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Mediterraneo, Martini: “Dalla Carta di Firenze spero che venga fuori una road map per investire di più in qualità della vita, relazioni, formazione ed educazione”

“Il Mediterraneo, ‘Lago di Tiberiade’ come diceva La Pira, è una culla della civiltà che ha bisogno però di essere ripensata, riorganizzata secondo criteri di modernità, ma anche nella continuità su quei valori che l’hanno resa grande nella storia: cultura, religione, tutte contaminazioni positive che oggi trovano difficoltà soprattutto nella coesione sociale”. Lo ha affermato Alessandro Martini, assessore del Comune di Firenze e delegato al convegno Mediterraneo Frontiera di pace. 

Sul versante delle migrazioni, ha spiegato che “si fa troppa difficoltà nel vivere la dimensione del migrare, un aspetto che oggi dovrebbe essere quasi naturale in un contesto di globalizzazione”. E in merito alle sfide ambientale che interessano il Mediterraneo, affrontate nella terza sessione di lavori spiega che “qualità dell’aria, questione dell’accesso all’acqua e della sua qualità, della siccità e del riscaldamento globale, sono sempre più problematici e i Sindaci, uomini e donne che vivono la politica tra la gente, quello che in fondo era il desiderio e l’impegno del sindaco La Pira tante volte richiamato, lo hanno ben chiaro. Auspichiamo un cambiamento di rotta anche attraverso un’esperienza come questa, che è veramente molto sentita, si percepisce stando vicini gli uni agli altri in questi ruoli di responsabilità politica delle città”. E in merito alla Carta di Firenze dice: “Spero che venga fuori una road map, una traccia concreta per aiutarci a investire di più in qualità della vita, sulle relazioni, sulla formazione e sull’educazione. In questo senso molto bello e interessante è il progetto lanciato da Romano Prodi sull’Università del Mediterraneo. Si tratta di una rete di università che continuando a fare quello che hanno sempre fatto, accolgano in maniera trasversale e in una interdipendenza, su tutte le sponde del Mediterraneo, giovani che possano diventare quella autentica opportunità per il futuro di tutti i popoli che vi si affacciano”.