Toscana

Route Agesci: E Renzi concede l’esclusiva a «Camminiamo insieme»

Questa mattina, però, all’inizio del viale che collega Cascine nuove con Cascine vecchie, veniamo bloccati. «Ragioni di sicurezza. È in arrivo la presidente della Camera Laura Boldrini. Parcheggi qui a lato e proceda a piedi». Laura Boldrini arriverà un’ora e mezzo più tardi. Giusto il tempo per percorrere in tutta tranquillità all’ombra dei pini un viale lungo sei km e osservare alcuni rituali del menage quotidiano del popolo dei rover e scolte riuniti a San Rossore: la pulizia sotto le cannelle d’acqua presenti in ogni quartiere, l’approvvigionamento per la colazione, la fila intorno agli stand dove si può acquistare il francobollo dell’evento, altri gadget, le piantine di pino offerte dal parco, le mostre fotografiche.

«Jesi 1 ti abbraccia forte» cantano i giovani scout marchigiani all’arrivo della presidente della Camera. È qui che Laura Boldrini è cresciuta. Anni che non si dimenticano facilmente, perché decisivi per la formazione di una persona: è nell’adolescenza che decidi se fregartene di ciò che ti circonda o se, invece, è il caso di interessarsi al mondo.

Il tema scelto dal clan di Empoli è «Il coraggio di amare. La violenza nelle donne». Lei precisa immediatamente: «la violenza commessa in nome dell’amore è la più subdola delle violenze».

Laura Boldrini ricorda che il Parlamento, come primo atto della legislatura, ha firmato la convenzione di Istanbul, che stabilisce come la violenza sulle donne sia violazione dei diritti umani. Ricorda anche come il Parlamento abbia convertito in legge un decreto sulla violenza di genere. «Certo è che le leggi devono essere attuate, per non rimanere solo buone intenzioni». Un esempio su tutti: «i centri antiviolenza devono essere finanziati».

Il discorso scivola su molti altri temi: il ruolo delle donne nei paesi poveri, il nostro rapporto con il diverso, il dialogo interreligioso, la paura dei giovani per il futuro: «è vero, i nostri figli, per la prima volta, vivranno peggio di noi». Tuttavia «conosco molti giovani che, in questo tempo di crisi, stanno portando a compimento i loro sogni. Sono andati a studiare all’estero e adesso stanno mettendo le loro nuove competenze al servizio dei territori».

Oggi è stato anche il giorno di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, un’associazione impegnata nella lotta contro ogni tipo di mafia e che rappresenta un punto di riferimento costante per lo scoutismo italiano.

Ha portato la sua testimonianza – e vestito la maglietta della route – anche un ex ministro, Cecile Kyenge, cui l’ex premier Enrico Letta  aveva affidato la delega per l’integrazione.

Ma è stato soprattutto il giorno di Matteo Renzi che, a sorpresa, si è presentato a San Rossore insieme alla moglie, ha girato la tenuta con l’auto elettrica, ha pranzato con i presidenti nazionali dell’Agesci, ha partecipato all’incontro degli alfieri dei tanti clan che dovevano chiudere la stesura della carta del coraggio. Ha regalato centinaia di selfie, ha concesso una intervista esclusiva al periodico Camminiamo insieme, l’house organ del movimento scoutistico italiano.

Ragazzi in delirio: «Matteo sei uno di noi!». «Abbiamo un presidente!» i cori da stadio più frequenti, a ricordo della comune esperienza nel mondo scout.

Il presidente del consiglio evita dichiarazioni da titoli di apertura, non vuole togliere visibilità a questi 30mila giovani riuniti a San Rossore per scrivere come intendono cambiare il mondo.

Soddisfatto Matteo Spano, presidente nazionale Agesci, cui diamo un passaggio in auto fino allo stand dell’accoglienza. «Tutto procede secondo programma. E quando andremo via da qui, non vedrete per terra nemmeno un foglio di carta».

Intanto, da un’ora è iniziata la veglia che accompagnerà i ragazzi fino all’alba, per salutare il nuovo ed ultimo giorno della route. Federico Taddia, noto autore e conduttore tv, chiama sul palco l’avventuriero Alex Bellini, la danzatrice Simona Aztori, l’astronauta Samantha Cristoforetti, Andra e Tatiana Bucci, le uniche due sorelle sopravvissute al campo di sterminio di Auschwitz.

Domani mattina la celebrazione eucaristica conclusiva presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco e concelebrata da diversi vescovi e sacerdoti. Inizio della cerimonia alle ore 9. Ritrovo dei giornalisti alle ore 7. Ricordando sempre di indicare il numero di targa: AW 659 XZ… 

Le foto sono di Gerardo Teta