Italia

SPESA SOCIALE: MARAZZITI (S. EGIDIO), I TAGLI POTREBBERO RIVELARSI MORTALI

“La crisi economica è mondiale, i tagli non sono un’opzione ma una necessità per tutti i paesi, tuttavia colpiscono settori e categorie che non fanno molto rumore e potrebbero rivelarsi addirittura ‘mortali’”: lo ha detto oggi a Roma, Mario Marazziti, della Comunità di S. Egidio, che ha presentato una serie di dati dal titolo “I tagli che non fanno rumore (ma che fanno molto male ..) ovvero Chi paga di più la crisi in Italia”. “Da un anno all’altro – ha spiegato Marazziti – i fondi tagliati alle spese sociali sono stati da 1,472 miliardi di euro a 349 milioni, con una decurtazione del 76,3%. Negli ultimi quattro anni si è scesi da 2,56 miliardi a 349. I settori più colpiti sono stati i fondi per la non autosufficienza, da 400 milioni a zero nel 2011; quello per l’inclusione degli immigrati da 100 milioni nel 2008 a zero e quello dei servizi per l’infanzia azzerato dal 2010”. Marazziti ha poi illustrato anche i dati riguardanti altri settori: politiche della famiglia (da 185,3 milioni del 2010 a 52,5 nel 2011), politiche giovanili (da 94,1 a 32,9), politiche sociali (da 435,3 a 75,3), fondo affitti (da 143,8 a 33,5), fondo servizio civile (da 170,3 a 113). “Ciò che si è prodotto, a cascata, è stato un taglio o addirittura l’interruzione di vari servizi: ad esempio i contributi per l’alloggio a Palermo, La Spezia, Roma, Milano; o degli assegni di cura per anziani e disabili a Roma, Palermo, Genova, Torino e altre”.Il rischio che i tagli alle spese nel campo sociale possano rivelarsi “mortali” è stato così spiegato da Mario Marazziti: “Se consideriamo il rapporto tra povertà e non autosufficienza, si constata che al diminuire del reddito disponibile, gli anziani mostrano un aumento della non-autosufficienza molto rilevante. Si passa infatti da un 5-7% di non autosufficienza tra i quartili di reddito più elevati fino a oltre il 20% tra i quartili di reddito più basso negli anziani oltre i 65 anni. Il che si traduce, quindi, in un maggiore ricorso alla ospedalizzazione a seguito di malattie e forme invalidanti e quindi a spese più considerevoli di quelle che la comunità dovrebbe sopportare per una assistenza domiciliare ben fatta”. “Abbandonare gli anziani più poveri a loro stessi costituisce quindi un risparmio immediato – ha aggiunto – ma che si tradurrà nel futuro in costi sociali ed economici più rilevanti oltre a invertire la tendenza che vedeva l’Italia come uno dei paesi con la più alta speranza di vita alla nascita, oltre che con la maggiore longevità”. La Comunità di S. Egidio ha sperimentato da un anno a Roma nei quartieri Testaccio, Trastevere ed Esquilino un programma di aiuto dal titolo “Viva Gli Anziani”, sostenuto dal ministero, regioni e comune, che vede impegnati 536 tra medici, assistenti e volontari, e un carico di 4000 anziani assistiti. “L’impegno economico pro-capite è bassissimo rispetto ai costi di ricovero”, ha detto Marazziti, “mezzo euro al giorno a testa rispetto ai circa 1000 euro per un giorno di ricovero”.Sir