Toscana

Imprese. Nel 2018 in Toscana brusca frenata artigianato

Si tratta di una brusca interruzione della fase di crescita che aveva caratterizzato, invece, il biennio precedente. A far sorridere è soltanto il progresso dei livelli retributivi pro-capite, saliti dell’1,3%: una performance non troppo brillante, ma in grado quanto meno di agganciare il tasso di inflazione. Del resto segnali di fragilità congiunturale affiorano anche nel primo semestre di quest’anno: a giugno le domande di intervento per crisi aziendali nell’artigianato risultano in crescita del 9,7% in Toscana. Mentre nei primi cinque mesi del 2019 le ore di lavoro integrate da Fsba (l’equivalente per gli artigiani della cassa integrazione) fanno registrare una crescita del 13,7%. La sofferenza del settore si ricava anche dalla qualità del lavoro con un boom dei contratti a tempo determinato nel 2018 (+19,5%) e a tempo parziale (+26,7%), secondo i dati comunicati da Inps. Di pari passo, invece, i rapporti a tempo indeterminato sono scesi del 3,5% nella versione full time e del 5,5% in quella part-time.

«L’andamento degli ultimi tre anni ha visto in crescita l’artigianato – spiega Ciro Recce, presidente di Ebret che tende a vedere il bicchiere mezzo pieno -. Nell’ultimo anno per una serie di motivi che non sono legati soltanto alle nostre attività o al nostro Paese le cose non sono andate bene. Il 2018 ha segnato il passo, ma porta ancora dei segnali positivi rispetto al 2015». L’ente bilaterale, così definito perché riunisce nella stessa organizzazione sia i datori di lavoro che i sindacati dell’artigianato, cerca di trarre da questi dati uno spunto da una parte per potenziare i propri servizi dall’altra per avanzare delle richieste specifiche alla politica, specialmente alla Regione. Recce annuncia che le parti sociali hanno raggiunto un accordo per garantire prestazioni aggiuntive «per venire incontro a tutti i dipendenti che hanno persone in famiglia con disabilità.

L’Ebret – aggiunge -, d’altronde, deve fare questo: venire sempre di più incontro a imprese e lavoratori». E per adempiere ancora meglio a tale missione l’ente domanda alla Toscana un maggiore impegno sulla formazione per fronteggiare la crescente asimmetria fra le competenze richieste dalle imprese e le qualifiche dei lavoratori: «Non si può pensare soltanto alla media e grande impresa – avvisa Recce -, abbiamo un tessuto produttivo di piccole e piccolissime imprese alle quali bisogna dare risposte anche rispetto alla stessa questione della autoimprenditorialità, che non riesce spesso ad andare avanti».