Vita Chiesa
Studente rimandato? No, utente con debiti
Sono ancora dentro il mio mondo dei forse quando vengo richiamato alla realtà. «È meglio passare con dei debiti che ripetere l’anno» risponde la figlia alla madre. Si tratta dunque di debiti scolastici. E io che, per sentirmi intelligente, andavo a scomodare la famiglia. È un mio difetto da prete: giudicare sempre e tutto con la presunzione di capire le situazioni e conoscere il mondo. Torno dunque alla risposta: debiti scolastici. È un termine tipicamente economico. E che c’entra con la scuola che è cultura, educazione, conoscenza, formazione? In realtà nel nostro linguaggio usiamo espressioni apparentemente economiche ma con riferimento alla coscienza e alla vita: ho un debito di riconoscenza con te oppure sono in credito con te.
Senza dubbio l’ignoranza è un grosso debito con se stessi. Ma nella scuola sono entrati altri due termini che fanno torto alla cultura: il dirigente e l’utente. Una volta erano il preside e lo studente. Il dirigente è un termine più «aziendale» che scolastico. Oggi una scuola va male se il bilancio non torna, non se gli alunni non studiano. La preoccupazione del dirigente sono i soldi non i contenuti. Il dirigente è preoccupato se i conti non tornano e non se la relazione con gli insegnanti è faticosa.
«Viene bocciato, 15enne muore d’infarto. Il padre ha lanciato una accusa gravissima contro i professori». Questa è una tragica notizia. Vorrei anche poter leggere: «Viene promosso, 15enne ottiene il motorino. Il padre ringrazia vivamente i professori».