Vita Chiesa

Gmg Panama, Via Crucis: «Anche noi abbiamo distolto lo sguardo dai Calvari di oggi»

«Egli cammina e soffre in tanti volti che soffrono per l’indifferenza soddisfatta e anestetizzante della nostra società che consuma e si consuma, che ignora e si ignora nel dolore dei suoi fratelli», la denuncia dalla Cinta Costera, davanti a 200 mila giovani: «Anche noi tuoi amici, o Signore, ci lasciamo prendere dall’apatia e dall’immobilismo. Non poche volte il conformismo ci ha sconfitto e paralizzato. È stato difficile riconoscerti nel fratello che soffre: abbiamo distolto lo sguardo, per non vedere; ci siamo rifugiati nel rumore, per non sentire; ci siamo tappati la bocca, per non gridare. Sempre la stessa tentazione. È più facile e ‘paga di più’ essere amici nella vittoria e nella gloria, nel successo e nell’applauso; è più facile stare vicino a chi è considerato popolare e vincente».

«Com’è facile cadere nella cultura del bullismo, delle molestie e dell’intimidazione!», ha esclamato il Papa: «Per Te non è così, Signore: nella croce ti sei identificato con ogni sofferenza, con tutti quelli che si sentono dimenticati. Per Te non è così, Signore, perché hai voluto abbracciare tutti quelli che tante volte consideriamo indegni di un abbraccio, di una carezza, di una benedizione; o peggio ancora, nemmeno ci accorgiamo che ne hanno bisogno. Per Te non è così, Signore: nella croce ti unisci alla ‘via crucis’ di ogni giovane, di ogni situazione per trasformarla in via di risurrezione». «Padre, oggi la Via Crucis di tuo Figlio si prolunga», la preghiera di Francesco: «Nel grido soffocato dei bambini ai quali si impedisce di nascere e di tanti altri ai quali si nega il diritto di avere un’infanzia, una famiglia, un’educazione; che non possono giocare, cantare, sognare…; nelle donne maltrattate, sfruttate e abbandonate, spogliate e ignorate nella loro dignità; negli occhi tristi dei giovani che si vedono strappar via le loro speranze di futuro dalla mancanza di educazione e di un lavoro degno; nell’angoscia di tanti giovani volti, nostri amici, che cadono nelle reti di gente senza scrupoli – tra di loro si trovano anche persone che dicono di servirti, Signore –, reti di sfruttamento, di criminalità e di abuso, che mangiano sulla vita dei giovani».

«Anche noi desideriamo essere una Chiesa che sostiene e accompagna, che sa dire: sono qui!, nella vita e nelle croci di tanti cristi che camminano al nostro fianco». Al popolo giovane di Panama, composto da oltre 200mila giovani provenienti da 150 Paesi, il Papa consegna l’esempio di Maria, il suo «stare» ai piedi della Croce, madre di suo figlio e di tutti i figli del mondo. «Contempliamo Maria, donna forte», l’invito per imparare ad essere «operatori di pace, creatori di alleanze, fermenti di fraternità«: «Da Lei vogliamo imparare a rimanere in piedi accanto alla croce. Con la sua stessa decisione e il suo coraggio, senza evasioni o miraggi. Ella seppe accompagnare il dolore di suo Figlio, tuo Figlio; sostenerlo con lo sguardo e proteggerlo con il cuore. Dolore che soffrì, ma che non la piegò. È stata la donna forte del ‘sì’, che sostiene e accompagna, protegge e abbraccia. Ella è la grande custode della speranza. Da Maria impariamo a dire ‘sì’ alla resistenza forte e costante di tante madri, tanti padri, nonni, che non smettono di sostenere e accompagnare i loro figli e nipoti quando sono ‘nei guai’. Da lei impariamo a dire ‘sì’ alla pazienza testarda e alla creatività di quelli che non si perdono d’animo e ricominciano da capo nelle situazioni in cui sembra che tutto sia perduto, cercando di creare spazi, ambienti familiari, centri di attenzione che siano una mano tesa nella difficoltà. In Maria impariamo la forza per dire ‘sì’ a quelli che non hanno taciuto e non tacciono di fronte a una cultura del maltrattamento e dell’abuso, del discredito e dell’aggressione, e lavorano per offrire opportunità e condizioni di sicurezza e protezione».

«In Maria impariamo ad accogliere e ospitare tutti quelli che hanno sofferto l’abbandono, che hanno dovuto lasciare o perdere la loro terra, le radici, la famiglia e il lavoro». Nella parte finale del discorso al termine della Via Crucis, il Papa fa riferimento al tema più caldo dell’attualità: «Come Maria vogliamo essere Chiesa che favorisce una cultura capace di accogliere, proteggere, promuovere e integrare; che non stigmatizzi e meno ancora generalizzi con la più assurda e irresponsabile condanna di identificare ogni migrante come portatore di male sociale». «Da Lei vogliamo imparare a stare in piedi accanto alla croce, non con un cuore blindato e chiuso, ma con un cuore che sappia accompagnare, che conosca la tenerezza e la devozione; che sia esperto di pietà trattando con rispetto, delicatezza e comprensione», il desiderio di Pietro per tutta la barca della Chiesa: «Desideriamo essere una Chiesa della memoria che rispetti e valorizzi gli anziani e rivendichi per essi un loro spazio. Come Maria vogliamo imparare a ‘stare’. Insegnaci, Signore, a stare ai piedi della croce, ai piedi delle croci; apri questa sera i nostri occhi, il nostro cuore; riscattaci dalla paralisi e dalla confusione, dalla paura e dalla disperazione. Insegnaci a dire: sono qui insieme al tuo Figlio, insieme a Maria e a tanti discepoli amati che desiderano accogliere il tuo Regno nel loro cuore». 

(testo integrale del discorso del Papa)