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RESTAURI: CAMPANILE S. CROCE A FIRENZE CERCA ANCHE SPONSOR ESTERI

“Il restauro del campanile di Santa Croce ha un costo rilevante e sarebbe auspicabile che si facessero avanti sponsor anche internazionali per implementare i fondi propri dell’Opera”. E’ l’appello che Carla Guiducci Bonanni, presidente dell’Opera di Santa Croce, rivolge ad eventuali partners per rimettere a nuovo quello che, sottolinea, “é uno dei simboli del panorama di Firenze”. La costruzione della basilica di Santa Croce, il complesso monastico francescano più grande al mondo, prende ufficialmente il via nel 1294, quando l’architetto Arnolfo di Cambio pone la prima pietra. Nel 1442 la chiesa, finalmente terminata, viene consacrata da papa Eugenio IV. Resta senza decorazione la facciata, che sarà completata solo nel 1857-63, circa negli stessi anni in cui si ricostruirà l’originario campanile abbattuto da un fulmine. All’interno sono tra l’altro conservati oltre 270 monumenti funebri e lastre tombali, che hanno fatto sì che la basilica fosse considerata il Pantheon cittadino, luogo di sepoltura dei fiorentini più illustri. Qui giacciono fra gli altri Michelangelo (tomba del Vasari, 1570), Galileo Galilei (tomba del Foggini, 1737), Vittorio Alfieri (tomba del Canova, 1810). La chiesa e le sue “Urne dei Forti” furono cantate dal poeta Ugo Foscolo nei “Sepolcri”.

“La sovrintendenza dei beni architettonici e paesaggistici ha messo in sicurezza il campanile – spiega Guiducci Bonanni – adesso devono partire gli studi per quanto riguarda la situazione statica delle fondamenta e quelli geologici sul terreno, dato che il campanile è stato costruito su terreno alluvionale. Inoltre la struttura è fessurata, ha 160 anni, è stata costruita con materiali scadenti e sono anni che non possiamo neppure far suonare le campane”.

Il campanile, una struttura piuttosto esile e alta 80 metri che sovrasta la basilica, è già completamente “imbracato” in un ponteggio metallico che comprende anche un ascensore per addetti ai lavori che consente più agevolmente il passaggio di persone e materiali. Conclusa quindi la parte propedeutica, per il restauro vero e proprio occorrerà attendere almeno fino al 2007. “I fondi necessari, che sono ingenti, non sono ancora stati stanziati – continua – l’Opera non è autosufficiente e sono assolutamente favorevole ad una loro ricerca anche tra sponsor esteri, come del resto è avvenuto per i lavori alla Cappella maggiore della Basilica”. In quel caso, infatti, il progetto di restauro, che riguardava il ciclo di affreschi di Agnolo Gaddi (1350-1396), è stato reso possibile dall’accordo tra l’Opera, l’Opificio delle pietre dure e l’Università giapponese di Kanazawa, che assicurò un’erogazione di oltre un milione di euro per conto del mecenate Tetsuya Kuroda. Per Gaddi, la cui opera comprende una superficie di circa 1000 metri quadrati, fu montato un ponteggio di 9 piani, alto 25 metri. Il costo totale stimato è di tre milioni di euro e i lavori dureranno cinque anni. Un altro caso di sponsorizzazione ha riguardato le tre “Lecture Dantis” che Vittorio Sermonti ha tenuto nel Cenacolo della basilica: grande poesia, grande afflusso di pubblico, e in quel caso a pagare è stata Telecom. “Speriamo – conclude Guiducci Bonanni – di trovare al più presto istituzioni, aziende o privati che possono contribuire, così da poter tornare a sentire le campane suonare da Santa Croce”. (ANSA).