Vita Chiesa

La Toscana a Lourdes: «Illuminati da Maria»

di Massimiliano Colelli

Cinque Vescovi, oltre 40 sacerdoti, 100 pellegrini con l’organizzazione dell’Agenzia diocesana Turishav di Firenze, 1700 tra volontari e malati della sezione toscana dell’Unitalsi: sono questi i numeri dei pellegrinaggi congiunti, quello diocesano fiorentino e quello dell’Unitalsi Toscana, a Lourdes nella terza settimana di settembre.

Mons. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze e Presidente della Conferenza Episcopale Toscana, mons. Franco Agostinelli, Vescovo di Grosseto, mons. Rodolfo Cetoloni, Vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, mons. Giovanni Santucci, Vescovo di Massa Marittima-Piombino e mons. Vasco Giuseppe Bertelli, Vescovo emerito di Volterra ed Assistente Spirituale dell’Unitalsi Toscana, hanno concelebrato le Messe e presieduto gli altri momenti di fraternità e spiritualità comuni ai pellegrinaggi. I due gruppi di coordinamento sono stati diretti rispettivamente da mons. Alberto Alberti, direttore dell’Ufficio pellegrinaggi, turismo, tempo libero e sport della Diocesi di Firenze – supportato da Mario Lapini – e da Walter Pisciotta.

Il pellegrinaggio della Diocesi fiorentina è partito dall’aeroporto di Firenze con volo speciale Meridiana: grazie alla collaborazione stabilita nel 2005 tra l’Arcidiocesi fiorentina, tramite la Turishav e la compagnia aerea Meridiana, i charter internazionali in partenza da Peretola permettono infatti di raggiungere direttamente le mete di interesse religioso.

I soci ed i simpatizzanti dell’Unitalsi, invece, hanno raggiunto la meta mariana con due treni speciali partiti da Grosseto e Prato, nella mattinata del 14 settembre, e tre aerei decollati da Grosseto, Pisa e Firenze. Il gruppo Unitalsi si è ricomposto interamente nel tardo pomeriggio di mercoledì: i malati hanno alloggiato al Salus Infirmorum dell’Unitalsi, mentre Dame e Barellieri si sono dislocati in diversi alberghi dell’area circostante al Santuario. 

Alle 21 i pellegrinaggi unificati sono stati aperti ufficialmente dalla Messa presieduta da mons. Agostinelli. «Veniamo a Lourdes – ha messo in evidenza il Vescovo di Grosseto – per diventare testimoni del Risorto, Speranza del mondo, ed essere missionari in una Chiesa missionaria, annunciatrice ed educatrice. Lasciamo che Maria ci accompagni nel nostro cammino personale e comunitario per cambiare la nostra vita».

Il giorno successivo è iniziato con la Celebrazione Eucaristica internazionale presieduta da mons. Betori nella Basilica di San Pio X, cui hanno partecipato oltre ventimila fedeli. Nel pomeriggio, il Pastore della Chiesa fiorentina ha guidato la Processione e l’Adorazione Eucaristica. Dopo cena si è svolta la Celebrazione penitenziale con la presidenza di mons. Bertelli. In tarda serata la recita del Rosario meditato con la guida di mons. Santucci. «Il Rosario – ha sottolineato il Vescovo di Massa Marittima – è una riflessione molto forte sull’Incarnazione. È un momento per fermarci, ripercorrere e contemplare i Misteri annunciati: Resurrezione, Ascensione, Pentecoste, Assunzione e Incoronazione, cercando di cogliere l’itinerario spirituale che ciascuno di noi è chiamato a vivere. La preghiera in generale è centrale nella vita cristiana».  Il terzo giorno è iniziato con la Messa presieduta da mons. Cetoloni nella Basilica di S. Bernadette. «Bernadette, una di noi – ha evidenziato il Vescovo di Montepulciano – Chiusi-Pienza – era un piccolo seme che si è lasciato triturare perché noi seguissimo Gesù, Via, Verità e Vita. Lei ci insegna ad essere umili di cuore e ci propone di andare oltre all’orgoglio ed alle pretese perché ogni gesto quotidiano sia fecondo di amore e dia vera pace ai nostri cuori».

Al termine della Celebrazione, l’ingresso dei nuovi soci dell’Unitalsi Toscana, con l’intervento del Vescovo Assistente regionale che ha esortato gli unitalsiani ad «essere sempre vicini ai bisognosi e fedeli alla grande famiglia Unitalsi». Ed ha ricordato la nascita dell’Associazione avvenuta 106 anni fa ad opera di Giovanni Battista Tomassi, un ventitreenne romano che da circa dieci anni soffriva per una grave artrite deformante. Era giunto al limite della disperazione, in una profonda crisi religiosa. Recava con sé una rivoltella, deciso a farla finita se non avesse ottenuto la guarigione. La grazia giunse, ma non per la guarigione del corpo, bensì per la salute dell’anima. Nel pomeriggio, poi, si è snodata la Via Crucis ed infine, nella serata, la Processione aux flambeaux. 

Nella mattinata di venerdì 18, alla Grotta di Massabielle, mons. Betori ha presieduto la Messa per i pellegrini italiani. «I prodigi che Gesù compie – ha detto l’Arcivescovo di Firenze – sono segni che servono non a ristabilire un ordine sconvolto ma a rivelare chi è Gesù. E solo alla luce della Croce, amore e sofferenza, possiamo comprendere in che senso Gesù sia il Salvatore di tutti noi». Poi l’Arcivescovo ha tenuto la catechesi al Forum di Lourdes sottolineando che «spesso viviamo sull’onda dell’emozionalità spinti da motivi banali e contingenti, non riuscendo a dare un senso globale alla nostra esistenza. Maria ci insegna ad entrare nella prospettiva sapienziale della vita che vede Dio come l’orizzonte dell’esistenza che tutto illumina, superando il limite della consueta superficialità».

Nel corso delle giornate si sono svolti numerosi momenti di riflessione e preghiera, Via Crucis e visite guidate ai ricordi di Bernadette – casa natale, cachot, chiesa parrocchiale.  

Il servizio della Turishav è terminato venerdì pomeriggio al rientro dei pellegrini con volo Lourdes-Peretola mentre i due treni e tre aerei dell’Unitalsi sono rientrati in Toscana tra sabato 19 e domenica 20.

Mario Coda Nunziante, presidente regionale dell’Unitalsi: «La nostra associazione al servizio della Chiesa»«L’unione dei pellegrinaggi, il nostro regionale ed il diocesano fiorentino, con la partecipazione di cinque Vescovi e decine di sacerdoti – ha detto Coda Nunziante – sottolinea l’estrema ecclesialità dell’Associazione che vuole muoversi insieme ai propri Pastori e presbiteri: non esiste una spiritualità unitalsiana ma un carisma unitalsiano al servizio della Chiesa e della società intera».

«I pellegrinaggi dell’Unitalsi – ha continuato il presidente – sono vettori perché le persone possano fare esperienze di spiritualità, responsabilità, espansione ed approfondimento relazionale interpersonale, presa di coscienza delle proprie e delle altrui fragilità per sviluppare un reale mutamento della propria esistenza». Coda Nunziante ha poi parlato del Salus Infirmorum: una vecchia struttura alberghiera che già negli anni Settanta era usata come alloggio per i malati. Nei primi anni Novanta è stata acquistata dall’Unitalsi che ha provveduto ad una totale ristrutturazione facendone una casa per malati in cui tutto è creato intorno alle esigenze del malato. Ed è stato anche uno stimolo per l’ammodernamento degli ottocenteschi ospedali francesi del Santuario.

Le testimonianzeDon Fabiano Fabiani, Vice Assistente dell’Unitalsi Toscana: «Sono tre gli aspetti fondamentali della vita unitalsiana: preghiera, servizio e riposo. Il punto di arrivo è un servizio che diventi preghiera ed una preghiera che diventi servizio. Maria e Marta sono gli esempi da seguire per le nostre Dame ed i nostri Barellieri cui suggerisco sempre non solo azione ma anche adorazione eucaristica e contemplazione. L’Unitalsi è per molte persone il luogo di riscoperta della fede e per noi sacerdoti, spesso freneticamente impegnati nelle parrocchie, è un’opportunità di ristoro spirituale e mentale».

Giuseppina, dama della Sottosezione di Viareggio: «Ho aderito all’Unitalsi nel 1976 e mi sono subito trovata in una grande famiglia. Ricordo in particolare la straordinaria figura di Giuseppe Tomei, fondatore della mia sottosezione. Nell’Associazione è fondamentale creare continuità e con questa motivazione ho invitato a partecipare ai nostri pellegrinaggi numerose persone che oggi svolgono vari ruoli».

Valentina, dama ventiseienne della Sottosezione di Viareggio: «È il mio quarto pellegrinaggio a Lourdes ed il primo da dama dell’Unitalsi. A seguito di tristi esperienze di malattia in famiglia, quattro anni fa non volevo venire a Lourdes ma mia madre riuscì a convincermi. Oggi sono contenta di stare accanto ai malati che mi riempiono di affetto».

Antonio, malato della Sottosezione di Fiesole: «Ho iniziato a frequentare l’Unitalsi nel 1995 da malato, costretto in sedia a rotelle a causa di un incidente stradale. Nonostante la disabilità conduco una vita nella norma. Mi sono sposato nel 2000. Ho conosciuto mia moglie nel 1992 in un centro di fisioterapia. Lei, con un problema al midollo spinale reversibile, è guarita ed oggi è dama dell’Unitalsi.

Roberto, prima barelliere poi malato della Sottosezione di Pietrasanta: «Fino a quattro anni fa venivo a Lourdes da barelliere. Quest’anno sono tornato da malato. L’Unitalsi è per me una grande famiglia. Ed in particolare ringrazio la presidente della mia Sottosezione che non manca mai di coinvolgermi nelle varie iniziative. Consiglio ai giovani di provare l’esperienza».

Luca, barelliere della Sottosezione di San Miniato: «Mia madre è nell’Unitalsi da 15 anni. Per me l’esperienza da barelliere è cominciata 3 anni fa e non posso non ripeterla ogni anno. È importante cercare di portare nella vita quotidiana la grande ricchezza interiore che i pellegrinaggi con i malati ci lasciano».

Francesco, barelliere della Sottosezione del Chianti: «Ho conosciuto l’Unitalsi quando ero in terza media. Nell’Associazione ho incontrato anche mia moglie, che è dama. Viviamo il matrimonio nel servizio. Mio figlio ha 20 anni, è uno scout e svolge anche attività unitalsiana. Essere una famiglia impegnata nella carità ci consente anche di accogliere a casa nostra persone che non hanno la fortuna di vivere nel calore familiare». 

Tommaso, quattordicenne di Firenze: «È la seconda volta che vengo a Lourdes. In questo luogo sento molto forti la presenza divina ed il sentimento di unità della Chiesa. L’esperienza di Lourdes mi dà anche la motivazione per continuare il cammino cristiano nella vita quotidiana».

Paolo Gentilini, direttore emerito del Dipartimento di Medicina Interna all’Ospedale di Careggi: «Parlando da medico, di Lourdes mi colpisce particolarmente l’esemplare cura del malato al centro delle attenzioni e degli affetti. Lourdes è la patria della pace e della Grazia del Signore. Spiccano la carità e la fraternità. Invito tutti gli operatori sanitari a venire in questo Santuario per un’esperienza straordinaria».