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Jobs act: Costalli (Mcl), «un passo avanti» ma «tanta gradualità, anche troppa»

«Gradualità, tanta gradualità, anche troppa, al di là dei roboanti slogan del premier Renzi». È il commento di Carlo Costalli, presidente di Mcl (Movimento cristiano lavoratori), sui decreti attuativi del Jobs Act.

Percorsi: Governo - Lavoro - Mcl
Parole chiave: Jobs act (4)

«La precarietà del lavoro non si cancella con un decreto come fosse una bacchetta magica, meno che mai si può ragionevolmente pensare che questo basti per superare tutti i problemi dei nostri giovani». Per Costalli, nel suo complesso il Jobs Act rappresenta indubbiamente «un passo avanti» e tuttavia, aggiunge, «ci saremmo aspettati più coraggio sulle effettive abolizioni delle forme di precarietà esistenti». Rivolgendosi agli imprenditori, Costalli dice: «Speriamo almeno che si decidano finalmente ad assumere», mentre «l’aver mantenuto in vita il lavoro a chiamata ed i voucher per il lavoro occasionale rappresenta un segnale da seguire attentamente».

Tra le critiche, la principale è che «in definitiva non si è abolito quasi niente, eccetto due tipologie residuali come le associazioni in partecipazione ed il jobs sharing (ma parliamo appena dello 0,2% degli occupati!)». Tra gli aspetti positivi Costalli evidenzia «la tutela della maternità: resta, certo, ancora molto da fare, ma almeno si è cominciato dalla parte giusta, la famiglia».

Fonte: Sir
Jobs act: Costalli (Mcl), «un passo avanti» ma «tanta gradualità, anche troppa»
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