Vita Chiesa

Rns, 30 mila in piazza San Pietro. Card. Bagnasco: potenza della preghiera per unità dei cristiani

Due giorni (oggi sul sagrato della basilica vaticana, domani allo stadio Olimpico) di spiritualità, testimonianza e fratellanza tra confessioni diverse, raccogliendo l’invito del Pontefice al movimento, il 1° giugno 2014, a dare «una testimonianza di ecumenismo spirituale» come strada di unità e pace. Sullo sfondo l’«ecumenismo del sangue» continuamente evocato dal Papa. «Vie di unità e di pace. Voci in preghiera per i martiri di oggi e per un ecumenismo spirituale» è infatti il titolo del concerto ecumenico odierno con la partecipazione di Andrea Bocelli, Noa (Israele), Don Moen (Usa), Darlene Zschech (Australia) e con la presenza di delegati ecumenici delle Chiese cattolica, ortodossa, evangelica. Culmine dell’evento l’arrivo alle 18 di Papa Francesco e il discorso che rivolgerà al movimento.

«Gesù è Signore» e «noi siamo qui perché crediamo anzitutto nella potenza della preghiera», ma «crediamo anche nella necessità e nella bellezza della fraternità tra cristiani». Ha esordito così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’intervento introduttivo con cui spiega il senso di «Vie di unità e di pace. Voci in preghiera per i martiri di oggi e per un ecumenismo spirituale», evento che si è appena aperto in piazza san Pietro dando il via alla 38ª convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns). «La nostra preghiera – ha proseguito il presidente della Cei – sale potente al cielo», è segno «della nostra passione per l’unità dei cristiani». «È l’amore in Cristo, è lo Spirito santo che oggi vogliamo invocare, la sua forza, la sua grazia». «Facciano nostre le parole del Signore che ci assicura» che «ci darà qualsiasi cosa noi gli chiediamo», la conclusione del card. Bagnasco, anzitutto «il dono del suo spirito» perché «possa risplendere la bellezza della fraternità».

A presentare il primo quadro all’evento in corso in piazza San Pietro, è stato Don Moen (Usa) con un canto/preghiera, cui sono seguite le parole del profeta Isaia proclamate da un giovane africano e da una giovane europea: «Venite, saliamo sul monte del Signore…» e «Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri». «L’unica vendetta che conosci è il tuo no alla violenza e il tuo amore fino alla fine», ha detto quindi il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Ricordando i cristiani uccisi per la fede, il porporato ha pregato Dio di donare loro «la forza e il coraggio necessari per rimanere fedeli alla loro fede», e per la conversione dei loro aguzzini. «Nel mondo moderno – ha concluso – i cristiani vengono perseguitati solo perché sono cristiani». Una preghiera allo Spirito Santo affinché «il sangue dei martiri fecondi la storia» è stata quindi fatta da monsignor Barnaba El Soryani, delegato da Sua Santità Teodoro II, Papa d’Alessandria e capo della Chiesa copta ortodossa, e dal Rev.mo Sir David Moxon, vescovo anglicano rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby presso la Santa Sede.

«Un gesto di pace, riconciliazione, amicizia e fratellanza»: a chiederlo oggi «nel nome di Cristo» in piazza San Pietro è il cardinale Leonardi Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese orientali. Altrimenti, chiede, «come possiamo dire di amare Dio se non amiamo i nostri fratelli?». «La pace data dal Signore – spiega – ci rende coscienti che siamo stati salvati» e che «nello spirito Siamo figli di Dio». Di qui l’invocazione: «Vieni in nostro aiuto perché siamo meravigliati di tutto quello che l’uomo può fare» per trasformare il mondo «in un giardino di pace, concordia e dialogo» ma «siamo anche pieni di angoscia perché questo stesso uomo può trasformare il mondo in un cumulo di macerie». «Quando si abbandonano e calpestano gli innocenti e crescono i martiri giorno dopo giorno, e quando il freddo glaciale dell’indifferenza si fa presente in tanti uomini, vogliamo esser protesi verso Dio». La cantante israeliana Noa ringrazia Papa Francesco perché con gesti e parole «dà nuovo senso alla parola ‘Ama tuo fratello come te stesso’» e interpreta «Shalom Shalom». Nel corso dell’esecuzione, su un sottofondo musicale vocalizzato, vengono richiamate le parole del Pontefice in occasione dell’incontro con Shimon Peres e Abu Mazen nei Giardini Vaticani, l’8 giugno 2014: «Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro».

«Questa piazza piena di gente guidata da un raggio luminoso che è la fede è motivo di grande speranza», ha detto il tenore Andrea Bocelli, intervenuto al concerto-preghiera ecumenico in corso in piazza san Pietro in attesa dei Papa Francesco. «Senza Dio», ha aggiunto Bocelli, «la vita sarebbe una tragedia annunciata», mentre la fede è un «cammino luminoso». Anche il canto e la musica sono «vie di dialogo e di elevazione spirituale. «Preghiera, stile di vita» è il quarto quadro di «Vie di unità e di pace». Bocelli ha quindi cantato «Panis Angelicus», «Gloria a Te» (Inno del Giubileo del 2000), ed è stato raggiunto sul palco da un bambino di Haiti per sottolineare l’impegno umanitario della Fondazione creata dal tenore. Dopo l’esecuzione di «The Prayer» a significare che la preghiera deve incarnarsi nella storia, Noa è stata invitata a risalire sul palco e a cantare «Beautiful that way» in duetto con Bocelli che ha concluso con l’Ave Maria di Gounod