La riforma della scuola in Italia non sarà piena e completa senza la soluzione del problema della parità, che ne rappresenta un pilastro portante in quanto attiene ai diritti fondamentali di libertà della persona e della famiglia. Lo ha ribadito mons. Diego Coletti, vescovo di Livorno e presidente della Commissione Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, aprendo oggi a Chianciano Terme il Convegno nazionale su Dirigenza scolastica: nuove responsabilità ed alleanze educative, promosso da Aimc (Associazione italiana maestri cattolici), Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti medi) e Disal (Dirigenti scuole autonome e libere), in collaborazione con l’Ufficio Cei per l’educazione, la scuola e l’università. L’affermazione di questi diritti ha detto il vescovo non significa la liberalizzazione indiscriminata di un mercato dell’istruzione, magari inseguendo modelli puramente aziendali, e nemmeno sminuire il compito e il diritto-dovere dello Stato di istituire e gestire scuole e di esercitare il compito di promozione e di verifica della qualità e della correttezza costituzionale del processo educativo. Al contrario, si tratta di superare vecchie diffidenze anticlericali e miopie culturali che hanno fatto della situazione italiana un caso anomalo in Europa. Sir