24 ha deciso all’ultimo minuto di non comunicare questi dati. Poiché l’elemento predominante di questa tornata elettorale e di queste ultime ore è stato l’astensionismo, il sensibile calo dell’affluenza al voto rischia di pregiudicare la validità degli intention poll”.

Il sito della Regione Toscana con i dati aggiornati

Risultati elezioni regionali 2010 – Toscana (3.969 sezioni  su 3969)

REGIONALI 2010

AFFLUENZA

61,3% 1.844.747 votanti

PRESIDENTE

Candidati

voti

%

Enrico Rossi

1.055.751

59,7

Toscana Democratica

922.240

60,7

Monica Faenzi

608.680

34,4

Per La Toscana

510.641

33,6

Francesco Bosi

81.106

4,6

Udc

72.548

4,8

Alfonso De Virgiliis

13.892

0,8

Lista Bonino Pannella

8.414

0,6

Ilario Palmisani

7.980

0,5

Forza Nuova

5.588

0,4

RISULTATI

Liste

voti

%

Fed. della Sinistra – Verdi

80.017

5,3

Italia dei Valori

143.194

9,4

PD – Riformisti Toscani

641.214

42,2

Sinistra Eco. e Liberta’

57.815

3,8

Toscana Democratica

922.240

60,7

Il Popolo della Libertà

412.118

27,1

Lega Nord

98.523

6,5

Per La Toscana

510.641

33,6

Unione di Centro

72.548

4,8

Lista Bonino Pannella

8.414

0,6

Forza Nuova

5.588

0,4

REGIONALI 2005

AFFLUENZA

71,35 % 2.156.460 votanti

PRESIDENTE

Candidati

voti

%

Claudio Martini

1.185.374

57,37

Toscana Democratica

1.024.106

47,49

Alessandro Antichi

678.491

32,84

Per la Toscana

595.975

27,64

Luca Ciabatti

151.560

7,33

A sinistra per la democrazia

148.103

6,87

Marzio Gozzoli

20.845

1,01

Alternativa Sociale

14.651

0,68

Renzo Macelloni

30.062

1,45

Socialisti e Laici

23.379

1,08

RISULTATI

Liste

voti

%

Ulivo

880.876

48,77

Comunisti italiani

77.126

4,27

Verdi

50.235

2,78

Italia dei valori

15.869

0,88

Toscana Democratica

1.024.106

47,49

Forza Italia

310.427

17,19

AN

196.478

10,88

UDC

66.186

3,66

Lega Nord Toscana

22.884

1,27

Per la Toscana

595.975

27,64

Rifondazione Comunista

148.103

8,20

A sinistra per la democrazia

148.103

6,87

Alternativa sociale

14.651

0,81

Alternativa Sociale

14.651

0,68

Socialisti e Laici

23.379

1,29

Socialisti e Laici

23.379

1,08

Come si attribuiscono i seggi

Fino al 2005 qualsiasi lista che avesse superato la soglia di sbarramento, avrebbe avuto almeno un seggio in Consiglio regionale. Il metodo di calcolo da quest’anno è cambiato. Dalla formula Adams si è passati al metodo D’Hondt. E così anche i partiti che supereranno la soglia di sbarramento non possono più essere sicuri di eleggere un consigliere regionale.Dipenderà dal numero dei consensi e dal divario di voti rispetto alle altre liste. Peraltro anche la soglia di sbarramento è cambiata, rispetto a cinque anni fa. Nel 2005 era l’1,5% per partiti che correvano con una coalizione che superava il 5% e il 4% per chi era parte di una coalizione che al 5% non arrivava. Chi superava quella soglia, aveva un seggio sicuro.Oggi la soglia di sbarramento è per tutti il 4%. Ma come saranno attribuiti i 55 posti del futuro Consiglio regionale, dieci in meno rispetto a quelli di cinque anni fa? Il primo seggio spetta al presidente della giunta e il secondo al candidato presidente della coalizione che arriverà subito dietro.Premio di maggioranza variabile, premio di garanzie per le minoranze. Le liste collegate al presidente vincente hanno diritto ad un premio di maggioranza, che non è fisso ma variabile (ed eventuale). Se il presidente eletto ha ottenuto meno del 45% dei voti, ai partiti che lo appoggiano spetteranno complessivamente almeno il 55% dei seggi. Se il presidente ha ottenuto più del 45% dei voti, la coalizione avrà diritto al 60% dei seggi (ovvero 32). Se già ne ha ottenuti più del 65, dovrà rinunciare a qualcuno visto che la stessa legge elettorale prevede che alle minoranze spetti almeno il 35% dei seggi. Tradotto in numeri: se ne aveva 35 o 36, ne potrà mantenere solo 34.Prima i candidati del listino, poi quelli delle circoscrizioni. Conteggiati i voti delle coalizioni e dei singoli partiti e stabilito a quanti seggi abbiano diritto, i primi ad entrare in Consiglio saranno i candidati presidente e i candidati dei listini regionali. I seggi che rimangono vanno divisi tra le liste provinciali: in questo caso contano i migliori quozienti.Almeno un consigliere per ogni provincia. C’è comunque anche una clausola di rappresentanza dei territori. Se una provincia dovesse risultare priva di consiglieri (nessuno nelle fila della maggioranza e nessuno in quelle delle minoranze), scatta una procedura di ricalcolo che prevede l’assegnazione di un seggio alla lista provinciale che, in quella circoscrizione, abbia raccolto più voti. Un seggio, a quel punto, verrà tolto alla lista provinciale (dello stesso gruppo) che si era vista assegnare l’ultimo quoziente utile.Sei fai l’assessore, non puoi essere consigliere. Nel 2005 la legge elettorale permetteva ad un consigliere nominato assessore di essere momentaneamente sostituito. Se si dimetteva da assessore, tornava a fare il consigliere. Stavolta non sarà più possibile: se un consigliere viene nominato assessore, dovrà dimettersi e sarà sostituito dal primo de non eletti.Chi sostituisce chi. Per sostituire i consiglieri che si dimetteranno (non solo se nominati assessori) si scorre tra i non eletti della lista provinciale del partito a cui appartiene il consigliere dimissionario. Se il consigliere era candidato nel listino regionale, si scorre in quello (se ci sono non eletti). Elezioni, guida al votoRegionali, forum con i candidatiRegionali, torna il «Seggiolotto»: ecco i 55 «nominati»Alle urne anche in 8 comuni. Prove d’intesa Pd-UdcRegionali 2010, le listeIl voto, arma spuntata ma pur sempre armaLo speciale della Regione Toscana (con fac simile schede)Ecco chi ha sottoscritto gli impegni per la famiglia proposti dal Forum