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VOLONTARI: COR UNUM E CARITAS, «NELL’UE 140 MILIONI, FORTE PRESENZA CATTOLICA»

Secondo le stime dell’Unione europea sono circa 140 milioni le persone coinvolte in attività di volontariato sociale, culturale e sportivo. «Di queste, una buona fetta appartiene al mondo cattolico e più in generale a quello cristiano». Lo ha ricordato oggi il card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, presentando a Roma, insieme a Michel Roy, segretario generale di Caritas internationalis, il volume «Il Santo Padre e i volontari europei», che raccoglie gli interventi più significativi dell’incontro che ha riunito in Vaticano, nel novembre 2011, oltre 50 organizzazioni di volontariato cattolico che operano in Europa. Nel volume è presente anche una indagine, diffusa oggi per la prima volta, condotta su 58 organizzazioni cattoliche europee, per valutarne il potenziale sociale e pastorale. Sulla base di questi dati – molto parziali perché non tutte le organizzazioni hanno risposto ai questionari -, 29 organizzazioni su 58 si dedicano alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale, a seguire all’educazione dei giovani e degli adulti, all’ambito sanitario. Il 53% delle organizzazioni richiede almeno un impegno settimanale ai volontari, di cui il 27% una maggiore frequenza. La maggior parte ha un numero di dipendenti inferiore alle 50 unità (prevalgono quelle con meno di 10 lavoratori), ma 9 hanno oltre 1000 dipendenti assunti. Ad ogni lavoratore nelle associazioni di volontariato corrispondono 351 volontari. Il 64% delle organizzazioni ha un budget superiore a 1 milione di euro e di questi il 7% è superiore a 100 milioni di euro. Oltre il 37% proviene dalle donazioni, il 26% dalle istituzioni pubbliche e il 13% dalle tariffe a carico degli utenti dei servizi. Le relazioni con gli enti pubblici vengono definite «pragmatiche», mentre tra le motivazioni del volontariato cattolico prevalgono «solidarietà e fede», con poco spazio per l’impegno politico. Tra le criticità emerse dall’indagine, alcune lacune nella presenza e formazione dei giovani, poca collaborazione con altre realtà pubbliche e private e scarsa capacità di innovazione. «Per stimolare lo sviluppo di una pastorale della carità», ha detto il card. Sarah, «abbiamo deciso di investire energie e risorse»: «sono in fase di ideazione diversi progetti di ampio respiro, che potranno aiutare associazioni e strutture che si occupano di carità dal punto di vista della formazione, dell’operatività e dell’accrescimento spirituale e identitario». Tra gli strumenti: una newsletter «per raccogliere gli esempi più vivaci e le proposte più interessanti»; incontri a livello internazionale; incontri di formazione che coinvolgano i dirigenti delle organizzazioni; programmi di formazione per rafforzare la partecipazione dei giovani. Sono invece 164 le organizzazioni che aderiscono alla rete di Caritas internationalis, con oltre 500.000 volontari in tutto il mondo, «ma la cifra è probabilmente molto più alta, perché è difficile conteggiare chi fa volontariato nelle parrocchie, spesso in maniera anonima», ha precisato Michel Roy. Anche il budget annuale mondiale è stimato, con difficoltà, intorno ai 2 miliardi di euro, «in maggioranza proveniente da offerte private, perché ci teniamo a mantenere la nostra indipendenza rispetto ai governi», ha puntualizzato Roy. Il segretario generale ha ricordato la caratteristica dell’approccio Caritas, che aiuta cattolici e non cattolici senza distinzioni ed è «rispettoso di ogni persona e di ogni fede» per rendere «le rispettive società più umane ed attente ai bisogni dei poveri». «Il volontariato – ha affermato Roy – è una forza per il cambiamento, è una strada di evangelizzazione». Rispondendo poi ad una domanda di giornalisti sui passati contrasti tra Cor Unum e Caritas internationalis, il card. Sarah ha affermato che «la collaborazione è stata rafforzata da quasi un anno. Abbiamo superato e stiamo superando questa difficoltà. Sono molto felice perché lavoriamo insieme e abbiamo progetti per incontrarci più spesso. Non è possibile vivere la carità e lottare uno contro l’altro». (Sir)