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Libia: Unhcr, «morte e distruzione a Tripoli, situazione preoccupante per libici e migranti»

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) esorta oggi le parti in conflitto a Tripoli, in Libia, «a risparmiare i cittadini e le infrastrutture civili e a consentire l'accesso ad aree più sicure a coloro che cercano protezione». 

«Il recente bombardamento di quartieri abitati da civili ha provocato morte e distruzione, ha costretto le persone a fuggire ed è motivo di grande preoccupazione – afferma -. Nella notte di domenica gli scontri a fuoco tra gruppi armati hanno ucciso due persone e ferito molte altre, compresi bambini, nel centro per sfollati Fallah 2 Tawergha. Il sito ospita oltre 900 cittadini libici sfollati».

Anche nell’area di Janzour, nella parte occidentale di Tripoli, «27 famiglie libiche, tra cui due minori affetti da una malattia degenerativa – informa l’agenzia delle Nazioni Unite -, hanno cercato riparo in una scuola dopo aver abbandonato le proprie abitazioni a causa degli scontri a sud della città». L’Unhcr, in coordinamento con altre agenzie umanitarie, fornirà aiuti di emergenza a tutte le 150 persone che si trovano nella scuola. Un’équipe medica di una clinica locale è impegnata a visitare le famiglie e a fornire assistenza sanitaria di base, ma i bisogni sono in aumento.

«L’attuale situazione della sicurezza nella capitale libica è instabile, imprevedibile e sta limitando l’accesso delle agenzie umanitarie sia ai libici sfollati che ai rifugiati colpiti dagli scontri»: domenica scorsa l’Unhcr ha distribuito aiuti alimentari per una settimana nei centri di detenzione governativi di Triq Al Matar e Qaser Ben Ghasheer, dove sono detenuti 2.450 rifugiati e migranti, in collaborazione con il ministero dell’Interno libico e il World Food Programme. «La distribuzione di aiuti nel centro di detenzione di Abu Salim, dove sono detenute 450 persone, è stata invece sospesa a causa dell’inasprirsi degli scontri nell’area», riferisce l’agenzia Onu, facendo presente che stanno cercando di trasferire tutti i rifugiati e i migranti «in un posto più sicuro».

Nel frattempo «sabato la Guardia costiera libica ha soccorso 276 rifugiati e migranti e li ha fatti sbarcare ad Al Khums, 120 km a est di Tripoli. L’International medical corps era presente al punto di sbarco a Al Khums e ha fornito aiuti di emergenza e assistenza medica. In tutto sono sbarcati 195 uomini, 36 donne e 45 bambini, e sono stati recuperati due corpi». L’Unhcr continuerà a fornire assistenza alle famiglie e ai rifugiati libici sfollati nonostante l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza a Tripoli.