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EDITORIA, FISC (SETTIMANALI DIOCESANI): IL GOVERNO PASSA LA PATATA BOLLENTE ALLE POSTE

“Né soddisfatti né delusi”. È il commento di don Giorgio Zucchelli, presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), dopo l’incontro con il Governo che si è tenuto questo pomeriggio per discutere del decreto ministeriale che ha soppresso le tariffe agevolate postali per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica. In rappresentanza del Governo erano presenti, tra gli altri, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti. “Il Governo ha scaricato la patata bollente a Poste Italiane. Dalla prossima settimana – spiega don Zucchelli -, ci saranno dei tavoli di trattativa per trovare un accordo con le Poste e concordare tariffe da ‘grandi clienti’ che dovrebbero avvicinarsi quanto più possibile alla tariffa agevolata precedente”. Il Governo, prosegue il presidente Fisc, ha ribadito che “con la liberalizzazione postale alle porte, Poste Italiane avrà tutto l’interesse di offrire tariffe più vantaggiose per tenersi i clienti; allo stesso tempo, il Governo ha esplicitamente sollecitato il raggiungimento di un accordo pluriennale, cosicché si possa lavorare con tranquillità per un tempo maggiore”.“All’on. Bonaiuti e a Elisa Grande, capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, abbiamo chiesto anche che i nostri settimanali vengano reintegrati nel gruppo dei quotidiani, tornando alla condizione precedente al 2002”. I settimanali diocesani, aggiunge don Zucchelli, “erano considerati ‘non-quotidiani’ ad indicare che nella sostanza sono identici ai quotidiani dai quali differiscono soltanto per la periodicità”. “Se riuscissimo ad entrare in questa categoria – precisa il presidente della Fisc – avremmo tariffe più basse e la possibilità di una consegna giornaliera”. A Poste Italiane, rappresentata all’incontro con il Governo nella persona dell’amministratore delegato Massimo Sarmi, don Zucchelli ha ventilato la possibilità di un “abbandono di massa” della Fisc nel caso in cui non si trovasse un accordo conveniente: “Sappiamo che le Poste, ad alcuni prodotti editoriali, applicano tariffe ancora inferiori alle nostre tariffe agevolate. Questo significa che i margini di sconto ci sono anche per noi”.