Toscana

AFGHANISTAN, RILASCIATA CLEMENTINA CANTONI

Al termine di una giornata che si era aperta con un appello lanciato dall’«Associazione delle organizzazioni non governative (Ong) italiane» e con una nuova esortazione del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per la sua liberazione, è stata rilasciata oggi a Kabul Clementina Cantoni, 32 anni, milanese, rapita nella capitale afgana lo scorso 16 maggio. “Sta bene e vi saluta” ha detto poco fa il padre Fabio Cantoni parlando dalla sua abitazione di Milano, dove in tutti questi giorni aveva atteso insieme alla famiglia notizia sulla sorte della figlia.

Clementina era impegnata da tre anni in Afghanistan, dove seguiva un progetto per le vedove afgane con l’organizzazione ‘Care International’. È stata sequestrata 24 giorni fa da un commando di quattro uomini armati nel quartiere di Shahr-e-Naw di Kabul mentre lasciava il suo ufficio. Dopo qualche giorno il rapimento viene attribuito a bande di banditi locali, che una dozzina di giorno più tardi diffondo un video della volontaria italiana, poi trasmesso dall’emittente televisiva afghana ‘Tolo Tv’.

In tutti questi giorni si sono susseguiti appelli per la sua liberazione, a partire dallo stesso presidente Ciampi fino a Papa Benedetto XVI, che domenica scorsa all’Angelus aveva chiesto il rilascio della cooperante italiana. Anche a Kabul non sono mancate manifestazioni di affetto e vicinanza per Clementina, di cui hanno invocato la liberazione sia le vedove afgane con cui lavorava, ma anche centinaia di studentesse, che proprio stamani avevano ricevuto un adesivo con una rosa rossa afgana per simboleggiare l’italiana rapita.

“Siamo contentissimi che la nostra campagna via mail per la liberazione di Clementina Cantoni sia durata solo un giorno: in poche ore abbiamo ricevuto un migliaio di messaggi, ma siamo felici che questa iniziativa si interrompa ora con il suo rilascio. Facciamo tutti festa, anche solo per un minuto, senza però dimenticare gli altri ostaggi ancora nelle mani dei rapitori”: lo ha detto poco fa alla MISNA Sergio Marelli, presidente dell’‘Associazione delle organizzazioni non governative (ong) italiane’, che ieri aveva lanciato l’iniziativa di inviare un messaggio con un testo di sole 4 parole “Clementina deve tornare libera” – in collaborazione con ‘la Repubblica.it’, Avvenire, Radio Vaticana e la nostra agenzia – per chiedere il rilascio della cooperante italiana, rapita il 16 maggio scorso.

“Probabilmente le donne di Kabul nei giorni scorsi e oggi stesso le studentesse di Clementina che hanno manifestato per chiedere la sua liberazione sono state decisive o almeno molto importanti” prosegue Marelli, che è anche direttore generale di ‘Focsiv-volontari nel mondo’. “La liberazione di Clementina è il segnale di grande speranza che nulla può piegare chi anela alla libertà”, insiste. Marelli ricorda anche chi, in questo momento, è ancora privato della libertà personale: “Rivolgo un pensiero a Florence Aubenas, Hussein Hanoun Al-Saadiet, ancora sequestrati in Iraq, ma anche a Ingird Betancourt (rapita dalla guerriglia in Colombia nel 2002) e Aung San Suu Kyi (leader del dissenso birmano) e a coloro che sono ancora nella situazione angosciosa di trovarsi nelle mani dei rapitori”. Il presidente delle ong italiane assicura che “l’impegno in Paesi come l’Afghanistan e l’Iraq deve proseguire, per dimostrare che la società civile non ha mai smesso di sperare nemmeno di fronte ad atti di violenza”. (Misna)