Vita Chiesa

Una sposa di nove anni

DI DON FRANCESCO SENSINIAbito in un piccolo paese dove spesso, grazie alla presenza di un bel castello medioevale, giovani coppie di sposi vengono per fare le tradizionali foto di rito nel giorno del matrimonio. La ritengo una tradizione e la accetto senza riserve. Ma quando domenica scorsa ho visto la giovane sposa di appena nove anni… sono rimasto senza parole. Poi ho subito capito che si trattava semplicemente di una bambina (Ilaria, questo è il vero nome) che aveva fatto la prima comunione nel paese vicino.

Saliva la scalinata che porta al castello come se fosse una piccola star, si sentiva al centro dell’attenzione, si muoveva come se tutti dipendessero da lei e in realtà tutti dipendevano da lei. La madre continuava a dirle di stare attenta al vestito, il padre la fermava quando riteneva che, per la foto, l’inquadratura fosse quella giusta, i cuginetti le giravano intorno per farle festa. Io osservavo. La bambina era felicissima, almeno così sembrava.

Ma dentro di me avvertivo la cosa come esagerata, mi sembrava purtroppo una bella lezione di protagonismo.Come sei bella! Come sei carina! Non c’è nessuno come te! Questo è il tuo giorno! Ma questo che cosa c’entra con la prima comunione.

Lo potevano ripetere anche per la recita a scuola, per qualsiasi altra esibizione. Ma Ilaria ha fatto la prima comunione. Dove è quel Gesù che ha ascoltato? Dove è quel Gesù che ha mangiato? Dove è quel Gesù a cui vuole bene?

Ecco che cosa avrebbe dovuto fare Ilaria aiutata da genitori e cuginetti.

Non salire le scale del castello ma quelle della casa per anziani, che tra l’altro è proprio vicino al castello.Non le foto da sola, in pose a volte anche ridicole, ma foto insieme ad altri: foto di comunione.Sentirsi al centro dell’attenzione non per il bel vestito, ma per la capacità di rendere felici gli altri. Il vestito diviene così il mezzo che facilita la comunione e non il protagonismo. Se la signora Gorizia, che è all’ospizio e non dico che è vecchia perché lei non si sente così, vede una bambina vestita da prima comunione, è portata subito ad essere meno nervosa, meno indisponente, più dolce, più accomodante… insomma entra in comunione con Ilaria. E Ilaria capisce che cosa significa aver fatto la prima comunione. Che quel Gesù che lei ha ricevuto è un dono non solo per lei ma, attraverso lei, per gli altri. Soprattutto più deboli.Ilaria deve essere aiutata a capire che la sua felicità è legata a quella degli altri. Sarà felice nella misura in cui renderà gli altri felici.

Non voglio certo distruggere il vestito della prima comunione. Sto solo dicendo che quel vestito è una bella opportunità di comunione. Non dico di non fare le foto, dico semplicemente che nel giorno della prima comunione devono essere foto di comunione. Vorrei concludere con un invito. Ogni famiglia, che già con impegno si preoccupa degli invitati e del pranzo, cerchi un luogo privilegiato dove portare i figli per far vivere il giorno della prima comunione. Solo così quella fede, anche se ancora infantile, manifestasi con la piena partecipazione alla Eucarestia, in chiesa, trova la sua continuità nella vita e nella realtà di ogni giorno.