Italia

Family day, Gandolfini (portavoce): «La politica ascolti questa piazza»

Siamo un «faro» di civiltà.«Ogni tanto si sente dire che l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa, perché nell’Europa occidentale è l’unico Stato che non ha legislazione riguardante le unioni civili. L’Italia non è il fanalino di coda, ma il faro che sta indicando la civiltà all’Europa, perché non è un progresso civile programmare la nascita di un bambino orfano». È l’esordio del discorso conclusivo di Massimo Gandolfini, presidente del Comitato «Difendiamo i nostri figli», durato circa mezz’ora e con il quale il «popolo» di due milioni che ha gremito questo pomeriggio il Circo Massimo si è congedato cominciando a defluire dalla piazza del Family Day. Il movimento femminista degli Anni Settata, che si è battuto per l’emancipazione della donna, secondo Gandolfini, «dovrebbe vomitare di fronte all’idea che si può comprare l’utero di una donna». «Il rapporto che esiste tra il bambino e la mamma è un rapporto totale, non soltanto biologico», ha proseguito: «La mamma stabilisce con il bambino la prima relazione primordiale che esiste tra due persone, tutti noi abbiamo conosciuto la prima relazione nell’utero della nostra madre». «L’utero non è un forno all’interno del quale costruire un manufatto», ha ammonito Gandolfini:«L’utero in affitto è la donna che ha cullato il bambino dentro di sé per nove mesi». «Come è possibile rispettare i cagnolini e permettere che un bambino venga strappato nell’utero della madre?», si è chiesto il relatore: «Questa è inciviltà pura, e non è possibile che esista classe politica ideologica che è pronta a negare tutto questo».

Dll Cirinnà inaccettabile tutto. «Questo ddl Cirinnà, che non è accettabile dalla prima all’ultima parola, rende assolutamente necessaria un’operazione radicale: non si tratta di mettere a posto qualcosina per renderlo accettabile, non serve un’operazione di maquillage, deve essere totalmente respinto». Non ha usato mezzi termini Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato «Difendiamo i nostri figli», per entrare dalla piazza del Circo Massimo sui registri dell’attualità. «Oggi stiamo vivendo una società che non ponendosi più un limite sta diventando una società folle», la tesi del relatore, secondo il quale «non si può trasformare il desiderio in un diritto: il desiderio ha un limite, se non mettiamo limiti a un desiderio si andrà incontro alla nevrosi, alla psicosi, alla follia». «Lo diciamo con assoluta chiarezza, onestà e lealtà», ha proseguito Gandolfini: «Quanto qualcuno sta cercando di modificare, per cui non si parla più di stepchild adoption e si inventano nuovi istituiti giuridici, di affido rafforzato, è un vero e proprio tentativo di far passare in maniera surrettizia una condizione che è assolutamente identica all’adozione». «È inutile usare la parola affido – ha precisato Gandolfini – perché l’affido nasce quando una famiglia si trova in situazioni di disagio, di difficoltà e per il suo benessere il bambino viene allontanato dalla famiglia e dato in affido ad altra famiglia che lo possa adottare, sperando che la famiglia d’origine possa essere sanata. Ma quando si prospetta l’affido rafforzato e vengono date le condizioni per cui l’affido duri fino al compimento dei 18 anni, dopo i quali sarà il ragazzo a decidere, si tratta di un’adozione mascherata da affido, ed è per questo che è inaccettabile».

«Si possono fare delle mediazioni su alcune storture, ma quando viene messa in discussione la verità stessa di uomo, la sua antropologia, non si possono fare mediazioni», ha ammonito Gandolfini: «Se si accetta una legge per la quale le unioni civili sono omologate a una famiglia fondata sul matrimonio, si fa un’enorme confusione per cui non esisterà più la famiglia, ma modelli variabili e confusi di famiglia. E le vittime saranno i nostri figli, perché la legge ha la potenza di cambiare la cultura di un popolo. Bisogna stare molto attenti quando si approvano leggi distruttive».

Siamo gente povera senza lobby. «Riunire la piazza è l’unico modo civile e onesto – per noi che siamo gente povera che non abbiamo nessuna lobby multinazionale che ci protegge – per mostrare realmente qual è il comune sentire degli italiani», ha detto ancoa Massimo Gandolfini dal palco del Circo Massimo. «Non vogliamo ghettizzare nessuno, mancare di rispetto a nessuno, ma dire con chiarezza che il tessuto della nazione sono queste famiglie e che queste famiglie vanno sostenute», ha proseguito riferendosi ai due milioni di persone presenti. «Abbiamo un welfare per le famiglie che ha ampi buchi», ha fatto notare Gandolfini: approvare leggi come il ddl Cirinnà «significherebbe lo stravolgimento dell’essenza della natura umana e a questo dobbiamo con tutte le forze opporci, mostrando il volto bello della famiglia, della solidarietà nella famiglia e tra le famiglie». «Quello che facciamo contro questa legge ha un enorme valore antropologico», ha sottolineato Gandolfini rivolgendosi ai giovani, ai quali ha ricordato che «la sessualità non è una funzione tra le tante, perché alla sessualità è legata la scintilla della vita che ha bisogno di una fusione di corpi, la capacità di amore e di spendersi e donarsi ad un altro al punto tale che da esso può nascere vita nuova. Il sesso non è piacere sessuale, è la trasmissione della vita che ci fa partecipi dell’opera creatrice». Messaggio alla politica. «Guardare con assoluta lealtà e chiarezza chi sono coloro che vi stanno aiutando e chi sono coloro che invece vi oscurano». È l’invito rivolto ai partecipanti al Family Day da Massimo Gandolfini, a proposito del rapporto tra i cittadini e le forze politiche. «Guardate che i prossimi passaggi di questa legge li seguiremo minuto per minuto e vedremo benissimo chi ha raccolto il messaggio e chi lo ha messo sotto i tacchi», l’avvertimento ai politici. Gandolfini ha citato anche le elezioni: «Dobbiamo ricordarci chi davvero si è messo dalla parte della famiglia, della tutela dei bambini, del diritto del bambino ad avere un papà e una mamma e chi, invece, si è dimenticato questo diritto rendendo possibile l’abominevole pratica dell’utero in affitto».

L’utero in affitto è una «pratica abominevole», ed «è una balla dire che riguarderà i bambini futuri», ha precisato Massimo Gandolfini, che dal palco del Circo Massimo ha citato gli ultimi dati Istat, secondo i quali «i bambini che oggi vivono in condizione di essere famiglia monogenitoriale sono 528 e di questi la stragrande maggioranza vive in condizioni già di eterogenitorialità». «Se si approva una legge che prevede un ulteriore segmento, è chiaro che questo ulteriore segmento si realizzerà immediatamente», ha preconizzato Gandolfni: nel merito del ddl Cirinnà, «la stepchild adoption renderà di fatto legittimo e possibile l’utero in affitto». «L’Italia è un Paese ricchissimo? Ha un surplus di risorse che non sa dove mettere?», si è chiesto il relatore: «In Italia ci sono 1.420.000 famiglie, su 14 milioni, che vivono al di sotto del livello di soglia di povertà. Un sano principio di giustizia vuole che le risorse vengano allocate innanzitutto dove esiste la miseria, per cercare di togliere quelle famiglie dalla miseria e non per cercare di compiere e realizzare capricci altrui».

Le parole del Papa. «Quelle del Papa sono parole che sono di un peso altissimo e che ci riconducono nell’intimo più profondo della coscienza». Al termine del discorso che ha concluso il «Family Day» al Circo Massimo Gandolfini ha rivolto un «grande appello alla coscienza dei parlamentari: se davvero dovrete esprimervi secondo coscienza, valutate bene la vostra coscienza, perché un giorno delle azioni che farete dovrete rendere conto». «Papa Francesco – ha proseguito – ci ha ricordato che la Chiesa ha indicato al mondo che non ci può essere confusione tra famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione». Poi Gandolfini ha citato san Giovanni Paolo II, e il suo «incoraggiamento» alle famiglie, e madre Teresa di Calcutta, che diceva che «tante piccole gocce fanno l’Oceano Pacifico». «Non vi spaventi la difficoltà del compito», l’esortazione di Gandolfini al «popolo» del Family Day, che oggi ha visto radunarsi da tutta Italia due milioni di persone: «La storia dell’Europa – ha ricordato – dimostra che non di rado i salti qualitativi di cultura sono stati propiziati dalla testimonianza di pochi coraggiosi, perché la forza della verità si impone perché è la verità». «Tanti mali che l’Italia e l’Europa stanno patendo – l’analisi di Gandolfini – derivano dal fatto che tanti anni fa il nostro continente ha apostatato le radici cristiani dell’Europa. Non ci spaventi questo compito, siamo formichine ma tutti insieme possiamo levare un’alta voce di ordine morale, e anche sociale e politico, perchè davvero non possiamo mai dire che tutto è perduto».

La famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna «ha un valore assolutamente unico, che non può essere equiparato a nient’altro». Per questo all’epoca in cui i padri costituenti stilarono la nostra Costituzione «si trovò un virtuoso equilibrio sulla famiglia, strappando la famiglia da quelle formazioni sociali nelle quali si esplica la personalità dell’uomo». Lo ha spiegato Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato «Difendiamo i nostri figli», che nel suo discorso dal palco del Circo Massimo ha citato anche gli Atti della Costituente, dove «la famiglia è stata estrapolata formazioni sociali perché ha valore assolutamente unico, che non può esser equiparato a nient’altro». Non è un caso se, nella nostra Costituzione, la famiglia sia definita come «società naturale fondamta sul matrimonio»: «il diritto stesso prende atto di qualcosa che lo precede, lo riconosce e lo garantisce», ha commentato Gandolfini. Ciò «vuol dire che esiste solo una relazione affettiva che può garantire la propagazione della specie umana, ed è il legame tra uomo e donna è un amore talmente alto che richiede anche una complementarietà dei corpi ed è da questa che scaturisce la scintilla della vita. Tutti noi siamo nati da uomo e donna, questo significa società naturale: le altre cosiddette forme di famiglia vanno a violare nel profondo la astruttura stessa dell’uomo».