Toscana

Arezzo, i due Br studiavano un attentato

Desdemona Lioce e Mario Galesi, la prima arrestata, il secondo ucciso nel corso della sparatoria domenica sul treno regionale Roma-Arezzo, erano in viaggio probabilmente per studiare luoghi e movimenti di qualche possibile obiettivo da colpire in futuro. Un futuro forse molto prossimo. A testimoniare lo scopo ricognitivo della loro «inchiesta», come viene definita tra i terroristi, ad Arezzo, che intendevano raggiungere in treno da Roma, ci sarebbe tra l’ altro la micro macchina fotografica nascosta in un pacchetto di sigarette trovata nel loro bagaglio. Gli inquirenti tenderebbero ad escludere, dunque, che fossero in viaggio per mettere a segno fin da subito un attentato. I due brigatisti – è stato rilevato dal procuratore Ubaldo Nannucci e dal suo aggiunto Francesco Fleury – non avevano in dotazione un armamento adeguato (ma una pistola 7,65 con un solo caricatore) e non avrebbero probabilmente scelto il treno per spostarsi in vista di un’azione armata imminente.

AREZZO, TRA INCHIESTE BR E COINCIDENZEProprio lunedì era in programma, ma poi sconsigliata dagli investigatori e annullata, una visita ad Arezzo del professor Michele Tiraboschi, uno degli allievi del professor Marco Biagi, e della vedova del giuslavorista ucciso a Bologna del quale tra pochi giorni, il 19 marzo, ricorrerà il primo anniversario della morte. Una visita forse per organizzare una commemorazione del professore ucciso dalle Br e della quale solo pochissimi erano al corrente. Il nome di Michele Tiraboschi, docente di Diritto a Modena, non era ignoto ai due brigatisti: Galesi è stato trovato in possesso di un articolo pubblicato dallo studioso sul “Sole 24 ore”. Ma molti indizi suggerirebbero che Desdemona Lioce e Mario Galesi avevano intenzione di non restare per molte ore ad Arezzo, forse di tornare addirittura ieri sera nella capitale. I due avevano un biglietto ferroviario di andata e ritorno acquistato alla stazione Tiburtina di Roma e nel borsone che avevano con loro avevano portato anche qualche panino imbottito. BIAGI E D’ANTONA, SI INDAGA SUI LEGAMINegli ambienti investigativi bolognesi si ripete che questa «è la pista giusta per arrivare agli assassini del professor Marco Biagi» e gli investigatori sono al lavoro per confrontare le foto di Mario Galesi con i filmati registrati alla stazione di Bologna la sera dell’omicidio di Biagi. E per gli investigatori romani i nomi di Lioce e Galesi sarebbero legati all’omicidio di Massimo D’Antona, anche se non sono mai stati indagati per questo attentato. COSÌ IL CONFLITTO A FUOCO«Fermi tutti, consegnate le armi». Mario Galesi, temendo che i controlli degli agenti della Polfer avrebbero fatto capire che i loro documenti erano falsi, estrae la pistola, una Beretta calibro 7,65 e la punta alla gola di Emanuele Petri. È questa la ricostruzione dei fatti che è stata fornita dal sovrintendente Giuseppe Di Fronzo, il quale, di fronte alla Lioce che intimava agli agenti di consegnare le loro armi, riesce a farla cadere a terra. Sull’arma si getta la donna con la quale il poliziotto ingaggia una colluttazione. La donna cerca di sparare ma la pistola ha la sicura. È a quel punto che Galesi preme il grilletto contro Petri. Prima la pistola si inceppa: poi parte il colpo che lo uccide. DESDEMONA LIOCE, SONO MILITANTE BRDopo essersi dichiarata «prigioniero politico» Desdemona Lioce ha precisato e rivendicato la propria appartenenza. Interrogata dal pubblico ministero di Arezzo, Roberto Rossi, si è definita “militante delle Br”, senza precisare però sigle aggiuntive. «E – ha concluso – non dico più una parola». Domani si svolgerà l’udienza di convalida dell’arresto della donna. SOTTOSEGRETARIO SESTINI, TRANQUILLA MA ELEMENTI INQUIETANTI «Sono tranquilla»: è questo il commento del sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini, parlamentare aretina di FI, indicata come possibile obiettivo dei due presunti terroristi. La Sestini ha ammesso tuttavia che sulla vicenda ci sono parecchi elementi “inquietanti”. GIOVEDÌ FUNERALI DI STATO PER PETRISi svolgeranno nel duomo di Arezzo, giovedì prossimo, i funerali di stato del sovrintendente di polizia Emanuele Petri. Parteciperanno il ministro dell’Interno Pisanu e il capo dello Stato Ciampi. Il questore di Arezzo Andrea Bufalo, ha definito i tre uomini della Polfer «tre eroi della polizia e del nostro Paese». Intanto migliorano le condizioni del sovrintendente di polizia Bruno Fortunato, anche se le sue condizioni restano gravi. ARRIVANO LE RIVENDICAZIONIDue quelle emerse lunedì. La prima in un volantino con la stella a cinque punte e poche righe di testo in cui si rivendica lo scontro a fuoco con la pattuglia della Polfer e commemorare il terrorista Mario Galesi è trovato alla stazione di Fornovo. Il volantino è al vaglio degli investigatori che lo riterrebbero poco attendibile. Più seriamente in considerazione viene presa la telefonata anonima giunta alla redazione genovese dell’Ansa: una voce maschile, a nome delle Brigate Rosse partito comunista combattente, ha rivendicato il conflitto a fuoco di ieri. Un testo che, per il questore di Genova, è attendibile «per il lessico e l’impostazione».

Le Br preparavano un attentato ad Arezzo

I funerali di Petri

Il dolore della diocesi di Arezzo