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Russia. Isavnin: “Dalla Piazza Rossa, Putin ha mandato segnali di disponibilità al negoziato”

Il discorso che Vladimir Putin ha tenuto nel giorno della vittoria, sulla Piazza Rossa di Mosca, ascoltato e commentato da chi vive nella capitale russa rivela aspetti un poco differenti da quello che si poteva immaginare.

“Ci aspettavamo annunciasse la mobilitazione o nuove dichiarazioni di guerra, parole che facessero riferimento diretto all’uso di armi nucleari, ma il discorso è stato in qualche modo ‘pacifico’, come se avesse voluto mandare un messaggio alla comunità internazionale e ai leader del mondo, che è pronto per qualche forma di negoziati” dice al Sir Aleksander Isavnin, ricercatore presso la Internet protection society, studioso delle interferenze statali su Internet. “Non so se i leader riusciranno a coglierlo quel messaggio o lo capiranno nel modo corretto – prosegue -. In ogni modo così lui e la propaganda avranno una ragione per dire: siamo stati sufficientemente aperti ma l’Occidente non vuole comunicare con noi o cercare trattative per la pace”.

Un’altra annotazione di Isavin riguarda il fatto che sulla Piazza Rossa “tutto l’apparato propagandistico delle Z e delle V non è stato utilizzato, nemmeno sui soldati e sulle attrezzature militari o gli allestimenti. Nemmeno il battaglione che arrivava dal Donbass aveva quei simboli: è forse il segnale di una sorta di disponibilità”. In altre città della Russia invece i simboli Z e V si sono visti, “forse perché non sono arrivati in tempo gli ordini. Fino a qualche giorno fa si vedevano anche a Mosca, ma poi hanno iniziato a toglierle. In realtà i caratteri latini non sono molto patriottici”.

Sul palco mancavano anche ufficiali militari di altri Paesi, che di solito sono presenti, mentre c’erano i leader delle diverse confessioni religiose. In generale, continua Isavin, “c’è la versione internazionale di Putin e quella locale, e la parata è stata guardata in tutto il mondo. Putin non è certo capace di ritirarsi o dire di essersi sbagliato e se i negoziatori occidentali vogliono che lui riconosca il suo errore, non lo farà e porterà il Paese in una situazione ancora peggiore, piuttosto di ammettere di non aver avuto ragione o che sta perdendo. Adesso però lui non sta avendo molto successo: se i leader occidentali comprendono in tutto questo la disponibilità a una qualche forma di negoziato è meglio che attendersi un qualche discorso franco da parte di Vladimir Putin”.

C’è stato qualche messaggio particolare anche per i russi? “Niente di nuovo, non ha detto nulla di diverso da quello che ha sempre detto. Combattiamo la guerra globale, combattiamo contro i nazisti, continuiamo la battaglia iniziata dai nostri padri, ma è stato forse un po’ meno aggressivo della sua dichiarazione in cui ha annunciato ‘l’operazione speciale in Ucraina”, il 24 febbraio scorso. Anche questo è una dimostrazione forse di una sua apertura”.

Il tempo a Mosca non è stato così brutto e durante la parata è spuntato persino un po’ di sole, ma la parte aerea è stata annullata: perché? “Sì, se avessero voluto, l’avrebbero potuta fare. Ma per il fatto che è stata annullata anche in altre grandi città, penso sia anche questo un messaggio. Certo le armi nucleari c’erano perché non poteva evitarlo. Ma sulle forze aeree si è trattenuto”.

Sulla stessa linea d’onda è Andrej Zubov, storico russo nonché strenuo oppositore di Putin, che sul suo profilo Facebook ha scritto: “Putin ha presentato delle scuse piuttosto che trionfare, come aveva trionfato nella primavera del 2014. E la lettera ‘Z’ non è apparsa né nel cielo né sui carri armati e non sono stati annunciati successi sul campo di battaglia, la guerra e la mobilitazione non sono state dichiarate”. Zubov parla di “svolta” avvenuta oggi, 9 maggio 2022, “nelle menti dei falchi del Cremlino”e preconizza: “Ora comincerà la ritirata, sia diplomatica che militare. Dapprima delicatamente, poi sempre più rapidamente”.