Toscana

TAV FIRENZE-BOLOGNA, INCHIESTA DELLA CORTE DEI CONTI IPOTIZZA DANNO ERARIALE DI 741 MILIONI

Un danno erariale per oltre 741 milioni di euro per i danni ambientali causati dai lavori per l’Alta velocità ferroviaria nella tratta Firenze-Bologna. Lo ha ipotizzato la Procura regionale presso la Corte dei Conti della Toscana che ha notificato “inviti a dedurre” a 52 persone, tra cui i componenti delle due giunte regionali ’90-’95 e ’95-2000 (che hanno approvato progetto e varianti), il dirigente della Conferenza dei servizi, i consiglieri di una passata commissione ambiente del consiglio regionale e presidenti e componenti delle commissioni di valutazione di impatto ambientale. “. I destinatari, adesso, hanno 60 giorni di tempo per presentare proprie argomentazioni e documenti e chiedere di essere sentiti; poi la Corte dei conti deciderà se e quali posizioni archiviare e se e quali posizioni citare a giudizio.Tra i 52 ci sono anche il vicepresidente del Senato Vannino Chiti (in qualità di ex presidente della Regione Toscana) e il presidente della Regione Toscana Claudio Martini. E sono stati loro a rendere noto gli “inviti a dedurre” ricevuti, con una conferenza stampa congiunta. Sia Martini, sia Chiti hanno manifestato “stupore e amarezza” per l’atto, pur in “assoluta serenità e pieno rispetto per l’attività della Corte dei Conti”. Martini ha sottolineato che in questa vicenda “non esiste nessun rilievo penale né nessun rilievo di tipo etico, ma si sta parlando di questioni erariali” e che nel processo penale che si è già svolto la Regione è stata dichiarata “parte lesaIl danno – che venne stimato da una perizia trasmessa dalla procura alla Corte dei conti – si riferisce a quello subito dagli enti pubblici per la perdita della risorsa idrica in Mugello, in particolare il disseccamento o l’impoverimento di 81 corsi d’acqua, 37 sorgenti, una trentina di pozzi e cinque acquedotti. Il processo penale di primo grado – che vedeva una cinquantina di imputati, fra responsabili e dipendenti del consorzio di imprese Cavet (che aveva in appalto i lavori), di ditte in subappalto, gestori di cave e di discariche, intermediatori per i rifiuti – si chiuse il 3 marzo scorso con 27 condanne da tre mesi d’arresto a 5 anni di reclusione e provvisionali per il risarcimento danni di oltre 150 milioni di euro. Per le accuse legate ai danni alle falde acquifere e ai torrenti, le condotte vennero ritenute colpose e quindi non sanzionabili penalmente. Alla Regione, che con il ministero per l’Ambiente e Provincia, si costituì parte civile, venne riconosciuta una provvisionale del risarcimento danni di 50 milioni di euro.“L’invito a dedurre da parte della Corte dei Conti nei confronti dei vertici regionali (e forse anche di quelli governativi?) è la conferma, clamorosa, di quanto da noi sostenuto da anni. Il via al progetto TAV Firenze-Bologna è stato dato in modo approssimativo e sbrigativo, ignorando i rischi per l’ambiente e sottovalutando gli allarmi e le preoccupazioni espresse da molti”, ha commentato in una nota il capogruppo Udc in consiglio regionale Marco Carraresi. “Un progetto – ha aggiunto – avviato dal centrosinistra (a dare il via ai lavori in Mugello venne il ministro dei Trasporti Burlando, Ds), e avvallato dalla Regione Toscana guidata da Vannino Chiti. Con una gestione dell’opera dove spesso la stessa Regione ha guardato altrove salvo poi cercare di rifarsi una verginità, con un percorso assai contraddittorio, partito dal solenne impegno addirittura ad attivare un’azione per danno ambientale, accontentandosi poi della costituzione come parte civile al processo penale in corso contro Cavet, salvo poi dimenticarsi addirittura di presentare una relazione di parte per la quantificazione del danno. La verità è che i politici-amministratori, da quelli dei Comuni fino a quelli regionali e nazionali, portano una grave responsabilità, e non soltanto politica, riguardo ai gravissimi danni idrogeologici che i lavori hanno causato”. “La Regione e il Ministero, guidati dal centrosinistra – ha proseguito Carraresi – spingevano per far presto, e così gli studi preventivi sull’impatto ambientale non furono realizzati nel modo approfondito che la delicatezza dell’opera e delle zone attraversate avrebbe meritato. Ora invece anche i politici vengono chiamati a rispondere delle loro responsabilità. Ci dispiace per loro, ma ci sembra un atto di giustizia, alla luce di quanto in questi anni è accaduto”.