Vita Chiesa

Papa Francesco ai cappellani militari: la guerra «sfigura i legami» e «lascia sempre un segno indelebile»

Il diritto umanitario, ha proseguito il Papa, «si propone di salvaguardare i principi essenziali di umanità in un contesto, quello della guerra, che è in se stesso disumanizzante. Esso è volto a proteggere coloro che non partecipano al conflitto, come la popolazione civile o il personale sanitario e religioso, e coloro che non vi partecipano più attivamente, come i feriti e i prigionieri. Al tempo stesso, tale diritto tende a bandire le armi che infliggono sofferenze atroci quanto inutili ai combattenti, nonché danni particolarmente gravi all’ambiente naturale e culturale». Per questo «merita di essere diffuso e promosso tra tutti i militari e le forze armate» e «necessita di essere ulteriormente sviluppato, per far fronte alla nuova realtà della guerra, che oggi, purtroppo, ‘dispone di strumenti sempre più micidiali’, ha osservato citando la «Laudato sì’».

Come cristiani, ha detto Papa Francesco, «restiamo profondamente convinti che lo scopo ultimo, il più degno della persona e della comunità umana, è l’abolizione della guerra. Perciò dobbiamo sempre impegnarci a costruire ponti che uniscono e non muri che separano». «In questo periodo – ha fatto notare Francesco -, nel quale stiamo vivendo una ‘terza guerra mondiale a pezzi’, voi siete chiamati ad alimentare nei militari e nelle loro famiglie la dimensione spirituale ed etica, che li aiuti ad affrontare le difficoltà e gli interrogativi spesso laceranti insiti in questo peculiare servizio alla Patria e all’umanità». Infine, una considerazione sulla preghiera: «Senza preghiera non si può fare tutto quello che l’umanità, la Chiesa e Dio ci chiede in questo momento. Domandatelo ai vostri cappellani, domandatevi voi stessi: quanto tempo al giorno do alla preghiera? La risposta farà bene a tutti».