Vita Chiesa

Le suore di Casalino dal Casentino al mondo

di Renato Burigana«Da Casalino al mondo sulle orme di Francesco», questa la frase che campeggiava sul campo sportivo di Casalino, piccola frazione di Pratovecchio, dove sabato scorso dieci ragazze provenienti dall’India e dalla Bolivia hanno fatto la loro professione perpetua e sono diventate suore. La Messa presieduta dal vescovo di Fiesole Luciano Giovannetti ha visto la partecipazione di oltre cinquecento fedeli. Significativo anche che accanto al vescovo vi fossero una ventina di sacerdoti, fra i quali alcuni boliviani e indiani. Nel piccolo paese del Casentino c’è la casa madre delle Suore Francescane di Santa Elisabetta, una congregazione della famiglia francescana, voluta dal parroco della piccola frazione don Giuseppe Marchi (1843-1909) e da una giovane, Francesca Casci, nata proprio a Casalino il 28 dicembre 1859. Le suore avrebbero dovuto occuparsi dei giovani della zona, ma dopo il Concilio, la congregazione ha sentito forte lo slancio missionario e così è andata, seguendo lo Spirito, prima in Bolivia (1974), poi in India (1994) e nelle Filippine (1997).

«L’acqua, l’aria, le montagne del Casentino – ha detto mons, Luciano Giovannetti, durante l’omelia – cantano la gloria di Dio. Siamo fra Vallombrosa e Camaldoli, due centri di grande spiritualità. Siamo vicini alla Verna. Anche Casalino è un luogo di grazia, perché qui Francesca Casci ha risposto, come voi alla chiamata di Dio». Mons. Giovannetti ha ripercorso le tappe fondamentali della congregazione di S.Elisabetta, sottolineando la «creatività delle suore che hanno allargato i loro orizzonti, mettendosi al servizio dei più poveri fra i poveri».

Il campo sportivo, incassato fra il verde, ha ospitato la celebrazione che nessuna chiesa poteva contenere, e per un giorno è diventato «una splendida cattedrale». Era stato realizzato un presbiterio rialzato, nel quale confluivano tre vele bianche, che partendo da un unico grande pilastro indicavano a tutti «l’unica fonte della nostra vita: Cristo; e la nostra tensione – come ha spiegato Madre Daniela Capaccioli, Superiora delle Suore di S.Elisabetta – verso l’Eucarestia». Le vele hanno anche stemperato il sole e, grazie al vento, sembravano sottolineare alcuni momenti particolarmente significativi e suggestivi della professione, così come quando M. Teresa, Agnese, Letizia, Marianna, M.Stella, Francesca, Alphonsa, Emmanuela, Gabriela e Francisca hanno detto il loro «sì» definitivo al Signore. È stata una festa che ha coinvolto innanzi tutto Casalino e Pratovecchio, le comunità religiose maschili e femminili del Casentino, ma anche tanti amici, sparsi in tutta Italia.

Molti gruppi di giovani, ma anche di adulti, che in questi anni hanno visitato le missioni in Bolivia, in India e nelle Filippine. «Da oggi siete diventate nostre concittadine – ha detto nel suo saluto Angiolo Rossi, sindaco di Pratovecchio – e, come segno della nostra amicizia, il Comune vi dona la medaglia di Betlemme, città della pace». Le dieci suore ripartiranno subito per continuare la loro missione in mezzo ai poveri, e per essere operatrici di pace. Dopo la Messa, seguendo lo stile francescano, le donne di Casalino e alcuni soci della Coop, guidati da Roberto Brizzi, hanno messo tutti a tavola. A molti sono ritornate alla mente le immagini della grande festa organizzata a Madaplathuruth (India) lo scorso gennaio per l’inaugurazione della fabbrica delle camicie. A tarda sera, l’ultima sorpresa: uno spettacolo di fuochi artificiali.