Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: «Ciascuno ha la sua croce, ma la sofferenza è transitoria»

«Nessuno arriva alla vita eterna se non seguendo Gesù, portando la propria croce nella vita terrena. Ognuno di noi, ha la propria croce». Così il Papa ha commentato, durante l’Angelus di ieri, l’episodio evangelico della Trasfigurazione, che «ci mostra la prospettiva cristiana della sofferenza». «Non è un sadomasochismo la sofferenza: essa è un passaggio necessario ma transitorio», ha puntualizzato Francesco: «Il punto di arrivo a cui siamo chiamati è luminoso come il volto di Cristo trasfigurato: in Lui è la salvezza, la beatitudine, la luce, l’amore di Dio senza limiti. Mostrando così la sua gloria, Gesù ci assicura che la croce, le prove, le difficoltà nelle quali ci dibattiamo hanno la loro soluzione e il loro superamento nella Pasqua.

«In questa Quaresima, saliamo anche noi sul monte con Gesù!», l’invito del Papa: «Saliamo al monte con la preghiera: la preghiera silenziosa, la preghiera del cuore, la preghiera sempre cercando il Signore. Rimaniamo qualche momento in raccoglimento, ogni giorno un pochettino, fissiamo lo sguardo interiore sul suo volto e lasciamo che la sua luce ci pervada e si irradi nella nostra vita». «La preghiera in Cristo e nello Spirito Santo trasforma la persona dall’interno e può illuminare gli altri e il mondo circostante», ha assicurato Francesco: «Quante volte abbiamo trovato persone che illuminano, che emanano luce dagli occhi, che hanno quello sguardo luminoso! Pregano, e la preghiera fa questo: ci fa luminosi con la luce dello Spirito Santo». «Proseguiamo con gioia il nostro itinerario quaresimale», ha concluso il Papa: «Diamo spazio alla preghiera e alla Parola di Dio, che abbondantemente la liturgia ci propone in questi giorni. La Vergine Maria ci insegni a rimanere con Gesù anche quando non lo capiamo e non lo comprendiamo. Perché solo rimanendo con Lui vedremo la sua gloria».

Al termine dell’Angelus Francesco ha espresso vicinanza «ai nostri fratelli musulmani» e appello «ad unirsi con la preghiera e i gesti di pace per contrastare l’odio e la violenza». «In questi giorni, al dolore per le guerre e i conflitti che non cessano di affliggere tutta l’umanità, si è aggiunto quello per le vittime dell’orribile attentato contro due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda», ha detto Francesco: «Prego per i morti, i feriti e i loro familiari. Sono vicino ai nostri fratelli musulmani e a tutta quella comunità. Rinnovo l’invito ad unirsi con la preghiera e i gesti di pace per contrastare l’odio e la violenza. Preghiamo insieme, in silenzio, per i nostri fratelli musulmani che sono stati uccisi».