Toscana

Va in pensione il dottor Murzi, cardiochirurgo “mago dei piccoli cuori”

L’annuncio è arrivato oggi sulla sua pagina Facebook con la foto del suo ultimo intervento – avvenuto ieri mattina – all’ospedale pediatrico Meyer. Come sempre su un piccolo cuore di un neonato di meno di un chilo e mezzo.

“Questo è il mio ultimo intervento” scrive Murzi, “non dell’anno, sia chiaro, ma della mia carriera di cardiochirurgo del sistema sanitario regionale (nazionale)”. Da domani, continua il medico, “sarò un pensionato” e “ancora non riesco a metabolizzare la notizia e, onestamente, mi sento un po’ frastornato”. 

“Sono stati 40 anni meravigliosi – ricorda Murzi -, una corsa a 100 all’ora esaltante fatta di soddisfazioni, passione, sacrifici, divertimento”  perché “pur vivendo nel dolore degli altri, che non sono mai stato capace di lasciar scivolare sulle spalle, mi sono sinceramente innamorato di un mestiere che a volte ha raggiunto la consistenza di una droga”. Murzi, come altri chirurghi dell’Ospedale del Cuore di Massa, non si è limitato ad operare in Toscana. L’ospedale – una vera e propria eccellenza a livello mondiale – ha rapporti di collaborazione con molti paesi. Spesso è stato in Africa ad operare in condizioni davvero difficili.

In una intervista che ci ha concesso 10 anni fa (che trovate qui) ci raccontava come era nata questa sua “vocazione”. E ci descriveva la grande differenza tra operare il cuore di un bambino e quello di un adulto. «Innanzitutto -– ci spiegava – le dimensioni. Noi lavoriamo su cose estremamente piccole: il cuore di un bambino di 2 chili e mezzo è più piccolo di una noce, e dobbiamo pensare che è diviso in quattro parti. L’altra differenza è che non abbiamo mai un intervento standardizzato. Ci sono una molteplicità di cardiopatie, una molteplicità di risposte, una molteplicità di interventi all’interno dei quali il cardiochirurgo pediatra ha la possibilità, ogni volta, di inventare qualcosa di nuovo: fare un movimento, un gesto, mettere un punto che cambia tutto. Questa, forse, è la parte più affascinante». Ci parlava anche dell’importanza di avere una “squadra” perché non ha mai creduto alle ”primedonne”. E poi ci spiegava anche della difficoltà di dover parlare, la sera prima dell’intervento, ai genitori di quei piccoli bambini.

Nel suo saluto di stamani su Facebook il dottor Murzi sottolinea che è “ancora capace di muover le mani e, soprattutto la testa”. “Me ne vado – continua – convinto di aver fatto quello che sapevo fare meglio con onestà, qualche errore, tanta gioia”. Rimpianti? “Pochi – spiega – soprattutto legati alla impossibilità di costruire fino in fondo quello che avremmo voluto e saputo fare (con l’aiuto di altri si intende) ostacolati da una visione politica del sistema sanitario regionale che non ho mai compreso”. Il riferimento è a quel grande polo di cardiochirurgia pediatrica che aveva sognato di far nascere in Toscana grazie ad una vera unione di forze tra l’Ospedale del Cuore di Massa e l’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. “Comunque – dice Murzi – rifarei tutto e ringrazio Dio, il fato, madre natura per avermi donato la capacità che ho avuto”.

Un medico davvero straordinario, un luminare a livello mondiale nel campo della cardiochirurgia pediatrica. Ma soprattutto un uomo onesto, sempre vicino ai suoi piccoli. Sotto al post di Facebook sono già migliaia i like, i commenti, le condivisioni. Molti dei quali di genitori di bambini operati (e salvati) nel corso della sua lunga carriera che lo ringraziano e lo invitano a continuare con passione il suo lavoro. Che non finirà qui. Infatti, è lui stesso a rivelarlo: “Da domani si vedrà… vorrei continuare ad operare… sentiremo ciò che dice l’Azienda , ma certamente – conclude il dottor Murzi – ci sarà nel mondo un posto dove qualcuno avrà ancora bisogno di me e della mia passione, un posto dove innamorarmi ancora del sorriso di un bambino”.