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UGANDA, ACCORDO RIBELLI-GOVERNO: PRESIDENTE ANNUNCIA FINE OPERAZIONI CONTRO LRA

L’interruzione delle “operazioni ostili” contro i ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore (Lord’s resistance army, Lra) è stata ordinata oggi dal presidente Yoweri Museveni, che è anche comandante in capo delle forze armate, dopo l’entrata in vigore stamani alle 06:00 della “cessazione delle ostilità” sottoscritta sabato scorso in Sud Sudan tra le due parti.

Questa tregua dovrebbe costituire il primo atteso passo per porre fine in modo definitivo a quasi vent’anni di violenze dei ribelli contro la popolazione civile del Nord Uganda. Il portavoce dell’esercito governativo Felix Kulaje ha detto che Museveni ha deciso di “interrompere tutte le operazioni di ricerca e di distruzione dello Lra”; i soldati governativi non dovranno sparare contro i ribelli “a meno che non lo esiga la difesa della popolazione”.

Nel decreto, il presidente ha anche ordinato che “l’Updf (Forze di difesa popolari dell’Uganda, cioè l’esercito) ritorni nelle caserme e si dedichi alla protezione della popolazione sfollata all’interno del paese”. Da Juba – la capitale del Sud Sudan dove tre giorni fa è stata siglata l’intesa – i capi delegazione dei ribelli hanno detto che anche il comandante e fondatore dello Lra, Joseph Kony, farà una simile dichiarazione in queste ore. Ieri, in una comunicazione diffuse attraverso le radio locali – che in Uganda come in molti paesi dell’Africa sono in assoluto il principale mezzo di comunicazione di massa – il ‘numero due’ dello Lra Vincent Otti aveva invitato i combattenti a prepararsi alla fine dei combattimenti.

In base all’accordo, entro 3 settimane i ribelli – stimati in alcune migliaia – dovranno recarsi in due diversi punti di raccolta in Sud Sudan, sotto la protezione del locale esercito (composto a sua volta dagli ex-combattenti indipendentisti dello Spla). I colloqui dovrebbero riprendere alla fine della settimana con l’obiettivo di raggiungere un accordo di pace globale e complessivo che potrebbe comprendere – secondo informazioni raccolte dalla MISNA – anche un’eventuale trasformazione dello Lra in movimento politico. In quasi vent’anni, i ribelli hanno provocato un numero imprecisato di vittime, che alcune fonti locali stimano in circa 100.000; migliaia di giovani e ragazzi sono stati reclutati nella forza e costretti a combattere contro le proprie comunità di origine nel nord del paese. Misna