Vita Chiesa

SINODO DEI VESCOVI, MONS. ETEROVIC: BIBBIA, OCCORRE FAVORIRNE LA LETTURA

“Nel campo della diffusione della conoscenza della Bibbia tra i credenti c’è ancora molto da fare. E’ sufficiente ricordare che la Bibbia è stata tradotta in 2.454 lingue, mentre nel mondo vi sono fino a 6.700 lingue, di cui 3.000 sono considerate come principali”: lo ha detto stamane in Vaticano mons. Nikola Eterovic, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, in occasione della presentazione ai giornalisti dell’ Instrumentum Laboris della XII Assemblea generale ordinaria che si terrà dal 5 al 26 ottobre sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Mons. Eterovic ha aggiunto che “la Bibbia è il libro più tradotto e diffuso nel mondo, ma, purtroppo, non è il più letto”. Ha fatto infatti riferimento ai dati della ricerca Gfk-Eurisko, secondo la quale il 38% degli italiani praticanti avrebbe letto un brano biblico negli ultimi 12 mesi. “Occorre però sottolineare che tale percentuale non tiene conto della conoscenza biblica che deriva dalla partecipazione alla messa, domenicale o quotidiana, e alla sua attualizzazione nelle omelie e conferenze varie. E’ vero – ha poi aggiunto – che la maggioranza delle persone considera la Bibbia come difficile da intendere. Per questo il Sinodo si interrogherà su come guidare i fedeli a una lettura profonda ed ecclesiale della Bibbia”. “La Parola di Dio è un tema gigantesco anche per una grande assemblea qual è il Sinodo dei Vescovi”. Mons. Fortunato Frezza, sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, ha aperto così il suo intervento alla conferenza stampa odierna in Vaticano di presentazione dell’Instrumentum Laboris della XII Assemblea generale su “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa” (5-26 ottobre 2008). “Un documento sussidiario, espressione dell’attualità della Parola – ha aggiunto – dove trovano spazio diversi temi che toccano la Chiesa dall’origine della parola, alla ispirazione, alla scrittura, dalla Tradizione alla predicazione, all’insegnamento”. Mons. Frezza ha evidenziato in particolare la questione dell’omelia, il cui termine ricorre più volte nel documento a sottolineare l’ “urgenza di annuncio”. A questo proposito, l’Instrumentum afferma che “alla fame della Parola di Dio, non sempre corrisponde una predicazione adeguata da parte dei pastori della Chiesa per carenze nella preparazione seminaristica o nell’esercizio pastorale”. “Questa riflessione – ha spiegato il sottosegretario – da un lato evidenzia una situazione che a volte lascia a desiderare, ma dall’altro esprime il desiderio, forte ancora oggi, dell’assemblea dei fedeli di avere buone omelie e buone spiegazioni per penetrare le letture della liturgia”.Sir