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RIO+20: SANTA SEDE E CHIESA BRASILIANA PRESENTI A SUMMIT E A «CÙPULA DOS POVOS»

La Santa Sede – tramite mons. Francis Chullikatt, Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite – e la Chiesa brasiliana sono presenti alla Conferenza delle Nazioni Unite sull‘ambiente e lo sviluppo (Rio+20) in corso in questi giorni (fino al 22 giugno) a Rio de Janeiro, con i leader di tutto il mondo riuniti per parlare di cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile. In contemporanea al summit mondiale, si apre oggi al Parco Flamengo (Aterro do Flamengo), la «Cùpula dos Povos», un incontro della società civile organizzata con numerosi eventi e dibattiti, a cui parteciperà l‘arcidiocesi di Rio de Janeiro e la Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb). La delegazione della Santa Sede è guidata dal cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo. «É un compito importante – afferma il card. Scherer – ed una occasione per esprimere la posizione della Chiesa sulle questioni trattate durante Rio+20». Oggi, nella Tenda della Pace al Parco Flamengo, ci sarà un dibattito su ambiente e giustizia sociale. «La Chiesa ha un suo pensiero, un suo sguardo su questi temi – prosegue il card. Scherer -, una visione dell‘uomo, una posizione sull‘economia, la cultura, la vita… Perciò la parola della Chiesa, tramite la Santa Sede, può aiutare a servire ed illuminare, e ciò fa parte della sua missione evangelizzatrice».

In un‘intervista ad una tv brasiliana mons. Chullikatt ha parlato del ruolo della Chiesa a Rio+20, mettendo in evidenza tre aspetti dello sviluppo sostenibile: economico, sociale e ambientale. «Riguardo all‘aspetto economico – ha detto l’Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite -, la Chiesa è da sempre interessata ai problemi dei Paesi poveri. È inoltre pienamente coinvolta nel miglioramento delle condizioni sociali nel mondo. Ci interessa anche la tutela dell’ambiente e siamo preoccupati per il disastro ecologico in Amazzonia. Ci prendiamo cura della natura, perché come cattolici crediamo nella salvaguardia del creato». «Siamo venuti soprattutto per portare la voce di coloro che non hanno voce – ha precisato mons. Chullikatt -, in particolare le persone dei Paesi poveri». (Sir)