Toscana

Movida molesta, a Firenze i residenti sono stanchi: «Adesso basta!»

Ad alzare il livello di attenzione è stata l’escalation di confusione e mancato rispetto delle regole che ha contraddistinto la Firenze by night a partire dal 18 maggio, data in cui hanno riaperto pub e ristoranti: siamo partiti dal «semplice» assembramento, fino a culminare in veri e propri atti vandalici. Ne sanno qualcosa i residenti in piazza Sant’Ambrogio e alcuni locali in piazza Santa Croce. In piazza Santo Spirito nemmeno la collaborazione tra forze dell’ordine e steward privati è riuscita a garantire l’osservanza delle misure anti Covid e – ma questo è un annoso problema – una dignitosa fruizione di una delle zone più belle di Firenze.  Giovedì 11 giugno, dunque, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Laura Lega, si è riunito nuovamente in prefettura; all’incontro hanno partecipato l’assessore Andrea Vannucci, il direttore delle Attività economiche e turismo Lucia De Siervo, il comandante della polizia municipale Giacomo Tinella, nonché i vertici provinciali delle forze dell’ordine e il Comando provinciale dei vigili del fuoco. L’obiettivo era il solito: individuare strategie che soddisfino le esigenze di residenti, esercenti e tutti coloro che in orario notturno frequentano strade, piazze e locali della città. A mutare, appunto, sarà il polso, molto più fermo, con cui la situazione sarà gestita. In un comunicato, la prefettura ha annunciato che «verranno incrementati i servizi di pronto intervento delle forze di polizia statali, finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati», e «saranno previsti controlli straordinari da parte della polizia municipale sul rispetto degli orari di vendita di alcolici da parte degli esercizi di vicinato, con particolare attenzione agli orari serali». Inoltre, «il Comune valuterà la possibilità di emanare un’ordinanza per impedire la vendita di bevande in contenitori di vetro».La questione della movida sembra rispecchiare l’animo dicotomico che contraddistingue Firenze. Da una parte i guelfi che sostengono il «sonno del giusto», dall’altra i ghibellini amanti della vita notturna; in mezzo, un equilibrio difficilmente raggiungibile.A dar voce ai primi, e capofila in questa battaglia, è il comitato «Ma noi quando si dorme», che si batte per i «sogni tranquilli» dei residenti nella zona tra Sant’Ambrogio e piazza Ghiberti. In seguito agli incresciosi eventi accaduti nella notte tra il 5 e il 6 giugno – alcuni scalmanati hanno tentato di abbattere a spallate il portone di un palazzo, dopo che i residenti avevano lanciato contro di loro dalla finestra alcune uova, a causa dell’incessante confusione – il comitato aveva indirizzato, il lunedì successivo, una furente lettera al sindaco Nardella, al prefetto Lega e al questore Nanei. «Adesso basta!» si legge. «Il comportamento degli avventori, totalmente fuori da ogni regola, è stato un vero e proprio liberi tutti. Perché non ci sono controlli? Sono decenni che lo denunciamo e siamo lasciati a noi stessi, a maggior ragione in seguito agli ultimi avvenimenti. Oltre alla privazione del sonno, ora si aggiunge la paura per atti vandalici e violenti, perché il popolo della notte ormai è lasciato libero di fare ciò che vuole, consapevole di poterlo fare in mancanza di un controllo costante della città».Il comitato «Cittadini per Firenze», addirittura, ha proposto in una lettera al prefetto di mettere le piazze a numero chiuso, come fossero ristoranti o discoteche. Il campo di battaglia più devastato, comunque, rimane Santo Spirito. Lo scorso venerdì si è consumato l’ennesimo sfregio: orde di ragazzi, in fila tribale, hanno trasformato le mura della basilica in orinatoi a cielo aperto.«Ci amareggia che Santo Spirito continui a non ricevere il rispetto che merita, nonostante sia un luogo sacro e un monumento storico di Firenze» commenta padre Giuseppe Pagano, priore della basilica. «Possibile che ogni weekend il suo sagrato venga trasformato in una bettola, e il Comune non faccia nulla per impedirlo? Non vogliamo intraprendere una crociata contro la movida, ma la situazione è fuori controllo: due settimane fa avevamo posizionato alcuni steccati di legno per proteggere i punti sensibili delle mura laterali, rovinate dai continui interventi per cancellare le scritte offensive che compaiono durante la notte. Li hanno distrutti. Come a dire: qui comandiamo noi». Padre Giuseppe, inoltre, fa notare come sia «paradossale che all’interno della chiesa vengano richieste regole di sicurezza sanitaria, mascherine e distanziamento, che all’esterno invece sono totalmente ignorate». Il priore si domanda il motivo di tanta negligenza nei confronti della basilica: «Eppure, le ferite che ogni notte riceve Santo Spirito infangano l’immagine stessa di Firenze, che rischia di venire percepita come una città senza rispetto per la propria bellezza e per l’ambiente, visto in che condizioni è lasciata la piazza quando l’alba incalza. Un pessimo spot per quei turisti che il Comune vuole tanto attrarre»Il priore, infine, lancia un nuovo appello, e chiede maggiore vicinanza da parte di sindaco, assessori e prefetto. «È necessario un incontro tra autorità cittadine e residenti – i quali non solo ci hanno mostrato sensibilità e affetto, ma hanno anche elaborato proposte interessanti -, da cui emergano soluzioni vere, non semplici promesse. La ripresa economica è fondamentale, ma non deve avvenire a scapito del patrimonio storico e culturale di Firenze. Che va difeso, sempre».