Vita Chiesa

Il vescovo Giovanni è pastore della Chiesa di Prato: «Camminerò in mezzo a voi»

Fin dal suo arrivo in città, avvenuto secondo programma alle 16,30 al Centro Pecci, il vescovo Giovanni ha potuto sentire l’affetto e il calore dei tantissimi pratesi che hanno scelto di essere presenti a questa giornata storica. Ad accoglierlo c’erano il predecessore monsignor Franco Agostinelli, il vicario monsignor Nedo Mannucci e il vice sindaco Luigi Biancalani. 

Le prime parole del vescovo Giovanni. «Camminare in mezzo». È la promessa fatta da mons. Nerbini ai pratesi. «Tutti quello che sono, le mie esperienze passate, la mia povera umanità, le mie risorse sono per voi – ha detto il vescovo Giovanni nell’omelia – ed oggi sento che il Signore mi indica il posto che devo occupare da subito: in mezzo, accanto a voi sacerdoti e fedeli, perché questo cammino sia autentico. Poi mons. Nerbini ha sottolineato: «accanto perché la prossimità dice vicinanza, amicizia, possibilità e desiderio di ascolto sincero dell’altro».

La piccola Bibbia. In tutto il suo itinerario ha tenuto tra le mani una Bibbia di cui ha poi rivelato il significato durante l’omelia: «Oggi quando mi sono preparato per arrivare qui, ho sentito il bisogno di prendere con me, di tenere in mano quella piccola bibbia che dal 1985 ha accompagnato il mio itinerario umano e spirituale, ovunque: sulle alpi come al mare, da solo di fronte ai miei mille perché, o con i ragazzi impegnato a cercare risposte con loro. La metteremo insieme sopra il nostro lucerniere perché sia lampada ai nostri passi , luce sul nostro cammino come ci suggerisce il salmo, così che il nostro procedere non incontri inciampi e non risulti vano».

Piazza delle Carceri: l’accoglienza dei giovani e delle istituzioni cittadine. Attorno alle ore 17, arrivato in centro storico, il vescovo Giovanni è stato salutato dal canto dei giovani delle parrocchie, degli oratori e dei gruppi scout. Erano trecento i ragazzi e le ragazze presenti che hanno srotolato uno striscione di benvenuto e lasciato volare in cielo tanti palloncini colorati. «Eccoci eccellenza, ci siamo, può contare su di noi – ha detto Virginia, della parrocchia di Grignano parlando a nome di tutti i presenti – i posti vuoti di questa piazza rappresentano tutti i coetanei che speriamo di incontrare insieme a lei». E per simboleggiare il desiderio di incontro e testimonianza nei confronti dei lontani, i gruppi giovanili hanno regalato a mons. Nerbini una rete da pesca, «non per catturare, ma per avvolgere e coinvolgere chi non conosce la parola di Cristo». A loro il Vescovo ha risposto con un sorriso: «Vi ringrazio di cuore, accetto il dono e vi dico che c’è uno strumento che arriva più lontano di una rete ed è il voler bene, questo è il primo strumento della evangelizzazione, ricordate, una mano tesa è sempre motivo di incontro». L’accoglienza è proseguita su un palco posizionato sotto al Castello dell’Imperatore con il benvenuto in città da parte del sindaco Matteo Biffoni. «A nome della città e a mio personale le dò il benvenuto. Chi ha deciso di mandarla qui, a Prato, come Vescovo le ha fatto un dono. Perché questa comunità è unica e meravigliosa. Glielo potrà dire il Vescovo Franco, che ringrazio per il servizio reso alla nostra comunità in questi anni». Tanti i temi che stanno a cuore alla citta di Prato, a continuato il Sindaco, «a partire dal lavoro, l’inclusione sociale, l’ambiente, i giovani e soprattutto il futuro: è importante leggere quello che accade qui per cercare di affrontare le dinamiche, i fenomeni che attraversano l’intera società. Sarà una bella sfida, è impossibile non voler bene a questa città. Sarà un bel percorso, io sono sicuro che faremo un grande lavoro insieme. Ancora benvenuto a Prato!». Insieme al primo cittadino erano presenti il prefetto Rosalba Scialla, i rappresentanti dei comuni della provincia e altre autorità cittadine.

L’omaggio a Maria nella basilica delle Carceri. Prima di mettersi in cammino verso piazza Duomo per la celebrazione d’ingresso, monsignor Nerbini si è fermato nella basilica di Santa Maria delle Carceri per rendere omaggio alla Madonna. Qui ad attenderlo c’era il parroco monsignor Carlo Stancari. Il Vescovo ha posto un fiore sotto l’immagine della Vergine e poi ha recitato una preghiera insieme ai fedeli presenti. Poi ha rivolto un particolare saluto ai malati e ai disabili, riuniti in chiesa insieme a una rappresentanza delle comunità cattoliche straniere che vivono a Prato. Accompagnati dai rispettivi cappellani c’erano i cristiani cinesi, pakistani, cingalesi, rumeni, nigeriani, ucraini e filippini. Accompagnato dai giovani il vescovo ha attraversato il centro cittadino arrivando in piazza Duomo, dove ad aspettarlo c’era la comunità pratese riunita.

La concelebrazione eucaristica in piazza Duomo. Il Vescovo è entrato in piazza Duomo salutato dai fedeli, in tutto quattromila persone. Tra questi un centinaio di fedeli sono arrivati con un pulman e mezzi propri dalla parrocchia di Rignano sull’Arno, la sua ulòtima comunità parrocchiale in diocesi di Fiesole. Monsignor Nerbini si è recato nel vicino oratorio della Misericordia dove da lì è partita la processione introitale composta 170 sacerdoti e alle 18 è iniziata la solenne concelebrazione eucaristica in piazza, con l’altare posizionato su un palco posto sul sagrato della cattedrale. Qui ad attendere il vescovo eletto Nerbini e l’uscente Agostinelli c’erano il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze, e otto vescovi toscani, tra ordinari e emeriti. Hanno concelebrato: l’emerito di Prato mons. Gastone Simoni, l’arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino monsignor Paolo Lojudice, l’arcivescovo di Lucca mons. Paolo Giulietti, il vescovo di Fiesole mons. Mario Meini, il vescovo di Pistoia mons. Fausto Tardelli, il vescovo di Grosseto mons. Rodolfo Cetoloni, il vescovo di Massa Marittima-Piombino mons. Carlo Ciattini, l’emerito di Siena mons. Antonio Buoncristiani. Oltre al clero pratese erano presenti venti sacerdoti di Fiesole (tra questi il rettore del Seminario), diocesi di provenienza di mons. Nerbini, e una delegazione di Pistoia composta da quattro preti. La messa solenne è iniziata, come previsto dal diritto canonico, con il rito introduttivo della presa in possesso della diocesi. Poi è arrivato il momento che ha sancito il passaggio di testimone tra il nuovo vescovo e quello uscente: la consegna del pastorale da Agostinelli e Nerbini.

In piazza erano rappresentati tutta la città e il territorio diocesano, con i sindaci di Prato, Vaiano, Vernio, Cantagallo. Presenti anche il Comuni pratesi facenti parte della diocesi di Pistoia: Montemurlo, Carmignano e Poggio a Caiano. Tra le autorità anche i rappresentanti dei Comuni di Fiesole, Rignano sull’Arno, Reggello e la presidente del consiglio comunale di Dicomano. In prima fila i familiari di Nerbini, con la sorella Giovanna e i nipoti.

Il saluto di mons. Agostinelli al suo successore. «Finalmente siamo giunti al momento in cui ti consegnerò il pastorale, col quale governerai questa cara e bella chiesa pratese», ha detto monsignor Agostinelli a mons. Nerbini a inizio celebrazione. «Questo è il simbolo della continuità della Chiesa che continua il suo cammino. Oggi questa Chiesa viene consegnata a te: passano le persone ma la Chiesa è quello che resta. Di cui conoscerai i pregi e i limiti, ma ti assicuro che è una Chiesa che cammina e vuol guardare avanti, è viva e reattiva. Ha un laicato operoso e vivace». Poi il vescovo uscente ha voluto dare tre suggerimenti al suo successore: c’è bisogno di un pastore che si sporchi le mani e ritorni in mezzo alla gente, senza pretese e col desiderio di camminare. Il secondo è quello di avere premura dei tuoi sacerdoti e i religiosi, che sono la famiglia del vescovo. Il terzo suggerimento è di fare una pastorale della disponibilità, nei confronti dei giovani e della famiglia, che possano trovare in te le risposte che aspettano, e delle istituzioni. La Madonna – ha concluso Agostinelli – ti leghi a sé in questa città che conta ben cinque santuari. Maria sia per te madre premurosa e provvidenziale che ti porti a cristo».

Il saluto della diocesi al nuovo vescovo. È stato il vice presidente del consiglio pastorale diocesano, Alberto Toccafondi, a porgere al nuovo vescovo i saluti della comunità ecclesiale pratese. «Siamo felici di celebrare il suo ingresso alla viglia della Madonna della Cintola», poi ha ricordato le peculiarità della diocesi e della città di Prato: «Oggi i tempi sono difficili e la precarietà e la mancanza di lavoro ledono la dignità delle persone. Ma la nostra Chiesa ha saputo proporre una “agenda di speranza” per Prato, predisposta dall’ufficio di pastorale del lavoro, apprezzata anche da papa Francesco nella sua visita nel 2015. Ci sentiamo di far parte di una Chiesa in uscita e accogliente che si fa voce delle speranze di tutti. Ci impegneremo sempre di più nell’annuncio della parola e nella testimonianza della fede». 

L’omelia di mons. Nerbini. Come detto nella omelia, la prima da vescovo di Prato, mons. Nerbini ha annunciato che «camminerà in mezzo» al suo popolo. Tra i suoi proponimenti c’è quello di «tracciare insieme l’itinerario che come Chiesa dovremo percorrere». Per farlo si è detto pronto a mettersi «in ascolto di tutti, piccoli compresi, prima di tutto come segno di rispetto e di attenzione delle persone e delle storie personali e comunitarie sempre ricche e degne di considerazione poi alla ricerca di quei segni che lo Spirito semina ovunque». Il Vescovo si è detto pronto a collaborare con le istituzioni per aiutare «quanti sono nel bisogno, soffrono la solitudine, la malattia, l’indigenza».

Un pensiero è andato alla difesa dell’ambiente, tema molto caro a papa Francesco. Nerbini ha promesso che avrà a cuore i problemi del lavoro, il benessere di tante famiglie, la possibilità di progettare loro futuro di giovani coppie. Infine, il vescovo Giovanni ha concluso ringraziando i predecessori, il vescovo Franco e il Gastone, per l’amicizia e la stima, il vescovo di Fiesole Meini, per «la fiducia illimitata», i familiari e, infine, i compaesani e i parrocchiani che ha servito durante il suo ministero di parroco in diocesi di Fiesole.