Cultura & Società

Il Museo della Badia di Vaiano è di nuovo aperto alle visite

Il museo è anche Casa della memoria dello scrittore e abate Agnolo Firenzuola (1493-1543) e dei personaggi illustri della famiglia Medici: Carlo de’ Medici (1428-1492), figlio naturale di Cosimo il Vecchio, e Giovanni de’ Medici (1475-1521), poi Papa Leone X, secondogenito del Magnifico Lorenzo de’ Medici (1449-1492).

«La riapertura del Museo della Badia, come degli altri musei del nostro territorio, in questa fase ancora incerta ha il sapore di una scommessa, di una sfida – afferma Claudio Cerretelli, direttore dei Musei Diocesani di Prato, dei quali il Museo della Badia fa parte -. Bellezza e salute devono andare a braccetto, e il piacere dell’esperienza della visita va conciliato con la sicurezza (anche se a costo di oneri notevoli nella gestione delle strutture). Per questo le linee guida per la riapertura degli istituti culturali puntano sui requisiti sanitari e parole come distanziamento sociale, dispositivi di protezione, sanificazione, igienizzazione, contingentamento, sono ormai note a tutti e sembrano la soluzione a tutte le difficoltà. Ma il problema non è unicamente quello, perché la cultura italiana non è in crisi solo per il Coronavirus: negli ultimi decenni sembra che l’obiettivo principale sia stato di trasformare il nostro ricchissimo patrimonio culturale in un prodotto da vendere, puntando soprattutto sui numeri, e perdendo di vista l’idea di una cultura votata alla formazione del cittadino. La fase che stiamo vivendo sta però facendo riflettere molti, e speriamo che possa essere l’occasione per i cittadini di riscoprire e riappropriarsi del proprio territorio. I piccoli musei di prossimità, come quello della Badia di Vaiano, possono giocare, o meglio devono continuare a giocare, un ruolo importante per la riscoperta delle nostre origini, della nostra cultura e tradizioni».

«Abbiamo riaperto adeguando ovviamente gli ingressi al museo alle linee guida regionali e nazionali in materia di protezione da rischio di contagio da Sars-Cov-2 – spiega Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria e coordinatore del Museo della Badia -. E crediamo che rendere di nuovo fruibili ai cittadini i luoghi della cultura e della memoria possa rappresentare anche un forte punto di attrazione, un motore di ripartenza per tutto il territorio».

«Per la Casa di Agnolo Firenzuola, come per molte altre realtà della nostra rete – prosegue Marco Capaccioli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della memoria – la riapertura è un passaggio cruciale ma facilitato dalle dimensioni: si tratta strutture raccolte per la quale i processi di sanificazione e la gestione degli accessi sono più semplici. È tutto più agile e questo facilita la possibilità di tornare a offrire ai visitatori un’esperienza culturale di livello in piena sicurezza».

Per ottemperare ai protocolli e separare le persone che vanno alla Messa da chi visita il Museo l’ingresso sarà principalmente da piazza Baroni, 7 (la piazzetta laterale della Badia oltre il voltone) e non più da Piazza Firenzuola. Invariati invece gli orari; il museo continua ad osservare quelli consueti senza prenotazione: sabato ore 16-19; domenica e festivi ore 10-12 e 16-19. Sono ammesse visite sono individuali o per piccoli gruppi, mentre non sono possibili visite guidate per gruppi più ampi di ventiquattro persone. Per richiedere eventuali visite fuori orario è possibile telefonare al 328.6938733 o al 328.7550630, oppure scrivere un’email a adriano.rigoli@gmail.com.

 

 

 

 

 

Associazione Nazionale Case della Memoria

L’Associazione Nazionale Case della Memoria mette in rete 78 case museo in 12 regioni italiane (Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna) che hanno deciso di lavorare insieme a progetti comuni e per promuovere questa forma museale in maniera più incisiva anche in Italia. Abitazioni legate a tanti personaggi della cultura italiana: Giotto, Giovanni Boccaccio, Francesco Datini, Leonardo da Vinci, Niccolò Machiavelli, Francesco Cavassa e Emanuele Tapparelli d’Azeglio, Agnolo Firenzuola, Pontormo, Benvenuto Cellini, Filippo Sassetti, Lorenzo Bartolini, Silvio Pellico, John Keats e Percy Bysshe Shelley, Francesco Guerrazzi, Giuseppe Verdi, Elizabeth Barrett e Robert Browning, Pellegrino Artusi, Corrado Arezzo de Spucches e Gaetan Combes de Lestrade, Giosuè Carducci, Sidney Sonnino, Giovanni Pascoli, Giacomo Puccini, Ferruccio Busoni, Maria Montessori, Enrico Caruso, Giorgio e Isa de Chirico, Antonio Gramsci, Raffaele Bendandi, Piero Bargellini, Enzo Ferrari, Primo Conti, Leonetto Tintori e Elena Berruti, Indro Montanelli, Italo Zetti, Ivan Bruschi, Ilario Fioravanti, Goffredo Parise, Barbara Marini Clarelli e Francesco Santi, Loris Jacopo Bononi, Giorgio Morandi, Sigfrido Bartolini, Venturino Venturi, Luciano Pavarotti, Robert Hawthorn Kitson con Frank William Brangwyn e Daphne Phelps, Elémire Zolla, Toti Scialoja e Gabriella Drudi, Gabriele D’Annunzio (il Vittoriale degli Italiani), Papa Clemente XII, Giacinto Scelsi e Giulio Turci, Filadelfo e Nera SimiSecondo Casadei, Carlo Levi, Domenico Aiello e Michele Tedesco, Marino Moretti, Augusto e Anna Maria Radicati, Mauro Giuliani, Carlo Mattioli, Michelangelo Buonarroti, Sofia ed Emanuele Cacherano, Michele De Napoli, Aurelio Saffi, Antonio Boschi e Marieda Di Stefano, Francesco Messina, Giuseppe Garibaldi, Francesco Baracca, Giovanni Verità, Ugo Tognazzi, Salvatore Quasimodo, Cosimo Della Ducata, Tullio Vietri e con il Cimitero di Porta a Pinti (cosiddetto Cimitero degli Inglesi), il Cimitero degli Allori a Firenze e la Casa della Memoria di Milano.

L’Associazione Nazionale Case della Memoria è in Italia l’unica rete museale di case museo di personaggi illustri a livello nazionale, partecipa alla Conferenza Permanente delle Associazioni Museali Italiane di ICOM Italia ed è “istituzione cooperante” del Programma UNESCO “Memory of the World” (sottocomitato Educazione e Ricerca). Info: www.casedellamemoria.it