Italia

Misericordie, «Un passo importante verso la ritrovata unità»

di Damiano Fedeli

«E’ un passo importante verso l’unità delle Misericordie». L’avvocato Mauro Giovannelli è soddisfatto. I lavori della commissione da lui presieduta, fortemente voluta da mons. Betori per ritrovare un cammino di unità all’interno delle Misericordie, si sono conclusi da pochi giorni, all’inizio di dicembre. E il risultato pare positivo. «Sono soddisfatto per il clima che si è raggiunto e per le intese unanimi. E ringrazio mons. Betori per la fiducia», sottolinea adesso a Toscana Oggi Giovannelli, che è uno dei maggiori esperti di diritto amministrativo d’Italia (è stato, fra l’altro, a seguito della revisione del Concordato, membro della delegazione italo-vaticana che ha partecipato alla formulazione delle norme in materia di enti e beni ecclesiastici e alla definizione degli impegni finanziari dello Stato nei confronti della Santa Sede).

Per capire qualcosa di una vicenda complessa e lacerante, bisogna fare un passo indietro. A quando, estate 2008, nasce – per iniziativa dell’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze e della Confraternita della Misericordia di Rifredi – in autonomia rispetto alla Confederazione nazionale, la «Compagnia delle Misericordie» cui aderiscono una quindicina di confraternite dell’area fiorentina, tutte (a parte le due fondatrici) appartenenti anche alla Confederazione nazionale. Qualche mese dopo – e siamo a dicembre 2009 – nasce un nuovo soggetto regionale, la Federazione Toscana, cui aderiscono la metà circa delle 311 Misericordie regionali: il suo percorso, in qualche modo una «fuga in avanti» seppure nell’ambito della Confederazione, viene bocciato dai probiviri.

«Una tale situazione di divisione ha allarmato l’Arcivescovo Betori, sia come pastore della Diocesi di Firenze, sia come presidente Cet», spiega Giovannelli. «La Misericordia, oltre a essere una presenza storica a Firenze e in Toscana, è anche un soggetto canonico: le Confraternite rivestono un ruolo importante all’interno della Chiesa». Ecco, così, che proprio sotto la spinta di Betori, nasce all’inizio di quest’anno l’idea di dar vita a una commissione «il cui compito era quello di lavorare per l’unità delle Miseiricordie. Dopo un mandato esplorativo per vagliare quali possibilità ci fossero, fui chiamato a presiederla», racconta Giovannelli, che nella Misericordia di Prato, sua città, è membro del Magistrato, l’organismo di governo, dopo esserne stato il proposto, il presidente, dal 2000 al 2008. «La commissione per l’unità era composta da sei membri, quattro indicati dalla Confederazione (Maria Pia Bertolucci, Paolo Sanchini, Filippo Toccafondi e Alceste Santuari), e uno per ciascuno dalle Misericordie dissenzienti di Firenze (Alvise Revedin) e di Rifredi (Emanuele Spina). Dopo una discussione serena, tecnicamente elevata, dialettica ma rispettosa, si è arrivati a un documento comune, in cui si indicano i criteri e gli elementi più importanti che dovrebbero trovare accoglimento in un nuovo Statuto per ritrovare l’unità compromessa».

La palla, insomma, passa alla Confederazione che da tempo ha all’ordine del giorno una modifica dello statuto. «Ma la commissione, che, ovviamente, lo statuto non poteva modificare, ha in qualche modo spianato la strada per una conciliazione delle istanze di tutti», sottolinea Giovannelli. «Sono stati infatti individuati vari punti comuni. Primo: la storicità dell’ispirazione cristiana del movimento delle Misericordie, con le conseguenze che questo comporta. Secondo: il riconoscimento dell’autonomia più piena alle singole confraternite affiliate. Il terzo è stato il punto più delicato: le modalità per costituire e organizzare la Confederazione: in particolare la configurazione che devono assumere le aggregazioni che si possono formare a livello locale. È innegabile la necessità di aggregarsi a livello territoriale, regionale, ad esempio, o di area vasta, in territori omogenei, ad esempio per l’organizzazione sanitaria. È stato un punto delicato perché si dovevano immaginare soggetti territoriali che fossero allo stesso tempo espressione delle Misericordie di quell’area e della Confederazione. È stato sottolineato come queste aggregazioni dovranno essere previste come organi della Confederazione, da cui ricevano il potere per delega. Si è parlato poi di organi della Confederazione stessa, di finanziamenti, di rappresentanza in assemblea». Adesso «la traduzione del documento che abbiamo preparato in un articolato statutario può avere qualche difficoltà, ma la strada è tracciata. E dalle dichiarazioni di soddisfazione che arrivano adesso da tutte le parti, Confederazione, Federazione Toscana e dalle due Misericordie di Firenze e di Rifredi, e anche da mons. Betori, mi pare che le condizioni ci siano tutte per ritrovare l’unità».