Tredici civili innocenti uccisi, decine di feriti, inclusi 61 poliziotti, almeno 300 edifici dati alle fiamme e un danno economico incalcolato: questo il bilancio ufficiale dei danni provocati dai manifestanti pro-indipendentisti del Tibet durante i disordini avvenuti venerdì scorso a Lhasa, capitale della provincia autonoma del Tibet, fornito oggi dal governatore della provincia Qiangba Puncog in una conferenza stampa tenuta a Pechino. Dopo aver assicurato che la calma è ormai tornata in città (proprio oggi infatti hanno riaperto scuole e uffici chiusi dopo i disordini di venerdì) il governatore ha accusato gli indipendentisti tibetani definiti la cricca del Dalai Lama di aver organizzato le violenze, studiate a tavolino, aggiungendo che qualsiasi tentativo di secessione del Tibet è destinato a fallire. Puncog ha poi rigettato i bilanci di decine di vittime, almeno 80 secondo le ultime dichiarazioni, fornite dal governo tibetano in esilio’ e ha duramente accusato una parte dei mezzi di informazione internazionali per come hanno raccontato quanto avvenuto a Lhasa, presentando una ricostruzione definita ridicola. Hanno confuso giusto e sbagliato: descrivendo i disordini come manifestazione pacifica’ e gli sforzi della polizia di mantenere l’ordine come repressione di una manifestazione pacifica’ ( ) vorrei vedere se qualsiasi governo che predica la democrazia e lo stato di diritto avrebbe tollerato un tale livello di violenza ha detto Puncog.Misna