Toscana

Come ti recupero la spiaggia

di Marco LapiLo scirocco di fine ottobre ha portato anche all’Elba pioggia sferzante e mare agitato senza però contribuire ad abbassare una temperatura tutt’altro che autunnale. Tanto che sabato 30, appena il sole torna a fare capolino, trova spiagge bagnate ma non del tutto deserte. Alcuni ragazzini, anzi, si concedono qualche tuffo fuori stagione che non fa certo venire la pelle d’oca né a loro né a chi li guarda.Tra gli occasionali ammiratori dei loro giochi acquatici, i componenti di una gita «sui generis». Sono i superstiti della «tre giorni» organizzata dalla Regione Toscana a Portoferraio, una conferenza straordinaria sull’ambiente marino e costiero dal titolo «La Toscana regione mediterranea». Un’iniziativa che ha visto una folta partecipazione presso i locali del Complesso De Laugier, con una prima giornata dedicata più che altro alla qualità delle acque e alla biodiversità, e la seconda incentrata sui problema dell’erosione delle spiagge. Ed è proprio per questo che il suddetto manipolo del terzo giorno, che non si è fatto intimidire dal maltempo dei due precedenti, è in giro per le piccole spiagge dell’isola, le cosiddette «pocket beach» che, dopo anni di magra, risentono finalmente degli effetti positivi di qualche piccolo intervento strutturale ma anche dell’evento straordinario rappresentato dall’alluvione di due anni fa.

La visita agli arenili è una lezione che mostra sul campo quanto i relatori hanno illustrato il giorno precedente in conferenza. Tecnici della Regione come Luigi Cipriani e Fabrizio Morelli, universitari come il fiorentino Enzo Pranzini e il romano Giovanni La Monica sottolineano gli effetti della cementificazione dei litorali e dell’abbandono dell’agricoltura che, unitamente alla realizzazione di opere portuali, ancorché piccole, sono tra le cause dei fenomeni erosivi. Perché una spiaggia, in fondo, è qualcosa di «vivo» che ha bisogno di essere alimentato per sopravvivere. E allora, se le naturali fonti di approvvigionamento vengono meno, non c’è che da trovare il modo di ripristinarle attraverso opportuni interventi, ricorrendo nel frattempo a qualche «flebo» per non lasciare i turisti all’asciutto o meglio al bagnato, vista l’avanzata del mare. «Flebo» che il linguaggio tecnico chiama «ripascimenti artificiali», mentre gli interventi strutturali consistono solitamente in «pennelli» trasversali alla linea di costa o barriere ad essa antistanti, emergenti o «soffolte», cioè sommerse.

Detto così, sembra facile. Il problema è che per i ripascimenti bisogna trovare la sabbia, e certo non si può andarla a prendere su altre spiagge. Non restano che cave a terra o giacimenti sottomarini da dragare, con i dovuti limiti posti da costi e impatto ambientale. Ci sono anche idee alternative, come quella sperimentata ad esempio a Marina di Pisa dove sono stati individuati gli scarti marmorei delle cave apuane, destinati ad arrotondarsi (ma anche a consumarsi) rapidamente: non tutti però sembrano aver gradito…

Il lavoro di individuazione dei giacimenti è quindi tutt’altro che semplice e si va per esclusione. A tutto questo va aggiunto il lavoro di ricerca per garantire sempre maggiori conoscenze dei fenomeni: si indagano, ad esempio, i mutamenti storici delle linee di costa e si compiono sperimentazioni in vasche, come quella dell’Università di Pisa, atte a riprodurre artificialmente le condizioni marine. Il tutto con una «task force» limitata e, almeno per quanto riguarda la parte universitaria, a «rischio estinzione», con personale prossimo alla pensione e altro pronto a emigrare verso lidi (è proprio il caso di dire) più soddisfacenti e remunerativi.

Meno male che al convegno elbano, e anche all’escursione sui litorali elbani, non mancavano studenti, anzi per la verità studentesse forse destinate a raccogliere il testimone dai loro docenti. E meno male che gli apprezzamenti non mancano, anche a livello internazionale. Il progetto europeo Beachmed, cui la Toscana partecipa, ha per esempio testato proprio sulle nostre coste – come ha sottolineato anche l’assessore all’ambiente Tommaso Franci – le tecniche più avanzate di monitoraggio dell’evoluzione delle spiagge.Non mancano, per la verità, neppure i risultati, anche se i dati forniti danno l’impressione di una lotta impari da portare avanti con pazienza e costanza. Dove il problema principale non è certo rappresentato dai circa 250 chilometri di costa dell’Arcipelago, poveri di spiagge, ma dai 200 chilometri di litorali sabbiosi sui 330 della costa continentale toscana, 68 dei quali (pari al 35 per cento) interessati da fenomeni erosivi, tanto che negli ultimi 20 anni i metri quadri di spiaggia andati perduti assommano alla bellezza di 199 mila, come emerso dall’intervento di Luigi Cipriani alla conferanza elbana. Per il programma relativo ai 23 interventi prioritari di recupero e riequilibrio del litorale la Regione ha stanziato 110 milioni di euro, con le amministrazioni provinciali e comunali costiere come soggetti responsabili della loro progettazione e attuazione. Vista l’urgenza, appare semmai lecito qualche dubbio sull’opportunità di questa riframmentazione di competenze.

Comunque, i primi risultati non mancano: gli interventi finora effettuati hanno fatto sì che nuovi tratti di costa non siano più in erosione. Migliorate ad esempio le spiagge tra Cecina e Punta del Tesorino dove sono stati effettuati interventi di ripascimento, il litorale di Massa ora in parte stabilizzato, la spiaggia di San Vincenzo che non risente più degli effetti negativi causati dalle strutture del porto. Le spiagge in avanzamento risultano oggi complessivamente più di quelle erose, anche se le prime crescono di pochi centimetri e le seconde arretrano fino a 10 metri all’anno. Tranquilli, comunque: in attesa di un futuro migliore, il posto per un ombrellone e un asciugamano finiremo per trovarlo anche nella calca del prossimo Ferragosto.

Alessandra Sensini,«madrina» di un eventoa 360 gradiCome una nave da varare ha bisogno di una madrina che si rispetti, così anche una conferenza straordinaria sull’ambiente marino e costiero come quella promossa dalla Regione a Portoferraio non poteva essere da meno. E chi avrebbe potuto rivestire meglio questo ruolo se non la grossetana Alessandra Sensini, olimpionica di windsurf, invitata per la verità giovedì 28 ottobre all’apertura dei lavori nel capoluogo elbano non tanto a rompere la classica bottiglia di champagne ma a ritirare il premio «Mare da Amare» come vincitrice della prima edizione. Oro a Sidney 2000 e bronzo ad Atlanta 1996 nonché due mesi fa ad Atene solo per colpa di un ultimo sfortunato giorno di quasi bonaccia, Alessandra ha ricevuto il riconoscimento dall’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci e non ha perso occasione per parlare del «suo» ambiente. «Il mare toscano – ha affermato – è bellissimo, abbiamo una grande fortuna. Servirebbero però regole più severe contro chi non lo rispetta. E del mare dovremmo parlare anche di più, per educare le persone a rispettarlo».

Del mare, in verità, si è parlato davvero in tutte le salse in questo convegno di fine ottobre nel capoluogo elbano. Due giorni di lavoro pieni più uno di verifica «sul campo» che prevedeva due opzioni, poi ridotte alla sola visita alle spiagge elbane per la cancellazione della prevista gita a Pianosa, causa le condizioni del tempo. Ma non solo il mare «tout court» è stato l’oggetto del dibattere, quanto anche il suo rapporto con l’ambiente costiero, seguendo l’idea di una sorta di «continuum» da ricucire e recuperare.

Tra gli obiettivi, come ha sottolineato l’assessore al bilancio, alla programmazione e al coordinamento delle politiche del mare Marco Montemagni, un progetto integrato per un sviluppo sostenibile di tutto il «sistema mare», che sarà presentato dalla Giunta regionale entro la fine di novembre. Si tratterà, tra l’altro, di cantieristica, porti, nautica da diporto e turismo in genere, ma sempre con l’occhio rivolto alla sostenibilità ambientale.

E proprio alle tematiche dell’ambiente marino è stata dedicata gran parte della prima giornata dei lavori. Non è mancata, da parte dell’assessore Tommaso Franci, una polemica con il ministero dell’ambiente per la mancata conclusione dell’iter istitutivo di tre aree marine protette alla Meloria, nell’Arcipelago e nell’area compresa tra Uccellina e Formiche di Grosseto. Lo stesso Franci ha annunciato che la Regione ha incaricato l’Arpat e il Museo della Specola di redigere un repertorio della biodiversità marina toscana, che sarà denominato «BioMarT». Sulla questione della qualità delle acque, è stato rilevato con soddisfazione che la sperimentazione e applicazione anticipata dei nuovi parametri europei per il loro monitoraggio ha fatto registrare un livello eccellente. Restano piuttosto da contrastare, a terra, le infiltrazioni saline dovute al sovrasfruttamento delle acque sotterranee costiere.

Altra questione che ha tenuto banco, soprattutto tra i sindaci elbani, quella della pulizia delle spiagge dagli accumuli di poseidonie, in relazione al cui smaltimento si è recentemente mossa la magistratura locale. Senza tante polemiche, sono state chieste in tempi brevi chiarezza e regole uguali per tutti, visto che la prossima stagione balneare, per chi deve preparare gli arenili, non è poi così distante come sembra.

In relazione al monitoraggio biologico, da parte della locale Associazione Culturale Arcipelago Libero è stata chiesta maggiore attenzione al lavoro portato avanti, anche in questo settore, da chi il mare lo conosce perché lo vive quotidianamente; lavoro che ha permesso di evidenziare intorno all’Elba la scomparsa o quantomeno la rarefazione delle formazioni coralline. Di grande importanza anche il progetto del «Santuario dei Cetacei» che comprende le acque toscane, liguri, corse e della Costa Azzurra, in cui intende impegnarsi in modo particolare il Centro turistico studentesco e giovanile (Cts) attraverso la realizzazione di un «Progetto delfino costiero» anche nell’Arcipelago.Da segnalare infine che alla dimensione marina e costiera è stato interamente dedicato «Segnali ambientali 2004», l’annuale rapporto sullo stato di salute dell’ambiente in Toscana realizzato a cura dell’assessorato di Franci.