Italia

SPESE MILITARI: BARBERA (CIPSI), DARE UN TAGLIO NETTO E COMPLETO

«Il taglio da 131 a 90 nell’acquisto dei cacciabombardieri F-35, come annunciato ieri dal ministro della Difesa Di Paola, unitamente alla riduzione di 33.000 posti militari e 10.000 civili nella Difesa italiana, sono segnali positivi ma non ci bastano!». Questo è il commento di Guido Barbera, presidente del coordinamento Solidarietà e Cooperazione Cipsi. “Il governo, in questa situazione di grave crisi del nostro Paese – prosegue Barbera -, non ha giustamente avuto il coraggio di rischiare impegni per la candidatura alle Olimpiadi di Roma, ma non ha neppure il coraggio di dare un taglio netto e completo a inutili spesi per l’acquisto degli F-35. Non ci basta ‘il regalino’ per stare bravi! Un po’ di fumo negli occhi non fermerà la voce di tante associazioni e di quella parte della società civile che si è mobilitata, in queste settimane, per contrastare questa commessa tanto costosa, quanto inutile”. Per il presidente di Cipsi, “il risparmio economico che consegue ai tagli previsti dal ministero della Difesa, è sicuramente importante in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. Ma non è di certo sufficiente di fronte ai sacrifici chiesti dal governo agli italiani!”. Inoltre, “la necessità di tenere a posto i conti e limitare le spese, non possono esimere il governo e le istituzioni da una riflessione più ampia”. “L’Italia – ricorda Barbera – ripudia la guerra. È scritto nella nostra Costituzione”. Per questo, aggiunge il presidente di Cipsi, “torniamo a chiedere di cancellare completamente l’acquisto degli F-35 e riallocare i soldi previsti in altre spese e attività. Ad esempio, finanziando il servizio civile nazionale per i giovani, o iniziative di cooperazione internazionale e di integrazione sociale per i migranti e le minoranze. O ancora, prevedendo forme di tutela dell’occupazione e del lavoro. Prendiamo esempio dalle donne africane. In Liberia, Paese della presidentessa Sirleaf – premio Nobel della Pace 2011 – gli stanziamenti per la difesa sono pari all’1% del Pil. Gli stanziamenti per l’istruzione sono del 3%!”. “Promuovere un’Italia di pace, credere nei diritti e nella solidarietà significa prendersi la responsabilità di compiere scelte radicali e coerenti con i dettati costituzionali – conclude Barbera -. Scelte che vadano sì nella direzione di un risparmio economico, ma che siano soprattutto indirizzate a nuove politiche centrate sulla pace, l’integrazione, l’equità. Questo è il cambiamento che chiediamo al nostro governo! Questo è il paese che vogliamo e dobbiamo costruire tutti insieme come cittadini sovrani”. Perciò Cipsi invita a partecipare alle manifestazioni nelle piazze italiane il 25 febbraio, per dire no agli F-35 e sì a una cultura nonviolenta e della pace. (Sir)