Toscana

CARCERI, EMERGENZA SOVRAFFOLLAMENTO IN TOSCANA; DOSSIER FONDAZIONE MICHELUCCI

Aprire una discussione col governo, entro tempi brevissimi, per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri in Italia. E’ questo l’appello lanciato stamattina dall’assessore regionale alle politiche sociali Gianni Salvadori intervenuto alla presentazione del rapporto sugli istituti penitenziari della Toscana presentato nella foresteria della Giunta regionale a Palazzo Bastogi. Il rapporto, realizzato dalla Fondazione Michelucci in collaborazione con la Regione ed il Provveditorato regionale all’amministrazione penitenziaria, analizza nel dettaglio il panorama carcerario toscano fornendo dati molto interessanti riguardo ad una situazione che, in alcuni casi, permane estremamente complicata.

“Il dramma del sovraffolamento delle carceri – ha aggiunto l’assessore – merita una soluzione urgente. Non è un problema che si può risolvere con le proposte del governo precedente, che auspicava la costruzione di nuovi istituti. Un’amnistia? Ripeto, occorre una decisione in tempi brevissimi perché in alcuni casi la situazione è allarmante e le condizioni di vita delle persone recluse sono vergognose. Credo che il governo attuale abbia la sensibilità giusta per affrontare questa situazione. Da parte nostra sosterremo tutte le iniziative che consentano di migliorare le condizioni di vita ed un reale percorso di reinserimento sociale dei detenuti, come i progetti di formazione universitaria che sono uno strumento importantissimo”.

Severo anche il giudizio del presidente della Fondazione Michelucci, Alessandro Margara, nei confronti della situazione carceraria attuale, in Toscana e in Italia. “Il carcere deve avere una dimensione gestibile, e in questo momento non ce l’ha. Ci troviamo ad un bivio: o facciamo una scelta completamente diversa di politica penitenziaria oppure rischiamo di trovarci in una situazione preoccupante. Non posso dire se, come sostengono in molti, le carceri stiano per esplodere. E’ certo che le condizioni di vita al loro interno sono degradanti e disumane. Occorre il coraggio per cambiare politica, e ritengo che questo governo abbia questa capacità”.

Infine, secondo Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti, sono necessarie alcune misure organiche e strutturate. “Innanzitutto è indispensabile un provvedimento di amnistia, l’ultimo risale al ’90, che permetta di ridurre il numero della popolazione carceraria allo scopo di intervenire sulle strutture, per adeguarle, per renderle più vivibili. Il passo successivo è un intervento strutturato che dapprima elimini le leggi criminogene attualmente vigenti, come la Bossi-Fini e la legge sulle droghe, poi occorre la riforma dell’ordinamento penitenziario, così come proposta da Margara, finendo con il codice Rocco che risale a 75 anni fa. Pensate che su circa 85 mila ingressi in carcere in Italia nel 2005, circa 40 mila dipendono dalle leggi sull’immigrazione e sulla droga. Una situazione imbarazzante. Questo lavoro di riforma – ha concluso Corleone – spero possa essere attuato da questo governo anche se la mia paura è che venga realizzato in modo non organico. Credo sarebbe opportuna, come avviene per la legge finanziaria, una sessione speciale in parlamento”. (cs-ft)

Le cifre del sovraffollamentoIl record del sovraffollamento delle carceri in Toscana è ancora in mano a Sollicciano: secondo il rapporto sugli istituti di detenzione in Toscana stilato dall’osservatorio regionale per la Fondazione Michelucci, il carcere fiorentino conta 995 presenze (dati aggiornati al 12 giugno scorso) contro una capienza regolamentare di 447 persone. Situazione difficile anche al carcere di Prato con 586 detenuti contro 326 regolamentari, a Pisa con 370 contro 226, a Livorno con 373 contro 264. Ma in quasi tutte le 12 case circondariali, le cinque case di reclusione, un ospedale psichiatrico giudiziario e una casa mandamentale, i detenuti sono molto di più di quanti dovrebbero essere.

Gli unici casi in Toscana in cui le carceri non sono piene è registrato dal Mario Gozzini di Firenze, dall’istituto di Grosseto, dal carcere Gorgonia, da quello di Massa Marittima.

Un altro dato che emerge dal rapporto riguarda il numero dei cittadini stranieri ospitati nel sistema penitenziario toscano: al 31 dicembre 2005 sono ben 1628, il 41% del totale. Anche in questo caso il record spetta ancora a Sollicciano, dove su 1052 reclusi alla fine dello scorso anno, ben 611, cioé oltre la metà, non hanno cittadinanza italiana. Numerosi gli stranieri anche a Prato (258 su 565) e a Pisa (154 su 341). Il totale toscano è di 1628 non italiani su 3973 detenuti.

Le donne restano sempre in minoranza tra i reclusi: in Toscana al 12 giugno 2006 erano 226 contro 3876 uomini, in media col dato nazionale. Molti i tossicodipendenti che si trovano in carcere: in totale a fine 2005 erano 1226, con il record, ancora una volta, di Firenze con 397. Dietro le sbarre anche 110 alcoldipendenti, contro i 60 dello stesso periodo del 2001, e 71 persone affette da HIV. Sono stabili invece i dati relativiti ai casi critici in carcere.

Nel secondo semestre 2005 sono stati registrati 314 casi di autolesionismo tra i carcerati e 60 tentativi di suicidio. Cifre in linea con quelle dello stesso periodo del 2001, quando però si verificarono due suicidi. Per quanto riguarda la tipologia degli ospiti delle carceri, i dati aggiornati al 31 gennaio 2006 vedono su 4019 detenuti 2563 condannati, 1341 imputati, 142 internati. (ANSA)