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LO ‘STATUTO DEI MUSULMANI IN EUROPA’: 26 ARTICOLI PER UNA CONCRETA ALLEANZA DI CIVILTA’

“La necessità di sottolineare i valori della reciproca comprensione, del lavoro per la pace e il benessere della società, la moderazione e il dialogo inter-culturale, allontanato da qualsiasi tendenza all’estremismo e all’esclusione”: lo si afferma nell’introduzione della “Muslim of Europe Charter”, la “Carta dei musulmani d’Europa” firmata oggi a Bruxelles da più di 400 associazioni e organizzazioni islamiche di 28 paesi. “L’importanza dell’Islam nel mondo e il suo potenziale spirituale, umano, e di civiltà esige un riavvicinamento con l’Occidente, e con l’Europa in particolare, allo scopo di garantire giustizia e pace al mondo”. All’articolo 26, ultimo della Carta, si aggiunge: “Attraverso il loro patrimonio religioso e culturale e la loro presenza in molti stati europei, i musulmani d’Europa costituiscono un elemento idoneo a sottolineare gli sforzi per il rafforzamento dell’Unione Europea. Con le sue diverse componenti religiose e culturali, l’Europa può agire come un importante indicatore di civiltà con un ruolo chiave nel mantenere la stabilità internazionale tra influenti potenze mondiali”. Articolati in due sezioni oltre l’introduzione, i 26 articoli del documento – che sarebbe più opportuno definire “statuto” vista la sua natura, la sua funzione e i suoi contenuti – rispondono a una logica così enunciata: “Questa Carta intende definire una serie di principi in accordo con la percezione comune dell’Islam nel contesto europeo e di stabilire, partendo da questo punto, le fondamenta di una più grande interazione positiva con la società”.

I primi 13 articoli, contenuti nella sezione intitolata “Sulla comprensione dell’Islam”, riguardano numerosi argomenti e sottolineano tra l’altro: l’importanza della famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna (articolo 8); il rispetto per l’ambiente, gli animali e le risorse naturali (13); la democrazia fondata sul pluralismo (12); l’eguaglianza tra uomo e donna (7); una dimensione sociale caratterizzata da “compassione, reciproco sostegno , cooperazione e fratellanza”. In particolare, l’articolo 10 afferma: “L’Islam chiede la reciproca conoscenza, il dialogo e la cooperazione tra i popoli e le nazioni in modo da accentuare la stabilità e garantire la pace nel mondo. Il termine Jihad presente nei testi islamici significa fare tutti gli sforzi possibili verso il bene, a cominciare dal riformare se stessi per diffondere verità e giustizia tra la gente. Nella sua accezione di guerra Jihad è ritenuta strumento a disposizione di qualsiasi stato sovrano quando necessita di difendersi da un’aggressione. Gli insegnamenti dell’Islam, su questo argomento, sono il linea con il diritto internazionale. Partendo da questa accezione della Jihad, l’Islam respinge violenza e terrorismo, appoggia cause giuste e afferma il diritto di tutti i popoli a difendersi con mezzi legittimi”.

Altri articoli della prima sezione ricordano “i principi fondamentali e immutabili che derivano dal Corano e dalla tradizione Profetica (Sunnah), che “il vero spirito dell’Islam si fonda sulla moderazione” e la necessita “di proteggere gi esseri umani da qualsiasi offesa alla dignità”. I 13 articoli della seconda sezione riguardano la presenza musulmana nella società e ricordano tra l’altro che nonostante le loro differenze etniche e culturali e l’adesione alle diverse scuole di pensiero dell’Islam, i musulmani d’Europa costituiscono un’unica entità religiosa, rispettano le leggi dei vari paesi e condividono il principio della neutralità dello stato sulle questioni religiose.

“Una comprensione autentica dell’Islam richiede ai musulmani di essere cittadini attivi e produttivi, utili alla società” precisa l’articolo 19 e il 20 li sollecita a un’integrazione costruttiva nelle diverse società. Nell’articolo 22 si afferma “il loro rispetto per il pluralismo e la diversità filosofica e religiosa delle società multiculturali in cui vivono” aggiungendo che l’Islam chiede ai membri della società di apprezzare e di arricchirsi reciprocamente attraverso le loro differenze”; nell’articolo successivo, oltre a “considerare loro dovere la partecipazione al rafforzamento dei rapporti tra Europa e mondo musulmano” i musulmani d’Europa auspicano “la rimozione di tutti i pregiudizi e delle immagini negative frapposti tra l’Islam e l’Occidente allo scopo di costruire legami di riavvicinamento tra i popoli e di stabilire ponti per fruttuosi scambi tra civiltà diverse”. Lo “statuto dei musulmani in Europa” è il risultato di un’iniziativa della Federazione delle organizzazioni islamiche europee (Foie) e conclude un lavoro di ricerca, consultazione e riflessione cominciato nel 2000. Per l’Italia la carta è stata sottoscritta dall’Alleanza islamica italiana, che raccoglie 70 tra organizzazioni islamiche e moschee, oltre all’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii).

Misna