Vita Chiesa

E’ morto mons. Mansueto Bianchi. Mons. Tardelli: «Stupenda testimonianza di fede, speranza e carità»

Ordinato sacerdote il 29 giugno 1974, mons. Mansueto Bianchi era nato a Santa Maria del Colle (Lucca) il 4 novembre 1949. Dal 18 marzo 2000 era vescovo di Volterra e il 4 novembre 2006 era passato per volontà di Benedetto XVI alla sede di Pistoia. E’ stato Presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana. Aveva lasciato la Diocesi di Pistoia il 5 aprile 2014, quando era stato nominato dal Papa Assistente generale dell’Azione cattolica italiana.

Venerdì 5 agosto, in mattinata, la salma di mons. Mansueto Bianchi sarà trasportata a Pistoia nella Cattedrale di San Zeno. Nel pomeriggio, alle ore 17.00, sempre in Cattedrale, il vescovo Fausto Tardelli celebrerà le esequie solenni a cui sono invitati tutti i vescovi della Toscana.

Dopo la celebrazione il feretro verrà portato a Lucca, nella chiesa Cattedrale: alle ore 21 ci sarà una veglia di preghiera presieduta dall’Arcivescovo mons.Castellani. 

Sabato 6 agosto, Solennità della Trasfigurazione, la Chiesa di Lucca saluterà e accompagnerà il vescovo Mansueto all’incontro con il Signore, con una celebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo mons. Castellani, alle ore 10 in Cattedrale. 

Ecco il comunicato di mons. Tardelli:

«Con profondo dolore e il cuore chiuso in un nodo di tristezza anche per l’amicizia personale che mi legava e lega ancora a lui, comunico alla Diocesi che alle ore 15 di oggi, 3 agosto, Mons. Mansueto Bianchi ha chiuso la sua vicenda terrena. Soffriamo enormemente per questa perdita ma ci conforta la stupenda testimonianza di fede, di speranza e di carità dolcissima che ci ha dato in questi lunghi e interminabili mesi di ospedale. E’ stato duramente provato, tra alti e bassi, piccole riprese e ricadute. Sempre sereno e con una grande pace nel cuore, affidato completamente a Gesù, pieno di amore per Lui e per le persone che sono passate attraverso la sua vita e che ha portato sempre con sé. Posso attestare di persona la sua fede rocciosa, la sua delicatezza d’animo, l’abbandono fiducioso nelle mani del Signore. La diocesi di Pistoia gli deve tanto e anche in questi mesi di dura prova, l’amore per i pistoiesi è stato sempre molto forte in lui. Ora, sono certo, gli si sono spalancate le porte del paradiso per contemplare viso a viso quel Dio da cui si è lasciato conquistare e consumare. La nostra Chiesa ha così un suo altro grande patrono nel cielo che si va a unire a quei santi vescovi che l’hanno arricchita con i doni del Signore. A Dio, da cui in verità speravamo la guarigione del nostro fratello e vescovo, sia resa comunque la lode più grande perché Lui sa il come e il perché e soprattutto per il dono prezioso che ci ha fatto facendocelo incontrare e conoscere. “Tutto – infatti – concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. (Rm 8,28)».