Toscana

Silenzio e preghiera per le vittime del terrore

7 LUGLIO, ORE 8.50. Una settimana fa Londra veniva sconvolta e devastata dalle bombe sui treni della metropolitana e sull’autobus numero 30. Quattro i luoghi delle stragi: Aldgate Station, Edgware Road, King’s Cross e Tavistock Square. Almeno 53 le vittime finora accertate e 700 i feriti. Da Scotland Yard è arrivata la conferma ufficiale che gli attentati sono stati attacchi suicidi compiuti da quattro kamikaze. Uno era giamaicano, Lindsey Germaine (o Germail), secondo la Bbc e Sky Tv che citano fonti dei servizi inglesi. Sarebbe stato lui a farsi saltare in aria sulla linea Piccadilly tra King’s Cross e Russell Square. Gli altri kamikaze erano di origine pakistana. Tutti cittadini britannici, tutti giovanissimi: Shahzad Tanweer, 22 anni; Hasib Hussain, 19, e Mohammed Sidique Khan, 30.

Scotland Yard ha confermato venerdì 15 luglio l’arresto al Cairo di Magdy el-Nashar, lo studente di chimica che avrebbe realizzato le bombe esplose negli attentati del 7 luglio. L’uomo avrebbe lasciato la Gran Bretagna due settimane prima delle stragi. El-Nashar studiava all’univeristà di Leeds con una borsa di studio della Yorkshire Forward, l’agenzia per lo sviluppo locale della regione. Era ricercato anche dall’Fbi in quanto aveva frequentato nel primo semestre del 2000 anche l’università della Carolina del Nord a Raleigh, negli Usa. A Leeds arrivò nell’ottobre 2000 grazie alla raccomandazione del Centro nazionale delle ricerche egiziano.

EUROPA IN SILENZIO. Sono passati sette giorni e tutta Europa si è fermata alle 12, ora di Londra, per dire alle famiglie delle vittime che non sono sole. In città si sono dati appuntamento a Trafalgar Square, politici e leader religiosi, il viso abbassato, sono rimasti in silenzio dietro a uno striscione che diceva: “Una città, un solo mondo”. La celebrazione dei due minuti di silenzio è stata promossa dal Consiglio giustizia dell’Ue, ma nessuno si è tirato indietro, da Helsinki ad Atene, da Madrid a Sofia. Hanno aderito anche Paesi che non sono nell’Unione, come il Marocco e la Turchia. Il governo italiano ha però anticipato di un’ora l’omaggio alle vittime annunciando il silenzio per le 12 (a Londra erano le ore 11) e invitando tutti gli uffici pubblici e le sedi delle istituzioni a effettuare la commemorazione.

TUTTI IN PREGHIERA. Il segnale arriva dalla campana di Westminster. Dodici profondi rintocchi. L’arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale inglese, il card. CORMAC MURPHY-O’CONNOR è sulla piazza davanti alla cattedrale di Westminster con il sindaco di Westminster Tim Joiner. Il cardinale ha letto una preghiera – “Signore, affidiamo a te coloro che sono stati uccisi e feriti dagli attacchi del terrore” – e ha rivolto una preghiera anche ai terroristi: “Converti le menti di coloro che usano le loro mani per scopi terroristici e fai loro comprendere che ogni vita è sacra”. L’arcivescovo di Canterbury, ROWAN WILLIAMS, ha invece osservato due minuti di silenzio nel corso di una cerimonia di laurea all’Università del Galles. “In silenzio – ha detto l’arcivescovo – ricordiamo tutti coloro che hanno sofferto la scorsa settimana. Di fronte alla oscurità della violenza, ci impegniamo nuovamente a rispondere non con la paura, non con l’odio ma con nuova decisione e con speranza”.

A Leeds, il vescovo cattolico mons. ARTHUR ROCHE ha dato appuntamento nella “Millenium square”. In tanti, di differenti fedi religiose, soprattutto musulmani, hanno risposto. Il vescovo non si sorprende. “Dimostra – dice – la realtà della città di Leeds che è una città coesiva dove le persone sanno vivere in armonia”. Una ragazza con il velo islamico si lascia fotografare con in mano un cartellone e la scritta: “L’Islam non permette l’omicidio”. “Siamo – ha detto il vescovo – in un momento importante della nostra storia che ci si presenta non solo come una sfida ma anche come una opportunità”. E ricordando le vittime “brutalmente” uccise a Londra, il vescovo ha aggiunto: “Come un’unica famiglia, nelle nostre diverse tradizioni, silenziosamente preghiamo”.

In Italia la TAVOLA DELLA PACE promuove l’11 settembre prossimo la marcia Perugia-Assisi per mobilitare i cittadini a sostegno della pace, della democrazia e della giustizia.

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