Massa Marittima Piombino

Un passato che c’interroga

di Enzo GrecoIl convegno di Studi sui 1500 anni della diocesi, che si è tenuto a Massa Marittima dal 16 al 18 maggio, si è concluso nel miglior modo possibile, ed è stata una degna conclusione del Giubileo diocesano.

Il 16 maggio, nella Sala San Bernardino a Massa Marittima, si è aperto il Convegno con la partecipazione di un numeroso pubblico interessato a questo evento; presenti sia studiosi a livello scientifico-accademico, sia studiosi locali. L’apertura del Convegno è stata brillantemente offerta dal saluto del Vescovo mons. Giovanni Santucci, che ha sottolineato l’importanza per la diocesi dell’approfondimento della memoria storica della diocesi stessa.

Ha portato il suo saluto anche il Sindaco di Massa Marittima Luca Sani, a nome di tutta l’Amministrazione Comunale – che ha patrocinato il Convegno – e il direttore dell’Associazione «Memoria Ecclesiae-Centro Studi e Documentazione sulla storia religiosa della Toscana» Valentino Baldacci, mettendo in evidenza la necessità di una collaborazione e di una sinergia tra Università toscane, Soprintendenza, diocesi e studiosi locali, per la salvaguardia e la valorizzazione del Patrimonio storico, culturale e artistico della diocesi.

In questo spirito si sono susseguite le relazioni, davvero competenti sul piano scientifico, della professoressa Anna Benvenuti su «Le origini della diocesi di Populonia – Agiografia e Storia» e del prof. Francesco Scorza Barcellona su «La Tuscia fra Tardoantico e Medioevo: l’assetto territoriale ed ecclesiastico». Quest’ultimo è partito da una definizione geografica del territorio della Tuscia, che presenta confini stabili a Occidente, il Mare Tirreno, e a Oriente, gli Appennini, ma mobili per quanto riguarda il versante Nord e il versante Sud. Il relatore è poi passato ad esaminare l’assetto politico e amministrativo dall’età romana a circa il 1000. Sono state poi considerate le recenti linee di tendenza della storiografia ecclesiastica della Toscana. Sono state poi esaminati altri interessanti aspetti quali: la penetrazione del cristianesimo, i rapporti tra le varie sedi, la memoria che vi si conserva dei periodi precedenti.

Un convegno di grande valore e interesse. Nel pubblico presente è stata sempre alta la tensione di interesse per queste relazioni così significative.

Gli altri interventi della prima giornataNel pomeriggio i lavori sono continuati con Eugenio Susi che ha trattato il tema «Africani, Cefalofori e Saraceni: i cicli agiografici populoniesi dall’Alto Medioevo al XII secolo». Successivamente Stefano Sodi si è occupato de «Le origini del monachesimo insulare nell’Arcipelago Toscano». All’interno di un programma di ricerca iniziato da qualche anno sulla prima diffusione del cristianesimo nella Tuscia, si è rafforzata la convinzione dell’importanza di una via marittima per l’evangelizzazione dell’ area costiera. Tale convinzione è corroborata da una serie di fenomeni, uno dei quali è proprio la precoce, consistente e duratura presenza di insediamenti monastici nell’Arcipelago Toscano, documentata a partire dalla fine del IV secolo.

Il contributo di Stefano Sodi al convegno si è centrato sullo «status quaestionis», partendo da un’analisi delle fonti scritte dei secoli 1V-Vili relative alle isole Capraia, Gorgona, Montecristo, Giglio ed Elba, per poi evincere alcune considerazioni sulla specifica influenza che il tema dell’isola esercitò sulla spiritualità anacoretica occidentale nei primi secoli cristiani.

Gli interventi della prima giornata sono stati conclusi da Gabriele Bartolozzi Casti che ha presentato la catacomba di Pianosa: scavi, indagini, posizione storica e contesto. Il 18 maggio lo stesso Casti ha guidato una visita alla catacomba a cui hanno partecipato oltre 100 persone.A.S.

Eredi della fede e della storia

Le origini della diocesi di Populonia, agiografia e storia (Anna Benvenuti)

La sede vescovile itinerante