Vita Chiesa

Papa in Repubblica Centrafricana: a evangelici, per violenze «annuncio evangelico più necessario e urgente»

«Da troppo tempo – ha osservato – il vostro popolo è segnato dalle prove e dalla violenza che causano tante sofferenze. Ciò rende l’annuncio evangelico ancora più necessario e urgente. Perché è la carne di Cristo stesso che soffre nelle sue membra predilette: i poveri del suo popolo, i malati, gli anziani e gli abbandonati, i bambini che non hanno più i genitori o che sono lasciati a sé stessi, senza guida e senza educazione. Sono anche tutti coloro che la violenza e l’odio hanno ferito nell’anima o nel corpo; coloro che la guerra ha privato di tutto, del lavoro, della casa, delle persone care». Dio, ha ricordato il Pontefice, «non fa differenze tra coloro che soffrono. Ho spesso chiamato questo l’ecumenismo del sangue. Tutte le nostre comunità soffrono indistintamente per l’ingiustizia e l’odio cieco che il demonio scatena». Il Santo Padre ha, quindi, espresso «vicinanza» e «sollecitudine» verso il pastore Nicolas, la cui casa è stata recentemente saccheggiata e incendiata, come pure la sede della sua comunità.

«In questo contesto difficile, il Signore non cessa di inviarci a manifestare a tutti la sua tenerezza, la sua compassione e la sua misericordia. Tale comune sofferenza e tale comune missione sono un’occasione provvidenziale per farci progredire insieme sulla via dell’unità; e ne sono anche un mezzo spirituale indispensabile», ha affermato Papa Francesco. «Come il Padre rifiuterebbe la grazia dell’unità, benché ancora imperfetta, ai suoi figli che soffrono insieme e che, in diverse circostanze, si dedicano insieme al servizio dei fratelli?», ha domandato. «La divisione dei cristiani è uno scandalo, perché è anzitutto contraria alla volontà del Signore – ha fatto notare il Pontefice -. Essa è anche uno scandalo davanti a tanto odio e tanta violenza che lacerano l’umanità, davanti a tante contraddizioni che si innalzano di fronte al Vangelo di Cristo». Perciò, «apprezzando lo spirito di mutuo rispetto e di collaborazione che esiste tra i cristiani del vostro Paese, vi incoraggio a proseguire su questa via in un servizio comune della carità. È una testimonianza resa a Cristo, che costruisce l’unità». Di qui l’auspicio: «Possiate, sempre più e con coraggio, aggiungere alla perseveranza e alla carità, il servizio della preghiera e della riflessione in comune, nella ricerca di una migliore conoscenza reciproca, di una maggiore fiducia e di una maggiore amicizia, in vista della piena comunione di cui conserviamo la ferma speranza».